Kobe Bryant sta facendo di tutto per stare lontano dal mondo del basket (“Non mi manca per niente”), senza però rinunciare di tanto in tanto a dare dei consigli ai suoi ex colleghi
Kobe Bryant in realtà non ha mai staccato la spina. Porta sempre dietro con sé il laptop ed è pronto a ricevere una telefonata in qualsiasi momento da parte dei suoi ex colleghi, senza disdegnare eventuali chiamate serali. Già nei giorni scorsi infatti era venuto fuori che spesso e volentieri il numero 24 dei Lakers aveva dato degli utili consigli a Isaiah Thomas nel momento più complesso della sua carriera, con tanto di tweet in cui la “Mamba Mentality” diventa “MightyIT”. La point guard di Boston però, non è l’unico giocatore ad aver goduto nelle ultime settimane delle dritte del maestro jedi, visto che secondo quanto raccontato dal diretto interessato su ESPN, anche Kyrie Irving, James Harden, Russell Westbrook e Gordon Hayward si sono avvalsi delle sue consulenze. ”Sono qui a disposizione per chiunque, sono come un libro aperto”. Con Thomas è stato amore a prima vista, sin dal primo incontro datato dicembre 2015. “È stato coraggioso nel venire a parlare con me per chiedere aiuto: feci lo stesso con Michael Jordan quando ero un giovane giocatore”. E così, quando il telefono è squillato nuovamente e dall’altra parte del filo c’era Gordon Hayward, Kobe (con estremo piacere) non si di certo tirato indietro: “Amo il suo modo di giocare: è al tempo stesso versatile e fisico. Riesce a rendere sempre al massimo e per ogni difesa diventa ogni volta più complesso indurlo a prendere dei tiri che non siano congeniali al suo stile di gioco”.
Un possibile futuro nella dirigenza Lakers?
Oltre 24 punti di media, con 6 rimbalzi e 3.5 assist a partita nei playoff sono a tutti gli effetti cifre da All-Star. Il merito del rendimento di Gordon Hayward va quindi in parte dato anche alle "attenzioni" che gli ha dedicato il numero 24 gialloviola: “Abbiamo parlato molto di come conquistare la posizione migliore nella metà campo d’attacco, come provare a giocare nelle zone che sono più congeniali al suo tiro. Gli ho detto: ‘Nessuno meglio di te conosce quali sono le zone che preferisci in campo; focalizzati su quello e cerca il modo di giocare da lì il più spesso possibile’”. Un legame ancora forte con la pallacanestro, nonostante Bryant sia il primo a parole a negare il suo interesse per le questioni di campo da cui ormai si è allontano da oltre un anno: “Non mi manca il basket, neanche un po’. Sembra una follia, vero? Mi piace quello a cui mi sto dedicando adesso. Sono concentrato in maniera totale sui miei nuovi progetti”. Un ritorno ai Lakers però, lo sognano in molti, a partire proprio da Magic Johnson che non ha nascosto il suo interesse nel voler provare a portare in futuro Bryant all’interno della dirigenza gialloviola: “Robert Pelinka è il mio vicino di casa, è il padrino dei miei figli. Se ha bisogno di me, sono praticamente sempre con lui”. La chiusura invece è per Cleveland e Golden State, sempre più avviate a essere le protagoniste per il terzo anno consecutivo delle Finals NBA: “Perché mai dovrebbe essere una cosa negativa per la NBA? Non ha alcun senso. Soltanto perché è una sfida prevedibile dovrebbe non essere eccitante? Anch’io so che domani mattina mi sveglierò: dovrei considerarla per questo una cosa negativa?”. Kobe in effetti non ha mai amato le mezze misure, neanche a parole.