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NBA: Spurs, che rimonta da -23! Thunder ancora battuti nel finale

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OKC domina il primo quarto d'ora di gioco, vola sul 43-20 prima di subire la furiosa rimonta degli Spurs, che a suon di difesa e triple tornano in partita. Nel finale i Thunder hanno la palla per pareggiare, ma il piede di Anthony per pochi centimetri finisce sulla linea del tiro da tre

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San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 104-101

IL TABELLINO

Sul 20-43 in favore degli Oklahoma City Thunder dopo un quarto d’ora di gioco, in pochi avevano pensato che la partita fosse già finita, anche se i San Antonio Spurs acciaccati e ancora falcidiati dagli infortuni di questo primo mese (ancora fuori Leonard e Parker) avrebbero potuto non trovare le energie necessarie per rimontare. E invece i texani hanno fatto ricorso alla solita formula magica: difesa e tiro da tre punti, antesignani di un modo di giocare di cui ormai tutto il resto della Lega non può più fare a meno. Alla difesa ci pensano un po’ tutti, alle triple soprattutto Danny Green: cinque delle 14 totali di squadra portano la sua firma, mentre quella di Bertans a 38 secondi dal termine del terzo quarto riporta la partita in perfetto equilibrio sul 78-78. La gara quindi si decide nell’ultimo minuto di gioco: Aldridge corregge a canestro un tentativo dalla distanza di Danny Green e regala ai suoi il 102-99 a 24 secondi dal termine. OKC a quel punto prova a prendersi almeno l’overtime, ma le due conclusioni consecutive dall’arco non trovano il fondo della retina. Il terzo tentativo è quello buono: Carmelo Anthony mette a segno il jumper, ma il suo piede è sulla linea dell’area e dunque sul tabellone resta un punto in favore degli Spurs. Dopi il fallo intenzionale e i successivi due tiri liberi a segno, è Westbrook a riprovarci sempre dalla lunga distanza, sempre per il pareggio: la palla non trova neanche il ferro e gli Spurs portano a casa grazie al 104-101 finale la terza rimonta più importante dell’era Gregg Popovich (rientrando e vincendo da -23). “È una vittoria dal sapore speciale; i ragazzi hanno iniziato a scavare in profondità. A martellare la roccia, ricominciando a giocare un basket basilare e semplice, che ci ha permesso di ritornare nel match”. Pounding the rock è l’espressione usata da coach Popovich, il nome che porta un famoso blog che racconta le vicende degli Spurs. Un vero e proprio manifesto ideologico, il punto di partenza necessario per conquistare l’ennesimo successo.

Thunder ancora battuti in un finale combattuto

E i Thunder? Beh, difficile giustificare un crollo così rumoroso dopo che nel primo quarto tutto sembrava in discesa. “È dura da accettare, io stavo soltanto provando a realizzare il canestro da più lontano possibile. Non mi sono reso conto dove avessi esattamente poggiato il piede”; è Carmelo Anthony il primo a parlare nel post partita, di gran lunga il migliore dei tre All-Star dei Thunder con i suoi 20 punti (con 9/17 al tiro), 6 rimbalzi e 3 assist. “Ogni volta che tu concedi al tuo avversario di poter cambiare l’inerzia del match, di poter prendere ritmo… Beh, ti fai del male da solo”, analizza un Paul George da 18 punti, 7 rimbalzi, 6 assist e 3 recuperi. La chiosa invece spetta a Westbrook, che puntava a diventare il primo giocatore nella storia a mettere a referto tre triple doppie consecutive contro gli Spurs, fermatosi però a 15-9-9 al termine di una gara in cui ha forzato molto, soprattutto al tiro (5/22 con 0/4 dall’arco): “Il nostro atteggiamento è stato positivo fino alla sirena finale, ma non esistono vittorie morali nello sport. A loro non è bastato altro che aumentare il ritmo, giocare più velocemente per darsi una chance di rientrare in partita”. Già, una rimonta a tratti furiosa che i Thunder non sono riusciti a rallentare, né a prevedere, come racconta coach Donovan: “Sapevo che avrebbero tranquillamente potuto rimontare, ma non sentivo che quel momento stesse arrivando. Noi eravamo in pieno controllo, eravamo rilassati”. Forse troppo verrebbe da dire, visto il risultato.