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NBA, Whiteside le suona a Embiid: Miami batte Philadelphia, 14 punti per Belinelli

NBA

Gli Heat pareggiano i conti in stagione contro i Sixers grazie ai 26 punti di Hassan Whiteside, protagonista vincente dello scontro sotto canestro con Embiid. Buon impatto per Belinelli in uscita dalla panchina (14 punti). Miami sale così al settimo posto a Est e avvicina Philadelphia

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Miami Heat-Philadelphia 76ers 108-99

IL TABELLINO

Miami vince l’ultima sfida contro Philadelphia, pareggia il conto in stagione negli scontri diretti (409-407 il conto totale dei punti in favore della squadra della Florida, con due successi a testa) e si regala una vittoria che sa di settimo posto e di (ri)avvicinamento ai Sixers. Una soddisfazione in modo particolare per Hassan Whiteside, vincitore della battaglia sotto canestro con Joel Embiid chiusa con 26 punti, 9/12 al tiro e otto rimbalzi. Il lungo degli Heat, alle prese per tutta la stagione con lo scontro con il lungo camerunense sia sul parquet che sui social network, gioca una delle sue migliori gare nel momento di massima necessità per gli Heat: “Non saremmo mai stati disposti a perdere una sfida così delicata”, commenta a fine partita, soddisfatto per aver costretto Embiid a un modesto 5/18 dal campo (la seconda peggior prestazione al tiro della sua regular season dopo il 4/16 dello scorso 20 ottobre contro Boston). Alla fine sono 17 punti e sette rimbalzi per il numero 21 dei Sixers, evidentemente infastidito sul parquet e sbottato nel momento di massima tensione durante il terzo quarto. Uno contro uno tra i due lunghi, con Embiid pronto ad attaccare il ferro. Il suo movimento proteggendosi con il ferro però è troppo debole e Whiteside ha gioco facile stoppando la sua giocata. Sulla ripartenza verso la metà campo dei Sixers i due vengono a contatto, con il gomito di Embiid che si alza più del dovuto e le braccia di Whiteside che affondano nella schiena dell’avversario. Nulla di particolarmente eclatante, ma abbastanza per scaldare gli animi dei contendenti: “Ha provato a colpirmi nella schiena, una giocata particolarmente sporca visto che ho avuto diversi problemi di salute in quella zona del mio corpo. È un gesto che non dimenticherò. Per fortuna mi ha colpito in maniera soft e mi ha fatto il solletico. Ma il semplice fatto che abbia tentato un colpo basso del genere fa capire molto”. Sui social ancora non sono comparse foto e provocazioni varie, ma la tregua difficilmente durerà a lungo anche fuori dal parquet.

Buon impatto per Belinelli: 14 punti e tre triple

La partita però gli Heat l’hanno vinta anche grazie alle diverse alternative offensive a disposizione; condizione che ha permesso ai padroni di casa di essere più freschi nel decisivo quarto periodo (in cui i padroni di casa hanno tirato 13/18 dal campo, contro il 7/22 degli avversari), vinto da Miami 35-25: “Non sono stato il compagno di squadra di tutti già prima di andare via – racconta Wade -, ma questo gruppo ha capito che siamo una squadra da più di 40 vittorie. Lo siamo già stati in passato e sappiamo di cosa c’è bisogno per tornare a esserlo. È un grande privilegio avere così tante opzioni a disposizione quando il pallone inizia a scottare”. Nella cooperativa del canestro in casa Heat alla fine sono 13 punti per Richardson, 12 per Tyler Johnson, 10 per Olynyk e soprattutto 16 con sei rimbalzi in 23 minuti per Wade: “Sta continuando ad abbeverarsi dalla fonte della giovinezza”, scherza coach Spoelstra a fine gara, contento di avere a disposizione un supporto del genere in questo finale di stagione. Dall’altra parte invece sono 20 i punti per Dario Saric, il miglior realizzatore dei suoi in una serata complessa al tiro un po’ per tutti. In particolare per Robert Covington che chiude con 0/10 dal campo e 0/5 dall’arco; una delle peggiori prestazioni di sempre al tiro in casa Sixers dietro lo 0/11 fatto registrare da Evan Turner nel 2013 e sempre da Convington lo scorso 29 dicembre. Da sottolineare infine il contributo di Belinelli, autore di 14 punti grazie a un convincente 5/11 al tiro condito con tre canestri dalla lunga distanza – uno dei quali è stato l’ultimo acuto dei Sixers nel match, incapaci poi di rifarsi sotto negli ultimi secondi di gara. Nulla è perduto però per Philadelphia, consapevole di poter disporre del calendario più semplice da qui a fine stagione: 18 partite, con sole sette trasferte e nessuna contro una squadra dal record positivo. Questa contro Miami potrebbe davvero essere una delle ultime sconfitte.