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NBA, LaVar Ball attacca Luke Walton e afferma: "LeBron James viene ai Lakers, non è stupido"

NBA

Duro attacco del padre di Lonzo Ball all’allenatore dei Lakers: “Ha perso il controllo, i ragazzi non vogliono più giocare per lui”. E poi rivela: “LeBron James non è stupido, per battere Jordan deve venire a L.A. e vincere in ogni città in cui ha giocato. Con mio figlio al fianco non possono perdere"

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Lontano da L.A. — al seguito dei figli LiAngelo e LaMelo, attesi al debutto in Lituania — LaVar Ball sembra sentirsi ancora più libero di dire e fare tutto quello che vuole, incurante dei ruoli e, forse, anche delle conseguenze. L’ultima uscita del padre di Lonzo — rientrato in campo dopo sei gare di stop nella sconfitta dei Lakers contro Charlotte, la nona consecutiva — mette nel mirino soprattutto coach Luke Walton, che secondo Ball Sr. “ha ormai perso il controllo dello spogliatoio”. “Nessuno vuole più giocare per lui, lo posso vedere facilmente, da come neppure si scambiano un high five quando tornano in panchina. I ragazzi non sanno perché sono in campo, cosa devono fare: Luke è troppo giovane e non è in grado di stabilire una vera connessione con i suoi giocatori. Li ha persi”, le accuse di LaVar, forse scaturite ancora una volta da una certa insoddisfazione per come l’allenatore gialloviola sta gestendo il figlio in questo suo primo anno nella lega. “Mi è sembrato che Lonzo stesse bene, ma allo stesso tempo mi è sembrato disgustato dal modo in cui è stato utilizzato. Era pronto per giocare, a 4 minuti dalla fine del primo quarto va a schiacciare e Walton cosa fa? Lo fa sedere in panchina. Lo ha fatto sedere. Lo svantaggio dei Lakers da 4 punti è diventato 10 e poi da 10 prima 15 e poi 20. Non so cos’abbiano in testa di fare: se mio figlio può giocare, lasciatelo giocare. Perché cercare di monitorare i suoi minuti, o limitarli? Non capisco”. 

"LeBron James viene ai Lakers. Non è stupido"

Dichiarazioni quanto meno azzardate, dato la lontananza del padre di Lonzo dall’ambiente della squadra (non sembra essere al corrente delle scelte interne ai Lakers relativamente alla gestione della squadra e dei giocatori) e viste le risibili spiegazioni portate a sostegno delle sue tesi (“non si danno gli high five”). Limiti alle sue tesi che di certo però non fermano il vulcanico signor Ball, che da bravo allenatore (di una squadra di AAU, non esattamente di NBA) ha anche pronta la soluzione a tutti i problemi, che passa — niente meno — che dall’arrivo a Los Angeles di un certo LeBron James. “LeBron viene ai Lakers, non è stupido. Qual è l’unico modo in cui può battere Jordan? Di certo non può vincere più titoli, gliene mancano troppi. Però può dire di aver vinto in ogni squadra in cui è andato a giocare. Se viene ai Lakers e vince un titolo, allora è meglio anche di Jordan”. Che con “King” James in gialloviola, poi, la vittoria sia cosa fatta, appare altrettanto chiaro ai suoi occhi: “Non si può pensare di dare a mio figlio il miglior giocatore del mondo come compagno di squadra e pensare che non vincano. Possono cedere tutti, a Lonzo basta avere LeBron e ‘Gelo [LiAngelo Ball, uno dei fratelli minori del rookie dei Lakers, ndr]. Così ha una guardia, un’ala piccola ed è fatta, servono solo due rimbalzisti — Julius Randle e Larry Nance Jr.”. Resta un solo problemino, e si ritorna a bomba: “Anche se arriva LeBron o Paul George, non può essere Luke Walton l’allenatore giusto. Cosa potrebbe mai dirgli? è troppo giovane, non ha controllo”. A quando l’auto-candidatura alla panchina gialloviola? Se continua così, c’è da aspettarsela presto.