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NBA, anteprima playoff: Boston Celtics-Cleveland Cavaliers

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Stefano Salerno

I Cavaliers tornano in campo dopo nove giorni di riposo, pronti ad approfittare del vantaggio atletico e tecnico contro i Celtics che stanno vivendo il loro momento migliore degli ultimi cinque anni, vista la vittoria sia in gara-7 su Washington che della Lottery che gli ha garantito la prima scelta al prossimo draft 

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I Boston Celtics sono pronti a chiudere una tre giorni molto impegnativa (e finora andata nel migliore dei modi), ospitando a meno di 48 ore di distanza dal termine della combattuta e vittoriosa gara-7 contro Washington anche i Cleveland Cavaliers, freschi e riposati dopo nove giorni passati davanti la tv ad attendere quale delle due squadre avrebbe avuto la meglio. I bianco-verdi inoltre questa notte hanno pescato la prima scelta assoluta al prossimo draft; merito di Paul Pierce, ma soprattutto della buona sorte che sta assistendo in questi giorni i Celtics. Il co-proprietario della squadra del Massachussets ha infatti dichiarato: “Se questa sera battiamo anche Cleveland, parto subito per Las Vegas” a giocarmi tutto. Riuscirci però sembra tutt’altro che semplice, in quello che sarà il sesto incrocio nella post-season tra LeBron James e i Boston Celtics, la squadra che si è ritrovato più volte ad affrontare. Cinque anni fa in gara-6 proprio al TD Garden arrivò quella che in molti considerano LA partita della svolta nella carriera del numero 23, travolgente con i suoi 45 punti, 15 rimbalzi e 5 assist in un match vinto 98 a 79. Sulla panchina di Boston, nelle vesti di assistente allenatore, c’era Tyronn Lue, che ricorda bene cosa successe: “Siamo tornati a casa sul 3-2, con la possibilità di chiudere la serie al Garden, avendo una grande opportunità per buttare fuori gli Heat. LeBron però quella sera aveva altre intenzioni: mise a referto 45 punti e 6 triple che dimostrarono come per lui le cose sarebbero dovute andare in un altro modo”.

Stato di forma delle squadre

Da lì in poi infatti James non ha mai smesso di conquistare le Finals NBA, pronto a diventare il sesto giocatore della storia a metterne in fila sette consecutive. Gli altri cinque sono tutti ex-Celtics, protagonisti assieme a Bill Russell della storica cavalcata a cavallo degli anni ’60. James storicamente ha sempre giocato delle grandi partite contro i Celtics (17-12 il record con 29 punti, 8.8 rimbalzi e 5.8 assist di media) e se possibile in questi playoff è apparso ancora più convinto e maturo, l’unico a essere riuscito nelle prime otto sfide di playoff a mettere assieme 275 punti, 70 rimbalzi e 50 assist. "Sono una squadra contro cui bisogna pianificare ogni volta qualcosa di diverso - racconta lo stesso James a poche ore dalla sfida -; sono molto ben allenati. E questo ci stimolerà ad avere sempre il focus giusto”. Parole di stima da parte del 23, che non può negare però l’indiscutibile vantaggio che i Cavaliers si sono conquistati sul campo, chiudendo con largo anticipo entrambe le serie con Pacers e Raptors, arrivando così molto più riposati dei Celtics alla sfida, ancora in affanno dopo la lunga maratona contro gli Wizards. I playoff di Boston infatti sono stati molto più travagliati, passati attraverso rimonte, gare-7 e drammi familiari. “È un’occasione unica quella di poter competere contro una squadra di questa caratura”, racconta entusiasta coach Stevens, memore di come due anni fa Cleveland gli impartì una lezione nella sua prima serie da allenatore in post-season, con i Celtics condannati a una prematura uscita di scena. Da quel momento in poi però, sono cambiate tante cose, come dimostrato anche dagli incontri disputati in questi ultimi cinque mesi.

I precedenti

Nei quattro precedenti in regular season, i Cavaliers hanno avuto la meglio in tre occasioni, con l’unico successo targato Boston arrivato nella sfida più intrigante e quella che ha determinato poi lo scatto in testa alla Eastern Conference da parte dei Celtics. Un 103-99 combattuto arrivato al Garden grazie ai 31 di Thomas, fondamentali contro la tripla doppia di James. In questa stagione infatti LeBron contro i bianco-verdi viaggia con 29.3 punti, 9.5 rimbalzi e 9.8 assist. Una tripla doppia in divenire in giro sul parquet; un problema enorme per la difesa dei Celtics, in difficoltà anche contro avversari molto meno equipaggiati. I campioni NBA hanno controllato senza troppo affanno le due sfide casalinghe e hanno inferto una pesante lezione nell’ultimo incrocio stagionale disputato a Boston, convinti di potersi andare a riprendere il fattore campo ai playoff. Un tentativo andato a vuoto, ma che non preoccupa più di tanto Tyronn Lue e i suoi ragazzi.

Punti di forza e deboli

Detto di LeBron, Cleveland in realtà può godersi il miglior attacco della NBA in questi playoff con i suoi 117 punti prodotti su 100 possessi, avanti con distacco anche rispetto agli Warriors. Merito del 57.9% di percentuale effettiva dal campo raccolto e della capacità di generare gioco e punti dall’arco. I Cavaliers sono la squadra assieme ai Celtics (Rockets a parte) che prende la percentuale di conclusioni maggiore sul totale dalla distanza (entrambe oltre il 40%), raccogliendo ben il 37.7% dei punti. La seconda squadra in questa speciale classifica? Boston ovviamente, con il 36.6. Risultati simili, ottenuti adottando stili di pallacanestro profondamente diversi. I Celtics infatti sono la squadra in questa post-season che ha messo a referto più canestri assistiti (70.4% contro il 54.1% di Cleveland, 11^ su 16). Il vantaggio infatti da una parte si genera attraverso il movimento della palla, dall’altro grazie agli isolamenti che garantiscono dei miss match continui: Cleveland è prima per possessi terminati con un isolamento (il 15.1%), i Celtics ultimi con il loro 5.2. Non ditelo a Tyronn Lue però, che per questo ha già la risposta pronta: “LeBron sta giocando su livelli eccellenti. Perché mai dovremmo smettere di cavalcarlo? Sta performando in maniera grandiosa, Kyrie Irving lo sa, Kevin Love lo sa, tutti i ragazzi del roster l’hanno capito. Dovremo trovare il modo di coinvolgere un po’ di più Kevin, di fargli toccare di più il pallone in attacco. Ma al momento non possiamo pensare di non dare palla a James ogni volta che riusciamo a servirlo. La cosa più importante per tutti è vincere e per raggiungere l'obiettivo tutti sono disposti a sacrificarsi” 

Matchup

A guardare i dati della regular season, Boston si sarebbe potuta consolare con quelli difensivi raccolti in regular season dai campioni NBA in carica, ma al momento con un paio di accorgimenti la resa a protezione del ferro (almeno in termini di rating difensivo) è sostanzialmente la stessa tra le squadre: 105.5 Boston, 105.9 Cleveland. A pesare quindi sarà la scelta in marcatura su James, difficilmente arginabile in uno contro uno da un roster che non sembra avere il giocatore adatto per restare a lungo sulle sue traccie. Jae Crowder è spesso apparso in difficoltà contro avversari molto meno pericolosi e anche lo stesso Marcus Smart, tra tutti forse il miglior difensore di squadra assieme a Avery Bradley, non ha i chili e la stazza per opporre resistenza al gioco spalle a canestro del Re. A livello di taglia e dimensione coach Stevens potrebbe tentare con Jaylen Brown, ma un rookie da 130 minuti in carriera giocati ai playoff contro gli 8.722 di LeBron non sembra essere un accoppiamento su cui scommettere a lungo. Il problema d stazza poi si riproporrà anche sotto canestro, con Cleveland quarta per percentuale di ribalzi catturati a differenza dell’ultimo posto in graduatoria occupato da Boston, incapace spesso e volentieri di limitare gli extra-possessi concessi agli avversari. I lunghi di casa Celtics in parte si fanno perdonare con la precisione in attacco: Al Horford infatti è il migliore tra tutti i giocatori ai playoff per percentuale effettiva dal campo (71.8%), oltre ad essere il migliore per punti per possesso realizzati quando giocata da rollante nel pick&roll (1.48 punti). Un dato figlio dell’intesa con Isaiah Thomas che in questa post-season gli ha già regalato 36 assist, il massimo in questi playoff che un giocatore ha fornito a un singolo compagno di squadra. Raddoppiare Isaiah a nove metri dal ferro; mettere un giocatore in marcatura su Horford in grado di cambiare sul numero 4; restare incollati a Thomas e sfidarlo ad andare dentro e affrontare i tentacoli di Tristan Thompson e di tutta la difesa Cavs. Tante opzioni, un’unico modo per scoprire la risposta: questa notte gara-1 dalle 2.30 in diretta su Sky Sport 2.