"La nostra miglior difesa è l'attacco", dice coach Tyronn Lue mentre i Cavs si preparano al primo episodio della sfida di finale contro Golden State. Le parole di LeBron James, Kyrie Irving e Kevin Love nell'ultimo allenamento prima di scendere in campo
OAKLAND — Il tema della trilogia tiene banco anche in casa Cavs. Si pronuncia coach Lue (“Non possiamo dare per scontato l’essere in finale per il terzo anno di fila, anche se abbiamo il miglior giocatore del mondo in squadra”, dichiara riferendosi ovviamente a LeBron James); si pronunciano i giocatori, chi con più entusiasmo (“Stiamo facendo la storia della NBA ed è divertente, eccitante, speciale, soprattutto per uno come me che viene da una famiglia di basket e che è cresciuto guardano le finali in tv ogni anno”, dice Kevin Love) chi con meno (“al momento non ci pensiamo troppo, vogliamo solo giocare”, taglia corto Kyrie Irving). Alla fine, come spesso accade, a metter fine alla discussione arriva il parere di LeBron James: “Non parlo della mia legacy perché vivo nel momento, una valutazione su statistiche e storia personale la farò eventualmente quando mi ritirerò, alla fine della mia carriera — e allora valuterò i sette titoli consecutivi della Eastern Conference a tutto questo genere di traguardi”. Intanto per aggiungere un anello alla sua collezione dovrà vedersela contro gli Warriors e contro Kevin Durant, da sempre amico, ora anche avversario. “Se c’è bisogno sappiamo di poter contare uno sull’altro. In particolare io — fin da prima che KD sbarcasse nella lega — gli ho sempre dato la mia piena disponibilità se avesse voluto un aiuto o qualche minuti in più. La mia porta per lui è sempre stata aperta, dai tempi di Seattle fino a oggi: mi è piaciuto seguire la sua carriera”.
Battere gli Warriors
Ora LeBron James e soci Durant se lo ritrovano davanti, parte di un attacco esplosivo e di una difesa (dicono le cifre) ancora migliore. “Golden State segnerà i suoi punti, questo lo sappiamo — mette in conto coach Tyronn Lue — ma per noi è fondamentale non batterci da soli, quindi non perdere palloni lasciando scatenare così il loro attacco. La nostra miglior difesa sarà l’attacco: se eseguiamo bene e non buttiamo via la palla potremmo togliergli la transizione, un’arma davvero pericolosa in mano a questi Warriors”. “Gara-1 sarà una gara in cui ci studieremo — dice Kyrie Irving — il nostro game-plan dev’essere basato su aggressività e sull’imposizione di un ritmo partita a noi congeniale”. “Vincendo gara-1 c’è la chance di dare alla serie una certa impronta ma ovviamente davanti al loro pubblico gli Warriors faranno di tutto per aggredirci. Saremo pronti, dobbiamo esserlo”, le parole di Kevin Love. “Personalmente devo impormi di più, scegliere io le zone di campo dove giocare, dove cercare di far male”, dice il lungo ex Minnesota, che un esempio — anzi, forse, il migliore esempio — di leadership lo vede costantemente in palestra e in campo: “La sua dedizione a raggiungere la grandezza assoluta, il suo approccio quotidiano al lavoro, la sua routine sono tutti aspetti fuori dal normale del giocatore/atleta LeBron James. Uno che non si ferma mai, che non smette mai e così facendo si impone come esempio per tutto il resto della squadra. Noi tutti ci adattiamo a quello che ci fa vedere ma — fra i tanti modi in cui è speciale — direi che la sua dedizione a voler essere il migliore è davvero qualcosa di speciale”. LeBron — proprio da leader — incassa ma senza esagerare: “Va bene essere soddisfatti, ma non troppo, altrimenti divento compiaciuto”. E contro questi Warriors occorre andare in campo col massimo della concentrazione, se si vuole giocare ad armi pari.