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NBA Jackson: “Ci piacerebbe che Melo avesse successo da qualche parte”

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Dopo la conferenza stampa di fine anno, il presidente dei Knicks è tornato a parlare delle situazioni intricate di Carmelo Anthony e Kristaps Porzingis, sempre tenendo un occhio al Draft

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Ogni volta che Phil Jackson parla, qualcosa si muove. È inevitabile: un po’ per la caratura del personaggio, un po’ per la situazione sempre più confusa in casa New York Knicks, le sue parole hanno sempre un peso diverso rispetto a quelle di chiunque altro – anche quando non parla oppure ripete concetti già espressi. Alla Draft Combine che si sta svolgendo a Chicago, Jackson è tornato di nuovo sulla situazione legata a Carmelo Anthony, sottolineando quanto la sfera privata e la sfera sportiva siano due cose da tenere separate. Il presidente dei Knicks, infatti, ha reso noto di essersi fatto sentire da ‘Melo in seguito a quanto letto sui giornali riguardo la sua burrascosa separazione da LaLa Vasquez, anche se non personalmente, dicendo solo che “volevo sapesse che gli siamo di sostegno”, pur senza andare nei dettagli nonostante le domande dei giornalisti, mostrando un minimo di tatto. Allo stesso tempo, e secondo una logica a suo modo coerente, Jackson ha ribadito ancora una volta che la cosa migliore per ‘Melo sarebbe andare da un’altra parte in modo che possa avere successo: “Ha una ‘no-trade clause’, e penso di aver già espresso quello che penso ad Aprile. Non saprei come dirlo in un modo migliore” ha ribadito il Maestro Zen. “Credo di averlo detto bene anche se molti voi dei media non l’hanno pensata così. Ma ci piacerebbe che avesse successo da qualche parte, e le opportunità si stanno assottigliando. Perché noi non ci arriveremo: forse potremmo essere una squadra da playoff l’anno prossimo, o almeno lo speriamo, ma sarebbe difficile considerarci come possibili campioni”.

Parola a Jeff Hornacek

Ancor più interessante però è stato il relativo silenzio di Jackson sulla questione legata al suo giovane più importante, Kristaps Porzingis. Dopo l’insofferenza dimostrata dal lettone nel finale di stagione, culminata nel mancato colloquio di fine anno con la dirigenza, il presidente dei Knicks ha declinato la possibilità di discutere di quanto fatto da Porzingis. “Piuttosto che continuare questo batti e ribatti da una parte all’altra della rete, preferisco lasciare le cose come stanno” ha dichiarato Jackson. “Jeff [Hornacek] ha già espresso le nostre idee a riguardo”. In effetti l’allenatore di New York aveva dichiarato proprio alla Combine che nella sua testa non c’è “alcun dubbio che il prossimo anno [Porzingis] sia a roster. Vogliamo che torni e tutto si sistemerà quando ritornerà a New York”. Hornacek ha anche commentato la mancata partecipazione di Porzingis all’exit interview dicendo che “sarebbe stata una grande occasione per parlare di quello che vede, ma sarà una lunga estate. Alla fine parleremo con lui e tutto si sistemerà per l’anno prossimo. Non so se è deluso: i ragazzi prendono delle decisioni e vivono con le loro decisioni. Ma non si può tornare indietro e quello che è successo è successo: inutile rimuginarci. Impareremo e faremo gli aggiustamenti adatti per il futuro”. Hornacek ha anche aggiunto che potrebbe venire nel Vecchio Continente per seguire gli Europei tra fine agosto e settembre, osservando le prestazioni di Willy Hernangomez, Mindaugas Kuzminskas e ovviamente Porzingis. Che sia quella l’occasione per una discussione a quattr’occhi con il numero 6 dei Knicks? 

La vista da casa Porzingis

Il fratello Janis, nel frattempo, ha dichiarato a ESPN che l’intenzione di suo fratello è di rimanere a New York, ma che vorrebbe attorno a sé un migliore per proseguire la sua evoluzione come giocatore e vincere. “Se venisse scambiato” ha continuato l’ex Livorno, Pistoia e Brindisi, che ora funge da agente nell’agenzia di Andy Miller e cura gli interessi del fratellino, “arriverebbe alla fine del suo contratto e entrerebbe in free agency, scegliendo la sua prossima destinazione”. Come a dire: non provate a scambiare per lui, perché tanto non rimarremmo a lungo. Ed effettivamente Porzingis ha tutto l’interesse economico a rimanere con la squadra che lo ha scelto al Draft, che potrebbe offrirgli più soldi di chiunque con la prima estensione dopo il contratto da rookie (che per Porzingis arriverà nella prossima estate) e, successivamente, potrebbero offrirgli la succosissima “Designate Player Exception” da oltre 200 milioni (o anche di più, in base all’evoluzione del cap negli anni). Il tutto senza considerare i guadagni extra per un giocatore del suo calibro esclusivamente per il fatto di giocare in un mercato enorme come quello di New York.

Un occhio al Draft

Jackson e Hornacek si trovano a Chicago soprattutto per dare un occhio e parlare con i giovani che si presenteranno al prossimo Draft, dove i Knicks detengono al momento la settima scelta assoluta (dopo aver perso il “lancio della monetina” coi Minnesota Timberwolves) e poco più del 5% di possibilità di vincere la prima scelta assoluta. “Ci speriamo fortemente, vogliamo la prima scelta perciò faremo il tifo per quelle piccole palline” ha ovviamente dichiarato Jackson, sottolineando come la squadra sia piena di lunghi ma carente nei reparti delle guardie e delle ali. Al momento ha incontrato due prospetti nel loro “range” di scelta come De’Aaron Fox e Frank Mason III – ma più che parlare con loro, Jackson si è limitato a fissarli, proferendo pochissime parole e lasciando che fosse il suo consigliere fidato Clarence Gaines, l’uomo che ha suggerito Porzingis nel 2015, a gestire il colloquio. Jackson comunque ha bene in mente il giocatore che vuole, indipendentemente che sia guardia o ala: “Cerchiamo giocatori che abbiano le abilità che vogliamo, ragazzi che possano giocare sugli scarichi senza doverla mettere per terra ogni volta. Ragazzi che sanno passare il pallone, qualità molto importante. E anche che sappiano muoversi bene sul piede perno, così che possiate scriverlo. No, sto scherzando” ha detto Coach Zen, lanciando una frecciata per tutte le critiche sentite sull’Attacco Triangolo dentro e fuori dalla franchigia. “Una cosa che ci piace vedere è se possono tenere fisicamente le 82 partite. Perché ci vuole parecchio. Ed è una cosa che possiamo giudicare venendo qui di persona”. Basterà per riportare i New York Knicks in alto come vorrebbero i tifosi? “Per lavorare bene è importante avere una tifoseria positiva, e ci piacerebbe dare loro un po’ di speranza perché in questo momento sono delusi” ha chiosato Jackson. “Sono passati tanti anni dalle ultime finali, vogliamo ridare loro speranza. Sono stati delle damigelle d’onore, ma mai delle spose”.