La leggenda dei Los Angeles Lakers cresciuta in Pennsylvania esulta davanti la TV abbracciando sua figlia Bianka Bella: gli Eagles hanno vinto il 52° Super Bowl, il primo nella storia per Philadelphia
Los Angeles è stata la sua casa per 20 anni (e lo è tutt’ora), ma Kobe Bryant non ha mai dimenticato la sua infanzia in Pennsylvania, la sua esperienza alla Lower Merion High School e mai messo in discussione la sua vicinanza alla comunità di Philadelphia. Un rapporto di amore-odio anche durante i numerosi incroci sui parquet NBA contro i Sixers (i Lakers vinsero nel 2001 il loro secondo titolo proprio contro Allen Iverson e compagni, ad esempio); screzi che non hanno mai messo in discussione il suo affetto nei confronti della città. Per questo Bryant come tutta un’intera città ha vestito i panni del tifoso nel soggiorno di casa, piazzandosi davanti la TV a soffrire e esultare per l’impresa compiuta dagli Eagles contro i più quotati Patriots. Sua moglie Vanessa si è nascosta dietro il divano, pronta a riprendere la scena quando è diventata ufficiale la storica vittoria del Super Bowl. Una gioia incontenibile, con l’incolumità della figlia Bianka a forte rischio dopo essere rimasta in braccio al padre tutto il tempo. Una notte indimenticabile per Philadelphia, che diventa così la quinta città degli States dopo Los Angeles, Chicago, Boston e New York ad aver vinto almeno una World Series di baseball, una Stanley Cup di hockey, un titolo NBA e un Super Bowl. Neanche due mesi fa Bryant non aveva esitato a schierarsi dalla parte dei suoi Eagles, impegnati in una delle sfide più interessanti della stagione contro i Los Angeles Rems lo scorso dicembre. Anche quella volta, vestita la divisa ufficiale con il numero 8 ben in vista, aveva intonato il coro “Fly Eagles Fly”; la canzone che è diventata negli anni l’inno dei tifosi di Philadelphia. Parole di buon auspicio, visto che il 52esimo tentativo è stato quello buono: Nick Foles e compagni sono riusciti finalmente a spiccare il volo sul palcoscenico più importante al mondo. Proprio come Kobe davanti la TV.