"The Greek Freak" segna 16 dei suoi 37 punti nell'ultimo quarto e domina Boston al TD Garden. 53 punti della coppia John Wall-Bradley Beal rovinano il debutto in NBA di Ben Simmons e Markelle Fultz. A New Orleans non bastano i 61 punti in coppia di Anthony Davis e DeMarcus Cousins per battere Memphis. Tutti i risultati e gli highlights
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Boston Celtics - Milwaukee Bucks 100-108
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I tifosi dei Celtics avevano atteso per mesi il momento dell’esordio casalingo della propria nuova squadra, ma hanno potuto osservare la nuova stella Gordon Hayward solamente sul maxi schermo del TD Garden, applaudendo il video-messaggio di ringraziamento dello sfortunato numero 20 dal letto d’ospedale. In una situazione già difficile di suo, affrontare i Milwaukee Bucks in back-to-back dopo essere rientrati solo a notte fonda da Cleveland non era il compito più facile del mondo, e non a caso i Celtics — pur combattendo e rimontando nel terzo quarto, passando dal -7 all’intervallo a un vantaggio di +5 — hanno ceduto negli ultimi tre minuti subendo un parziale di 11-1 sotto i colpi di Giannis Antetokounmpo. La stella dei Milwaukee Bucks è stato il dominatore assoluto della sfida: 37 punti (di cui 16 nell’ultimo quarto), 13 rimbalzi, 3 recuperi e 3 assist, di cui l’ultimo decisivo per la tripla di Matthew Dellavedova (15 punti e un accenno di rissa con Marcus Smart) per il +5 a 44 secondi dalla fine che di fatto ha chiuso la gara. A dar loro man forte i 19 di Malcolm Brogdon e i 15+9 di Khris Middleton, mentre dall’altra parte il miglior realizzatore è stato ancora una volta Jaylen Brown con 18 punti, seguito da un Kyrie Irving altalenante con 17 punti ma con 7/25 dal campo.
Washington Wizards - Philadelphia 76ers 120-115
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C’era grande attesa nella Capitale per la prima partita dei giovanissimi Sixers, con le ultime due prime scelte al Draft Ben Simmons e Markelle Fultz al debutto in NBA. Entrambi hanno chiuso in doppia cifra (18+10 con 5 assist per il primo, 10 per il secondo dalla panchina) e con un quintetto guidato dai 29 di Robert Covingon (7/11 dall’arco) e la doppia-doppia da 18+13 di Joel Embiid in quasi 27 minuti, i Sixers hanno fatto il loro quantomeno in attacco. Fermare una squadra rodata come gli Wizards, specialmente al Verizon Center, è impresa dura per chiunque: John Wall (28 e 8 assist ma 10/28 dal campo) e Bradley Beal (25 pur con 6/17 dal campo) hanno trascinato Washington alla vittoria nonostante la brutta serata al tiro, seguiti dai 16 punti (10 nel quarto quarto) con 17 rimbalzi di Marcin Gortat. I Sixers hanno avuto comunque la chance di pareggiarla con una tripla di J.J. Redick (12 punti alla sua prima in maglia Philly) che è finita sul secondo ferro, ma per i tifosi accorsi al palazzo cantando “Trust the Process” — facendo arrabbiare il pubblico di casa — è comunque il primo passo di una nuova era.
Memphis Grizzlies - New Orleans Pelicans 103-91
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Parte con il piede sbagliato la stagione dei Pelicans, peraltro con un leit-motiv ben conosciuto: la coppia Davis-Cousins ha firmato 61 in coppia (33+18 rimbalzi il primo, 28+10 con 7 stoppate per il secondo), ma il resto della squadra si è fermata a 30 con un rivedibile 12/35 dal campo, con in testa il brutto 2/11 di Jrue Holiday che ha chiuso a quota 4 punti segnati. Ad approfittarne allora sono stati i Grizzlies, che oltre al solito grande contributo di Mike Conley (27 punti con 9/15 al tiro) e la doppia doppia di Marc Gasol (14+11), scoprono il talento del rookie Dillon Brooks, autore di 19 punti di cui 10 in un momento chiave per estendere il vantaggio a 14 lunghezze. In una serata in cui i Grizzlies hanno omaggiato l’ex Tony Allen (di cui ritireranno la maglia), la squadra di coach Fizdale ottiene la seconda vittoria consecutiva all’esordio stagionale — un risultato che non avevano mai ottenuto nella loro storia.
Detroit Pistons - Charlotte Hornets 102-90
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Serata storica per i Pistons, che introdotti da tre icone della città come Eminem, Kid Rock e Big Sean hanno inaugurato la nuovissima Little Ceasars Arena di downtown, nuova casa della franchigia del Michigan. A battezzare il nuovo parquet è soprattutto Tobias Harris, autore di 17 dei suoi 27 punti nel primo quarto a cui ha aggiunto 10 rimbalzi per firmare la prima vittoria casalinga, rovinando il debutto da 10+15 di Dwight Howard con gli Hornets. Il parziale di 27-18 con cui si è concluso il secondo quarto ha di fatto deciso la sfida, visto che i Pistons sono riusciti a costruire un vantaggio di 11 punti a cui Kemba Walker con i suoi 24 è riuscito a rimediare.
Indiana Pacers - Brookyln Nets 140-131
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Partita ad altissimo punteggio a Indianapolis, dove i padroni di casa vincono mandando ben 8 giocatori in doppia cifra, guidati dai 22 di Victor Oladipo e i 21 a testa di Myles Turner (anche 14 rimbalzi e 4 stoppate) e Darren Collison (autore di 11 assist). Eccellente il 52% al tiro di squadra nonostante un non edificante 9/34 da tre punti, mentre Brooklyn ha pagato le 20 palle perse che hanno rovinato il 48% con cui avevano tirato. Inutili i 30 punti di D’Angelo Russell, ma la vera brutta notizia è il grave infortunio nell’ultimo quarto di Jeremy Lin, che è uscito tenendosi il ginocchio destro dopo una prestazione da 18 punti: si teme la rottura dei legamenti.
Orlando Magic - Miami Heat 116-109
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Rischiano grosso i Magic, che dopo aver costruito un vantaggio di 17 punti vanno vicini a subire la rimonta degli Heat guidati da un Hassan Whiteside da 26 punti e 22 rimbalzi (anche una tripla per lui, la prima della carriera). A rimettere le cose a posto dopo che gli ospiti erano rientrati fino al -2 ci ha pensato Evan Fournier, autore di 7 dei suoi 23 punti negli ultimi 2 minuti e mezzo con cui ha regalato la prima vittoria ai suoi, che hanno avuto la solita doppia doppia da 19+13 di Nikola Vucevic e hanno mandato tutto il quintetto in doppia cifra. Stessa prolificità anche per Miami, che oltre ai 17 di Goran Dragic (ma con 6/19) e i 15 di Dion Waiters (7/17) hanno anche i 10 di Kelly Olynyk al debutto da titolare.
Utah Jazz - Denver Nuggets 106-96
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Parte forte Denver, dominando il primo quarto con un parziale di 17-4 e chiudendo il primo tempo sopra di 9, 58-49, cavalcando un ottimo 9/16 da tre punti di squadra. La reazione dei Jazz arriva a cavallo tra il terzo e il quarto quarto, con un parziale di 25-4 che porta la firma di Alec Burks, autore di 12 dei suoi 16 punti totali (con 7/10 dal campo in soli 15 minuti): “Surreale”, la definizione usata dal giocatore dei Jazz per descrivere la sua performance, che arriva dopo 3 anni martoriati dagli infortuni (ben 146 le partite saltate). Per Utah bene anche Rudy Gobert (18 e 10 rimbalzi per il lungo francese) e Ricky Rubio, in doppia cifra di assist (10) al suo esordio agli ordini di coach Snyder. Denver ha in Willie Burton dalla panchina il top scorer a quota 23 punti, mentre Jokic tira male (solo 3/10 per 7 punti) ma aggiunge 12 rimbalzi e 8 assist a una partita totale. Ne mette 19 invece il neo-arrivato Paul Millsap, inutili però a evitare la sconfitta dei Nuggets.
Phoenix Suns - Portland Trail Blazers 76-124
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Il risultato finale non lascia molto altro da dire: i 48 punti di scarto con cui Phoenix esce distrutta dalla trasferta in Oregon sono il margine più alto per una sconfitta in un opener stagionale nella storia NBA (46 il margine precedente, in un Nuggets-Clippers 139-93 del 1987) e il peggior ko mai subìto dai Suns in 49 anni di pallacanestro giocata (151-107 contro Seattle il precedente record negativo di franchigia). Il tutto contro dei Blazers costretti a fare a meno della loro seconda opzione offensiva, C.J. McCollum (squalificato per una gara): a non farlo rimpiangere ci hanno pensato i 27 punti con 4 triple di Damian Lillard e i 24 (massimo in carriera) di Pat Connaughton dalla panchina, frutto di un ottimo 9/14 al tiro. Portland chiude la gara oltre il 58% da tre punti (14/24) e indirizza la gara già prima dell’intervallo con un secondo quarto da 31-14. Phoenix ha avuto in Eric Bledsoe (15) e Devin Booker (12) i due migliori marcatori, ma la coppia si è prodotta in un orrendo 1/9 dall’arco; ancora peggio la panchina di coach Watson, capace di produrre solo 26 punti contro i 61 della second unit dei Blazers.
Sacramento Kings - Houston Rockets 100-105
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La gita degli Houston Rockets a inizio stagione nel nord della California termina con due convincenti vittorie: alla prima in casa dei campioni in carica degli Warriors fa seguito quella sul campo dei Sacramento Kings, arrivata pur tenendo a riposo Chris Paul, alle prese con un dolore al ginocchio. Ci pensa allora il solito James Harden, autore di 27 punti e tre triple spacca-partita nel quarto quarto, ma accanto alle prodezze del Barba si fanno notare anche i 25 punti di Eric Gordon (con 4 triple a segno) e i 22 con 10/12 al tiro e 17 rimbalzi (di cui 5 offensivi) di un ottimo Clint Capela, che eguaglia così il suo massimo in carriera sotto i tabelloni. I Kings mandano in doppia doppia la propria coppia di lunghi futuribili (21+10 con 10/15 dal campo per Willie Cauley-Stein, 12+10 per Skal Labissiere) e hanno incoraggianti segnali sia da Buddy Hield (19) che dal rookie De’Aaron Fox in uscita dalla panchina (14 in 24 minuti con 7/15 al tiro). Pur in partita fino all’ultimo, Sacramento non riesce ad approfittare del back-to-back di Houston (13 volte vincenti in 16 occasioni lo scorso anno) ed esce sconfitta per la sesta volta in fila contro i Rockets.