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NBA, anche Steve Kerr si schiera contro ESPN e LaVar: "È la Kardashian della NBA"

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L'allenatore di Golden State ha commentato quanto sta succedendo al suo amico e collega Luke Walton, attaccato dal padre di Lonzo Ball: "Sapete quanti genitori dei miei giocatori probabilmente a casa dicono ‘Dovrebbe far giocare di più mio figlio’? Eppure a lui mettiamo un microfono davanti alla faccia perché, a quanto pare, fa ascolti"

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Fino a quando LaVar Ball “stava nel suo” e non aveva un reale impatto sulla vita di tutti i giorni della NBA, i protagonisti della lega hanno cercato di guardare da un’altra parte e non prestarci troppa attenzione. Nel momento in cui il padre di Lonzo ha però preso di mira un personaggio amatissimo come Luke Walton, il resto della “grande famiglia NBA” è accorsa in supporto del giovane allenatore dei Los Angeles Lakers, accusato di aver “perso lo spogliatoio”. Dopo le dure parole di Rick Carlisle, anche Steve Kerr ha parlato a lungo di quanto successo – e come spesso accade i suoi ragionamenti non si limitano solamente alle sparate di LaVar, ma coinvolgono tutto quello che le rende rilevanti, a partire dal network che ha deciso di dare peso alle sue parole. “Questo è il mondo in cui ora viviamo” ha detto l’allenatore dei Golden State Warriors, che ha avuto Walton nel suo staff per due anni. “Stavo ripensando a ESPN e al fatto che abbia lasciato a casa più di 100 persone, tra cui giornalisti di grande talento che seguivano la NBA. Sia chiaro che questo non è un giudizio su ESPN, ma più che altro una questione sociale. Ci stiamo allontanando sempre di più dalla copertura del gioco e delle partite e ci avviciniamo sempre di più alle notizie sensazionalistiche, anche quando non sono davvero delle notizie. Ma se imbellisci ciò che non ha alcun senso con un po’ di trucco e un bel farfallino, la gente finirà per guardarlo”. Un ragionamento che coinvolge il mondo del giornalismo in genere e il modo in cui si decide di raccontare la NBA, rivelando un aneddoto interessante: “Quest’anno ho parlato con diverse persone dei media chiedendo loro ‘Perché dovete seguirlo in tutto quello che dice?’. Mi hanno risposto: ‘Noi non vorremmo, ma i nostri capi ci dicono che dobbiamo farlo per gli ascolti e i click’. Immagino che da qualche parte in Lituania ora LaVar Ball se la stia ridendo. Le persone pendono dalle sue labbra senza alcun motivo apparente, oltre al fatto che è diventato la Kardashian della NBA o una cosa del genere”. 

Steve Kerr: "ESPN ha lasciato a casa Strauss e Stein: la questione è sociale"

Come detto però il ragionamento è più ampio del semplice attacco di papà Ball al suo amico e collega: “Quella cosa vende, e lo stesso si può dire nella politica, nell’intrattenimento e ora nello sport. Non è importante se c’è alcuna sostanza in quello che si dice. Il ragionamento sembra essere: ‘Possiamo renderlo interessante senza alcun motivo apparente?’. Ma non c’è niente di interessante in quella storia. Sapete quanti genitori dei miei giocatori probabilmente a casa dicono ‘Dovrebbe far giocare di più mio figlio’? Eppure a lui mettiamo un microfono davanti alla faccia perché, a quanto pare, fa ascolti. Non so a chi interessi, eppure alla gente importa – o altrimenti ESPN non avrebbe speso quello che sta spendendo per mandare dei giornalisti in Lituania, quando hanno lasciato a casa persone che scrivevano pezzi di reale sostanza e valore. Gente come Ethan Strauss [beat writer di Golden State nella scorsa stagione, ndr] o Marc Stein [decano dei reporter NBA, poi passato al New York Times, ndr]. Non è una condanna di ESPN, davvero: è una questione sociale. È una cosa che succede ormai da molti, molti anni e secondo me sta invadendo anche il mondo dello sport”. Parole di un certo peso a cui l’emittente televisiva non ha ancora risposto pubblicamente, così come neanche i Lakers hanno deciso di esporsi per commentare quanto successo – cercando di non dare ulteriore peso alle sparate di LaVar, ma allo stesso tempo lasciando solo il proprio allenatore. A meno che la dirigenza non abbia dei dubbi su Walton: a quel punto i problemi, però, sarebbero ben più grandi rispetto a ciò che pensa o non pensa la famiglia Ball.