Dopo il ko contro i San Antonio Spurs, Boston ritorna al successo approfittando della pessima serata al tiro dei Pistons. I Celtics controllano gara per 48 minuti e allungano in testa alla Eastern Conference
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Detroit Pistons-Boston Celtics 81-91
Per vincere bisogna innanzitutto fare canestro. Una regola semplice, sfuggita ai Pistons in una serata offensiva da dimenticare. Detroit tira 28/84 dal campo (33.3%) e 10/33 dall’arco; troppo poco per pensare di restare in partita contro i Celtics. Merito anche della difesa di Boston, che permette alla miglior squadra della Eastern Conference di fare gara di testa per tutti i 48 minuti, veleggiando spesso e volentieri oltre la doppia cifra. Il 12-0 di parziale firmato Pistons però sembra dare la scossa a una sfida soporifera fino a quel momento, ma bastano un paio di colpi da maestro firmati da Al Horford (18 punti, 9 rimbalzi e 6 assist) e Kyrie Irving (16 punti con tre triple) per rimettere le cose a posto. Detroit affonda così, tradita dal suo totem sotto canestro: Drummond infatti ci mette 45 minuti per segnare i primi punti di una partita in cui i Celtics gli hanno tolto le ricezioni e le conclusioni nei pressi del canestro. Alla fine il tabellone è impietoso: sono soltanto 81 i punti segnati dai Pistons, 19 dei quali portano la firma di Tobias Harris – il migliore dei suoi. Tatum&Brown combinano per 23 punti e mettono sul parquet la solita intensità: Boston torna a vincere dopo il ko contro San Antonio, conquista il 23° successo stagionale e allunga in testa alla Eastern Conference.
Il racconto del primo tempo
Non c’è Marcus Morris tra le fila dei Celtics, ma ricordando le pesanti defezioni degli ultimi NBA Sundays fortunatamente stavolta i protagonisti principali ci sono tutti sul parquet. I Pistons partono forte in attacco: 5 punti per Harris, 5 per l’ex Bradley, ma Boston risponde colpo su colpo. Irving e Horford non sbagliano un tiro e al primo timeout è 13-10 in favore dei Celtics. Il lungo di Boston è assoluto protagonista, prima di dover abbandonare il parquet per un problema fisico e prendere la strada degli spogliatoi per verificare l'entità del problema. La squadra di coach Stevens vola oltre la doppia cifra di vantaggio grazie alle triple dei giocatori in uscita dalla panchina che in un amen provano a lanciare la prima fuga Celtics. A fine primo quarto è 29-21 in favore degli ospiti. Irving da una parte e Bradley dall'altra sono i primi a scollinare oltre la doppia cifra alla voce punti, ma a fare la differenza sono le percentuali dal campo, nettamente a favore di Boston: la migliore squadra della Eastern Conference resta così in testa alla sfida senza troppo affanno. La scossa dalla panchina per i Pistons arriva da Ish Smith e Luke Kennard che riportano Detroit a un solo possesso di distanza. Il punteggio resta basso e così Detroit resta tranquillamente in partita nonostante i 33 punti dopo 20 minuti. Negli ultimi minuti del terimo tempo la sostanza e l'equilibrio non cambiano: all'intervallo lungo è 44-37 per Boston, con 11 punti con cinque tiri di Irving. i Celtics chiudono con il 43% dal campo, di gran lunga superiore al 31% raccolto dai Pistons, in enorme difficoltà quando si tratta di trovare il fondo della retina.
Il racconto del secondo tempo
L’allungo dei Celtics a inizio ripresa arriva praticamente per inerzia, soprattutto perché Detroit non segna mai e continua a fermarsi sul primo ferro. Drummond non trova tiri, di conseguenza neanche punti e la frustrazione porta in dote soltanto un fallo tecnico e nulla più. Dopo l'ennesimo timeout di coach Van Gundy, i Pistons non muovono il punteggio sul tabellone e i cinque punti di Horford regalano il +17 e conseguente massimo vantaggio ai Celtics. Dopo cinque complessi minuti arriva il gol di Harris in avvicinamento, ma a replicare dall'arco ci pensa Jayson Tatum. Sul 60-42 è Stevens a voler parlare con i suoi, ma non di certo per redarguirli: i padroni di casa infatti tirano con il 29% dal campo anche per merito della difesa di Boston, abile a togliere tutte le ricezioni e i canestri dall'interno dell'area agli avversari. A ridare un po' di linfa a Detroit sono le sgasate di Smith, pura energia che scuote i compagni: il vantaggio Celtics si riduce a dieci a un quarto d'ora dalla fine. La super tripla di Rozier sulla sirena del terzo quarto chiude la frazione sul 73-59. Boston è abile nell'ultima frazione a congelare i tentativi di rimonta dei Pistons, che restano a distanza di sicurezza nella prima metà di quarto. Van Gundy prova la carta Marjanovic, ma l'assunto nei pressi del ferro non cambia: i Pistons non segnano mai un canestro facile, né tantomeno in area. Ci pensa allora la tripla di Harris a riportare in singola cifra lo svantaggio dei padroni di casa, prima che la scossa finale arrivi a scuotere Detroit che piazza il 12-0 di parziale: a quattro minuti dal termine è +4 Celtics. Jaylen Brown segna un canestro pesantissimo, prima che Drummond trovi i suoi primi due punti nel momento più importante del match. Horford sfidato al tiro trova una tripla pesantissima, a cui fanno seguito i primi due viaggi in lunetta del numero 0. I Celtics hanno bisogno di punti e ne trovano due insperati da Marcus Smart: è il segno che è davvero l'anno dei bianco-verdi. Alla sirena finale è 91-81 Boston.