NBA, risultati della notte: C.J. McCollum sbanca Chicago in overtime, Jimmy Butler domina i Lakers
NBALa guardia dei Blazers segna 25 dei suoi 32 punti tra secondo tempo e overtime, fermando la corsa dei Bulls. I 28 punti di Jimmy Butler infliggono la settima sconfitta consecutiva ai Lakers, sempre più ultimi a Ovest. Brooklyn supera Orlando in volata con cinque uomini in doppia cifra
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Chicago Bulls - Portland Trail Blazers 120-124 OT
IL TABELLINO
Con Damian Lillard fuori per la quinta partita consecutiva, la formula vincente per i Blazers non può che essere dare palla in mano a C.J. McCollum e sperare di uscirne vincenti. Un piano a cui bisogna continuare a credere anche dopo un inizio da 0/7 al tiro della guardia, che però tra secondo tempo e overtime si è tolto di dosso la ruggine segnando 25 dei suoi 32 punti finali, tra cui i due che hanno spezzato la parità nell’ultimo minuto dei supplementari per battere i Bulls. “Ho solo cercato di fare delle giocate: se posso prendermi un tiro, me lo prendo. Se non posso, faccio la giocata giusta. Se posso prendermi 30 buoni tiri, me li prendo. Se posso prendermene 40… ne prendo 40”. Una mentalità offensiva utilissima anche per aprire spazi ai compagni, come dimostrano i massimi stagionali di Al-Farouq Aminu (24 punti con 5/7 da tre) e Evan Turner (22 davanti ai suoi familiari, nativi di Chicago) con 16 dalla panchina di Pat Connaughton. Per i Bulls invece non sono bastati le grandi prestazioni di Kris Dunn (22 punti, 7 rimbalzi e 4 assist ma anche 8 palle perse e l’errore decisivo per pareggiarla a 10 secondi dalla fine) e Lauri Markkanen (19 e 8 rimbalzi con 4/6 da tre), a cui si aggiungono il solito “One-Two Punch” Mirotic & Portis con 32 dalla panchina (18 per il primo e 14 per il secondo). I Bulls si sono fatti rimontare sei punti di vantaggio negli ultimi 2 minuti e mezzo dei regolamentari, lasciando i due protagonisti della scazzottata di inizio anno in panchina per tutto il periodo finale, complice la presenza massiccia di Jusuf Nurkic che richiedeva l’impiego di Robin Lopez. Per i Bulls si tratta della prima sconfitta in casa dopo 7 vittorie consecutive.
Minnesota Timberwolves - Los Angeles Lakers 114-96
I tifosi dei T’Wolves ormai si saranno abituati alle partenze sprint della loro squadra: dopo il 17-0 registrato domenica nel successo su Indiana, gli uomini di Thibodeau ne hanno confezionato uno da 16-0 per “aprire e chiudere” la pratica Lakers, controllando il resto della gara senza mai finire sotto nel punteggio. Complici le assenze di tre uomini da quintetto, i Lakers – presentatisi con la divisa “Statement” che fa riferimento agli anni un cui giocavano a Minneapolis – si sono rivelati ben poca cosa, ricevendo 20 punti dalla panchina da Jordan Clarkson e mandando altri quattro giocatori in doppia cifra, ma senza riuscire a evitare la settima sconfitta consecutiva. I T’Wolves ne hanno vinte invece 7 delle ultime 8 e si godono una prestazione di squadra confortante: Jimmy Butler ha spadroneggiato chiudendo con 28 punti e 9 assist (ottava partita in fila sopra quota 20); Karl-Anthony Towns ha raccolto la 30^ doppia-doppia stagionale con 16 punti e 13 rimbalzi; Andrew Wiggins ha segnato 21 punti ma soprattutto ha catturato 9 rimbalzi, suo massimo in stagione; e il resto della squadra, guidato dai 17 di Gorgui Dieng, ha fatto il suo. “Ci sono tanti giocatori che mettono su statistiche in questa lega ma non vincono. Perciò a volte si sacrificano un po’ di risultati personali, ma l’impatto sulle vittorie è di gran lunga superiore giocando di squadra” ha commentato Thibodeau. “I ragazzi tagliano molto meglio ora: sanno che se sono smarcati il passaggio da Jimmy arriva puntuale. KAT sta iniziando a vedere delle cose e sta facendo grandi giocate; lo stesso sta imparando Wigs. Questa è un’ottima cosa per la nostra squadra”.
Brooklyn Nets - Orlando Magic 98-95
Il record dei Brooklyn Nets non sarà tutta sta gran cosa visto che hanno raccolto 14 successi e 23 sconfitte finora, ma se non altro sanno dove devono migliorare, ovverosia in difesa. Il massimo stagionale da 10 stoppate rifilate agli Orlando Magic, infatti, ha permesso loro di mantenere intatto il record di 9-0 quando riescono a tenere gli avversari sotto i 100 punti, un dato ribadito dalle sette vittorie senza sconfitte quando riescono a far tirare gli altri con percentuali peggiori del 40%. Allen Crabbe, in particolare, era stanco di sentirsi dire che non poteva fare la differenza in difesa, andando a stoppare il tiro della possibile vittoria di Fournier per permettere ai suoi di vincere 98-95. “Non ne posso più di sentir parlare della mia difesa: arrivando qui sapevo che c’erano aspettative maggiori su di me e sul mio ruolo, perciò non voglio essere io il punto debole, specialmente nei filmati del giorno dopo”. I suoi 15 punti sono stati superati solamente dal massimo in carriera del rookie Jarrett Allen con 16, con altri tre giocatori in doppia cifra (Caris LeVert 15 con 8 assist dalla panchina, DeMarre Carroll 14 e Rondae Hollis-Jefferson 13). La rovinosa caduta degli Orlando Magic invece continua a non arrestarsi: i 20+12 di Aaron Gordon e i 17 di Elfrid Payton non sono serviti per evitare la settima sconfitta consecutiva in trasferta, nonché la decima nelle ultime undici. E le cose stanno per peggiorare: in arrivo in Florida ci sono sia gli Houston Rockets che i Cleveland Cavaliers.