Quindici squadre su 30 devono ancora definire parte del proprio destino playoff, dalla vetta della Eastern Conference ancora da assegnare alle cinque squadre in corsa per i tre posti playoff a Est. E Denver e Charlotte possono ancora crederci
A dieci giorni dal termine della regular season, restano ancora molte le posizione da assegnare per definire la griglia playoff che ci farà compagnia dal prossimo 15 aprile. Se a Ovest la situazione sembra molto più cristallizzata, la vera ressa è quella della Eastern Conference, con dieci squadre ancora in corsa per un piazzamento: il primo posto ancora da assegnare, la battaglia per il terzo tra Washington e Toronto e poi sei squadre a caccia di un posto nella post-season. Conviene andare con ordine e analizzare calendario alla mano tutti i possibili scenari.
Boston o Cleveland? – La crisi post All-Star Game dei Cleveland Cavaliers ha reso nuovamente contendibile il primo posto a Est. I Celtics non se lo sono fatti ripetere due volte, ritornati in vetta già da una settimana e chiamati tra due giorni alla prova del nove. I destini di entrambe le squadre infatti passano dal prossimo incrocio del 5 aprile al TD Garden: Boston ha perso le due sfide a Cleveland, ma ha vinto l’ultima in casa e, oltre al fattore campo, può disporre di un calendario leggermente migliore rispetto ai campioni NBA (la sfida contro Brooklyn alla penultima aiuta). “Chi vince arriva prima”, sembra essere il titolo della partita che si giocherà tra 48 ore. Alle loro spalle poi, Toronto è ritornata davanti a Washington, con i canadesi che oltre ad avere una partita di vantaggio hanno anche gli scontri diretti a favore (2-1). Entrambe affronteranno Knicks, Heat e Pistons e saranno ago della bilancia nelle battaglie ben più importanti alle loro spalle: l'unica certezza è che dovranno sudare per conquistarsi ogni singolo successo.
Bucks e Pistons, manca solo l’artimetica – Nonostante ancora non ci sia l’aritmetica certezza, sia Milwaukee che Detroit sembrano avere il destino segnato. I Bucks, al momento quinti, sono una delle squadre più in forma dell’ultimo mese (14-5 dal 1 marzo a oggi) e nonostante le quattro trasferte, sembra difficile ipotizzare un crollo che faccia perdere ai ragazzi di coach Kidd tre partite di vantaggio e soprattutto quattro posizioni in classifica (anche perdendo gli “scontri diretti” contro Indiana e Charlotte). Discorso opposto per i Pistons, che nelle ultime settimane hanno perso 11 delle 17 partite disputate, sprofondando a causa di un attacco totalmente imballato (101 di rating offensivo, 29°). Il calendario poi non aiuta: Toronto, Houston e Memphis in trasferta (unica squadra a dover ancora andare a Ovest) e poi Washington. Recuperare tre posizioni appare sempre più una missione impossibile.
Tre posti per cinque – La buona notizia per tutti i tifosi italiani invece è che Charlotte è ancora padrona del suo destino, nonostante i due prossimi difficili incroci contro Washington e Boston. Le partite da non perdere però sono i tre scontri diretti che attendono Belinelli e compagni, soprattutto quello in casa contro Miami del 5 aprile, prima del back-to-back in trasferta a Milwaukee e Atlanta con cui chiuderanno la regular season. Vincerle tutte e tre vorrebbe dire poter sognare l’ottavo posto, considerando gli scontri diretti a favore sia con gli Heat che con gli Hawks, i quali sono sprofondati nell’ultimo mese. I ragazzi di coach Budenholtzer sono il peggior attacco NBA delle ultime settimane (99.5 di rating offensivo), incapaci di andare oltre un modesto 33% di vittorie (6-12). Il calendario adesso sembra condannare la squadra della Georgia, costretta a disputare cinque partita di fuoco contro Boston, Cleveland (x2), Charlotte e Indiana. I Pacers invece, ritrovatisi fuori dalle posizioni che contano dopo il ko di questa notte contro i campioni NBA, hanno un paio di partite bonus contro Orlando e Philadelphia (oltre al record virtualmente già da ottava, condannati dagli scontri diretti contro gli Heat). Dal risultato delle prossime partite contro Toronto e Milwaukee si definirà meglio il loro destino.
Chicago, la favorita al sesto posto - Manca qualcuno nel calderone? Sì, Chicago e Miami: la prima è di gran lunga quella con il calendario migliore, nonostante le prossime tre partite siano in trasferta. Knicks, Sixers e Nets (nonostante il buono stato di forma), hanno tutte le sembianze delle vittime sacrificali da poter battere, così come i Magic e infine nuovamente i Nets in casa. Per i Bulls vorrebbe dire mettere in fila nove vittorie consecutive e puntare addirittura al sesto posto; un miraggio prima che Jimmy Butler iniziasse a viaggiare nel post infortunio di Wade a 28.6 punti, 8 assist e 6 rimbalzi con il 54% dal campo e il 60% da tre: un giocatore del genere ce l’hanno davvero solo i Bulls. Infine gli Heat, in calo (fisiologico) nelle ultime gare (3-5 di record), i ragazzi di Spoelstra potrebbero sbarazzarsi degli Hornets vincendo a Charlotte, per poi giocarsi le proprie carte contro Cleveland e nel doppio incrocio contro Washington; sembra difficile, ma mai scommettere contro la squadra della Florida.
Denver, risalita difficile – Mal di testa? Per fortuna a Ovest il discorso è più semplice, visto che dodici delle quindici squadre in lizza hanno già ben chiaro il loro destino e c’è solo un posto ancora a disposizione per la postseason. New Orleans ormai sembra già condannata ed è solo questione di tempo in attesa dell’aritmetica certezza, mentre i Nuggets restano ancora a due partite di distanza dai Blazers. Il calendario sembra sorridere a Portland che giocherà quattro delle ultime sei in casa, contro le quattro trasferte di Denver, ma a pesare sono soprattutto le due sconfitte in più incassate da Danilo Gallinari e compagni. Vincere tutte e sei le gare che mancano (tra cui due contro OKC e una a Houston) sarebbe già un’impresa titanica, ma potrebbe non bastare visto che a Portland servirebbero soltanto quattro vittorie (in caso di arrivo in parità, avrebbero la meglio i Blazers, vincenti in tre scontri diretti su quattro). Stanotte c’è il recupero della sfida tra Minnesota e Portland: un successo per i ragazzi di coach Stotts a Minneapolis avrebbe il sapore dei playoff.