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NBA, i risultati della notte: rimonta Spurs su OKC

NBA

Contro gli Spurs non basta la 39^ tripla doppia stagionale di Russell Westbrook, contenuto nel finale da Leonard e Aldridge. Torna alla vittoria Cleveland ma Boston batte Orlando e rimane prima a Est. Ne segna 40 DeMar DeRozan nella vittoria di Toronto su Indiana, sono 37 con 13 rimbalzi quelli di DeMarcus Cousins contro i suoi ex compagni dei Kings

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Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 95-100 – “Gran bella vittoria, ne avevamo bisogno: non abbiamo giocato bene per 48 minuti ma abbiamo reagito”. Le parole di Manu Ginobili riassumono bene la vittoria in rimonta dei San Antonio Spurs, sotto di 21  punti (69-48) a metà del terzo quarto e mai davanti fino all’ultimo minuto di gioco. Decisivo nel finale LaMarcus Aldridge (in doppia doppia con 14 punti e 10 rimbalzi), prima con la schiacciata del 96-95 e poi con l’highlight della serata, la stoppata sul solito incontenibile Russell Westbrook (per lui quinta tripla doppia consecutiva, la n°39 di stagione: 32 punti, 15 rimbalzi, 12 assist). A completare la rimonta e chiudere il conto un canestro più fallo di Kawhi Leonard, miglior marcatore dei texani con 28 punti: “Sono davvero impressionato dallo sforzo dei ragazzi”, il commento di Gregg Popovich. Decisiva per la vittoria Spurs la difesa messa in campo nel secondo tempo su Westbrook, tenuto a 3/12 al tiro (2/7 nell’ultimo quarto): “Abbiamo cercato di rallentarlo, provando a togliergli il pallone dalle mani”, la tattica spiegata da Leonard, ma a spingere i texani alla vittoria anche lo sforzo della panchina di San Antonio, che ha contribuito con 47 punti (17 di Pau Gasol) contro i soli 21 di OKC. 

Boston Celtics-Orlando Magic 117-116 -La conclusione sbagliata in penetrazione da Elfrid Payton a 2 secondi dal temine regala un successo tanto sudato quanto pesante ai Boston Celtics, che si confermano così in vetta alla Eastern Conference grazie ai 35 punti e 7 assist di uno scatenato Isaiah Thomas. I padroni di casa inseguono per buona parte del match, prima di ritrovarsi a lottare punto a punto in un finale di gara in cui a fare la differenza sono i due liberi a bersaglio realizzata da Al Horford. Boston chiude così sul 3-0 la serie stagionale contro i Magic, contro i quali però nei due precedenti aveva sempre vinto con 30 punti di scarto. Questa volta ne è bastato uno, ma è quello che conta di gran lunga più di tutti.

Utah Jazz-Washington Wizards 95-88 – “Una partita fisica, old-style”, l’ha definita l’allenatore di Washington Scott Brooks, che vede i suoi tenuti sotto i 100 punti solo per la seconda volta nelle ultime 19 partite. Gran parte del merito è di Rudy Gobert, autore di un’altra grande gara da 16 punti con 6/9 al tiro, 10 rimbalzi e 3 stoppate, ma nel quarto quarto a salire in cattedra ci ha pensato Gordon Hayward, con 10 dei suoi 19 punti di serata, conditi anche da 7 rimbalzi e 4 assist. Bradley Beal è stato il migliore dei suoi con 27 punti, mentre i 16 di John Wall arrivano con brutte percentuali al tiro (solo 6/22 lui, 5/17 da tre punti tutta la squadra). 

Cleveland Cavaliers-Philadelphia 76ers 122-105 – LeBron James gioca una partita semi-perfetta, segna 34 punti tirando 14/22 dal campo, 9 rimbalzi e 6 assist e in 30 minuti si sbarazza dei Sixers che dopo tre quarti hanno già 30 punti di svantaggio. Kyrie Irving ne aggiunge 23 con 11/16 al tiro, rendendo con questo settimo successo nell’ultimo mese, meno amaro un bilancio di un marzo conclusosi con i Cavaliers al secondo posto della Eastern Conference, ancora alle spalle dei Celtics.

Milwaukee Bucks-Detroit Pistons 108-105 OT – Sotto di 10 (91-81) a 5 minuti dalla fine, Milwaukee trova 10 dei 28 punti di Giannis Antetokounmpo nel parziale che li riporta in gara, forzando la partita ai supplementari per poi vincerla grazie alle giocate decisive di Khris Middleton (25 punti con 10 rimbalzi per lui) ma anche al massimo in carriera di Thon Maker, autore di 23 punti con 9/12 al tiro e 4 triple a segno. Per i Bucks si chiude un marzo trionfale, da 14 vittorie e 4 sconfitte, migliore bilancio mensile dal 16-2 fatto registrare a febbraio 1971 dalla squadra di Oscar Robertson e Kareem Abdul-Jabbar. Per Detroit è la sconfitta n°11 nelle ultime 13 partite, arrivata nonostante i 23 punti di Tobias Harris.  

Toronto Raptors-Indiana Pacers 111-100 – Toronto vince contro Indiana la settima partita delle ultime otto giocate e supera Washington al terzo posto della Eastern Conference. Per due quarti e mezzo i Pacers sono rimasti a contatto, giocando una partita punto a punto con i padroni di casa. Poi, il parziale da 18-6 per chiudere il terzo quarto che spacca le gambe alla squadra dell’Indiana e soprattutto in due il match: buona parte di quei canestri portano la firma di DeMar DeRozan, protagonista con 40 punti e 9 rimbalzi, alla 30^ gara stagionale con più di 30 punti, raggiungendo Vince Carter come recordman ogni epoca in casa Raptors. Dall’altra parte non bastano i 28 e 9 rimbalzi di Paul George per evitare la quinta sconfitta nelle ultime sei.

New Orleans Pelicans-Sacramento Kings 117-89 – Che quella contro Sacramento non fosse una partita come tutte le altre per DeMarcus Cousins lo si sapeva nonostante le parole pronunciate dal giocatore dei Pelicans alla vigilia. “La mia più grande paura era quella di uscire dal campo con una sconfitta”, racconta il numero 0 a fine gara, glissando sui complimenti legati alla sua miglior prestazione da quando è arrivato a New Orleans: 37 punti, 13 rimbalzi, 4 assist e 3 recuperi. Una partita a tutto tondo, proprio come quelle che così spesso aveva giocato fino a un mese fa in maglia Kings. Per i californiani è un massacro sotto qualsiasi voce statistica, sconfitti già a fine primo tempo e costretti a trascinarsi sul parquet per altri 24 minuti. I Pelicans riescono così a strappare un successo nei tre incroci contro Sacramento: per una volta infatti, Cousins era dalla loro parte.

Memphis Grizzlies-Dallas Mavericks 99-90 – Dopo i 36 punti della vittoria contro Indiana, Mike Conley replica con altri 28 (sono 27.4 di media nelle ultime 5) per guidare Memphis al successo n°42 di stagione, quello che certifica la qualificazione matematica ai playoff, la settima in fila per i Grizzlies (terza striscia più lunga, dietro quelle di San Antonio e Atlanta). Dallas si avvicina fino al -4 nel finale ma non riesce a completare la rimonta, perdendo la quarta gara di fila (con 6 giocatori in doppia cifra ma nessuno sopra i 13 punti). Sono invece ben due i giocatori oltre i 20 punti dalla panchina per Memphis, con Zach Randolph a quota 23 punti e 12 rimbalzi e Troy Daniels a 21. 

Miami Heat-New York Knicks 94-98 – I Miami Heat perdono nel finale in modo rocambolesco e inspiegabile una partita che sembrava già vinta prima di alzare la palla a due. I Knicks invece, arrivati all’American Airlines Arena senza nulla da perdere, hanno fatto gara di testa per buona parte dell’incontro, nonostante la concomitante assenza di Derrick Rose e Carmelo Anthony. A guidare i newyorchesi ci pensano i 22 punti di Kristaps Porzingis e i 20 di Courtney Lee. Ai padroni di casa non bastano i 22 di Goran Dragic e i 17 di Hassan Whiteside, entrambi arrivati a pochi centimetri dal realizzare il canestro che avrebbe portato la gara all’overtime e magari al successo degli Heat.