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NBA, LeBron James si autoproclama "re di New York": gli rispondono Kanter e Porzingis

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Dopo la sfida tra Cavs e Knicks non finiscono le polemiche a distanza tra LeBron James ed Enes Kanter: il primo si autoproclama “re di New York” su Instagram, il secondo gli preferisce Kristaps Porzingis. Che a sua volta dice la sua: "La città non la pensa così"

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Una sola parola (“Prego”), poi l’icona di una corona seguita dalle parole “of New York”. Il Re (LeBron James) si incorona “re di New York” per una notte dopo aver guidato la rimonta dei suoi Cavs sul parquet dei Knicks e aver messo a segno la tripla decisiva in faccia a Kristaps Porzingis. Su Instagram il suo post diventa subito molto popolare (quasi un milione e trecentomila like) ma c’è qualcuno a cui non piace: ovviamente parliamo di Enes Kanter, il lungo turco dei Knicks che nella gara di lunedì notte era stato protagonista di uno screzio in campo con il n°23 dei Cavs, poi seguito da un botta-e-risposta nel post-partita. “Mi spiace per LeBron – le parole di Kanter una volta informato del post apparso sui social della stella dei Cavs – ma qui a New York abbiamo già un re, ed è Kristaps Porzingis”. Il quale, interpellato direttamente sull’affermazione via Instagram di James, ha risolto la questione con un salomonico “credo che la città non sia d’accordo”. Così, se LeBron James aveva pensato di chiudere polemica e discussioni con le parole rilasciate nel dopo-partita (“Non ho niente da dire su quello successo in campo. Abbiamo vinto. Non voglio farmi coinvolgere da… beh, non ho più neppure voglia di pronunciare il suo nome”), il suo messaggio apparso sui social ha di nuovo riaperto la discussione. Anche perché qualcuno ha visto nella foto pubblicata insieme al messaggio (LeBron che cammina sul parquet del Madison Square Garden, con i piedi a calpestare il logo a centrocampo dei Knicks) un riferimento alla famosa celebrazione a centro campo di Terrell Owens, wide receiver dei San Francisco 49ers, sulla stella simbolo dei Dallas Cowboys, effettuata dopo un touchdown contro la squadra texana, nel lontano 2000. Un segno di mancato rispetto verso gli avversari, che qualcuno ha voluto legare anche alla foto scelta da James per i propri social. 

Kanter: in campo non ho amici

Senza arrivare a tanto, Kanter ha voluto spiegare come le sue parole e le sue azioni nei confronti di LeBron James siano soltanto una diretta conseguenza dell'approccio che porta in campo a ogni partita: “Non ho niente contro di lui, anzi – ha raccontato – ma da quando sono arrivato a New York quello che ripeto a tutti i miei compagni è che quando scendiamo in campo non abbiamo amici: niente strette di mano, ogni sera in campo è una guerra, zero amici, zero sorrisi, perché gli avversari sono i nostri nemici. Dobbiamo portare in campo ogni sera questa cattiveria”. Un approccio bellicoso, forse troppo, per fortuna poi mitigato dalle ultime parole pronunciate dal turco che ci si augura mettano davvero fine (almeno fino al prossimo Cavs-Knicks) alla contesa dialettica: “Penso sia meglio dimenticare tutto ora e tornare a concentrarsi sulle partite che abbiamo davanti, a partire dalla prossima”. Se non che a rilanciare di nuovo discussioni e polemiche - dall'altra costa, in quel di Portland - ci pensa uno che ha spesso un'opinione su tutto, Evan Turner, probabilmente molto divertito dagli scambi dialettici tra James e Kanter: "A New York - scrive sul suo account Twitter - dà più fastidio ora che LeBron si è dichiarato re della città o quando lo aveva fatto Kendrick Lamar nella canzone di Big Sean?". Il riferimento musicale dell'all around dei Blazers è alla canzone "Control", incisa da Big Sean con il featuring illustre del rapper di Compton, la cui frase "I'm the king of New York" aveva causato più di una controversia nel mondo dell'hip hop USA.