Grazie a un LeBron James da 24 punti e 11 rimbalzi, i Cleveland Cavaliers tengono gli avversari sotto i 90 punti e vincono nel finale grazie alla difesa. Gli Heat pagano un pessimo 3/28 da tre punti, fallendo l'assalto al terzo posto nella Eastern Conference.
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Nella sfida tra i Cleveland Cavaliers e i Miami Heat c’era in palio il terzo posto nella Eastern Conference, visto che con un successo gli ospiti avrebbero potuto sopravanzare i vice-campioni in carica prendendosi la posizione alle spalle di Boston e Toronto. Considerando anche che i Cavs erano in back-to-back arrivando da Detroit dove ieri notte hanno perso partita e Kevin Love (sostituito in quintetto da Jae Crowder), gli uomini di Erik Spoelstra potevano ragionevolmente pensare di approfittare del pessimo mese di gennaio degli avversari per completare il sorpasso. Invece sono stati fermati in un finale in volata, perdendo 91-89 pur avendo un’ultima opportunità di vincerla dopo un raro errore ai liberi di Kyle Korver a 7 secondi dalla fine che ha dato a James Johnson la possibilità di andare a segno per pareggiare. Il suo tentativo è stato però — udite, udite — ben difeso dai Cavs e in particolare da LeBron James, che ha impedito all’ala degli avversari di prendersi il tiro entro lo scadere del tempo, regalando ai suoi il sesto successo del mese a fronte di otto sconfitte. “Per come avevamo difeso negli ultimi tempi, probabilmente un’altra volta avremmo perso di 30, ma oggi siamo rimasti lì con la testa” ha dichiarato coach Lue, sottolineando come “tenere questa squadra a 89 punti segnandone solamente 91 è molto importante per noi”. Un’annotazione statistica notata anche da LeBron James, che ha chiuso con una doppia doppia da 24 punti e 11 rimbalzi pur con 7 palle perse (ma solo una nella ripresa). “Offensivamente abbiamo eseguito, solo che i tiri non entravano. Ma vincere una partita del genere con la difesa, dopo tutti i problemi che abbiamo avuto, è piuttosto impressionante. Per di più contro una squadra che aveva uno dei migliori record della lega a gennaio. È una grande vittoria per noi”.
Pessime percentuali da una parte e dall’altra
Certo, bisogna anche sottolineare che gli Heat ci hanno messo del loro: la squadra di Spoelstra ha chiuso con un terrificante 3/28 da tre punti, un pessimo 14/25 ai tiri liberi e hanno perso la bellezza di 20 palloni, lasciando per strada possessi che sarebbero stati fondamentali in un finale così tirato. Sono stati quattro i giocatori in doppia cifra per gli ospiti — guidati dai 18 di Goran Gradic e dai 15 di Josh Richardson insieme agli 11 di Tyler Jonson e i 10 di Kelly Olynyk — che di fatto hanno trovato ritmo solamente in chiusura di secondo quarto, quando con un parziale di 25-9 sono riusciti ad andare all’intervallo sul +2. Non che i Cavs siano andati poi meglio, visto che la percentuale dal campo si è fermata al 35% e quella da tre al 23% (6 su 26), riuscendo a fare la differenza dalla lunetta con 29/38 grazie soprattutto al perfetto 9/9 di Isaiah Thomas. Il playmaker ex Boston non ha risolto i suoi problemi al tiro chiudendo con un brutto 2/15 (0/6 da tre), ma se non altro si è reso utile con 6 assist e 4 recuperi chiudendo con 13 punti, uno dei quattro giocatori in doppia cifra insieme a Jae Crowder (cruciale una sua tripla a 1:21 dalla fine per spezzare la parità a quota 85) e Channing Frye, autore di 16 punti in 21 minuti in uscita dalla panchina (6/9 al tiro e 2/4 da tre, capitalizzando su tre assist identici di James a inizio ultimo quarto). Il suo minutaggio maggiore a seguito dell’infortunio di Kevin Love potrebbe avere effetti positivi per i Cavs, visto che su base stagionale ha il miglior Net Rating della squadra (+9.4): non sarà una soluzione a lungo termine (e il suo nome è sempre inserito nei possibili scambi entro l’8 di febbraio), ma di questi tempi bisogna fare di necessità virtù.