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NBA: "LeBron, è qui la festa!", i Lakers battono i Cavs e lanciano un messaggio a James

NBA

Julius Randle trascina i Lakers con una prestazione da 36 punti, 14 rimbalzi e sette assist; uno dei quattro giallo-viola a chiudere oltre quota 20 punti realizzati. Cleveland incassa così la seconda sconfitta negli ultimi tre giorni a Los Angeles, scivolando al quarto posto a Est

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Los Angeles Lakers-Cleveland Cavaliers 127-113

IL TABELLINO

Esame superato, ma non si sa se basterà. Per i Lakers la gara contro i Cavaliers infatti aveva inevitabilmente il sapore del test di fronte agli occhi attenti di LeBron James, corteggiato (di certo non di nascosto) dai gialloviola in vista della free agency del prossimo 1 luglio. E il numero 23, che nella gara d’andata si fermò a lungo a parlare con Lonzo Ball, continua con piacere ad ammiccare alla squadra di Los Angeles: “Da quando Luke [Walton] è arrivato ai Lakers, le cose via via sono andate migliorando ogni stagione – racconta James -. Sta provando a implementare il movimento del pallone e degli uomini lontano dalla palla proprio come aveva fatto quando allenava a Golden State”. L’attenzione del tre volte campione NBA è massima riguardo tutto quello che succede alle pendici della collina di Hollywood, ma nel frattempo i Lakers sono riusciti davvero a creare una loro dimensione convincente di pallacanestro. Il protagonista principale della serata è Julius Randle, autore di 36 punti (massimo in carriera), 14 rimbalzi e 7 assist; uno dei quattro giocatori con almeno 20 punti a referto in casa Lakers (22 per Brook Lopez, 20 per Kentavious Caldwell-Pope e Isaiah Thomas), secondi in stagione a riuscirci dopo i Thunder. Randle è uno di quelli che a furia di mettere assieme prestazioni convincenti si sta meritando sempre più una conferma la prossima estate: "Stiamo imparando a incidere su entrambi i lati del campo e a determinare il nostro destino e i nostri successi in base a questo. Adesso possiamo decidere in che modo vogliamo giocare", racconta Randle. "La mia era una sfida difensiva non da poco, dovendo marcare il miglior giocatore del mondo. Amo caricarmi di responsabilità, ma contro James non c’è molto che si possa fare". Alla fine LeBron chiude con 24 punti, 10 rimbalzi e sette rimbalzi in 31 minuti, tenuto più a riposo rispetto al solito. Cleveland però non sembra potersi permettere più di tanto di tirare il fiato: con questa sconfitta infatti i Cavaliers scivolano al quarto posto a Est, scavalcati anche da Indiana. Adesso a rischio c’è anche il fattore campo a favore nei playoff.

La rivincita dell’ex Thomas: "Se mi si lascia spazio, posso giocare così ogni notte"

Lakers e Cavaliers però sul mercato si sono già date da fare un mese fa, quando a Los Angeles sono arrivati Isaiah Thomas e Channing Frye in cambio di Jordan Clarkson e Larry Nance Jr.. La sfida degli ex questa volta l’ha vinta l’ex point guard dei Celtics, determinante con i suoi canestri nel piazzare lo strappo finale a cavallo tra terzo e quarto periodo. Alla sirena sono 20 punti e nove assist con +18 di plus/minus. La versione di Thomas insomma che avrebbero voluto vedere a Cleveland lo scorso gennaio: “Ho giocato soltanto 15 partite con i Cavaliers, per questo non era di certo un match in cui cercavo vendetta”, racconta il neo numero 3 (aveva esordito con il 7 ai Lakers), felice di aver ritrovato i suoi vecchi compagni prima dell’inizio della sfida. Abbracci veri quelli tra Thomas e James, una stima che va ben oltre un tentativo fallito di convivenza sul parquet: “Ripeto quello che ho già detto decine di volte: tutti sanno quello che posso garantire, il contributo che posso dare ai miei compagni. Non devo mettere in mostra nulla. Ho lasciato degli amici nello spogliatoio a Cleveland, davvero”. La stoccata arriva poi puntuale, ma contro chi sta gestendo adesso i suoi minuti di utilizzo: “Se mi viene data l’opportunità, posso giocare così ogni partita. Non dovrebbe essere una grossa sorpresa, l’ho già fatto in passato con continuità”. La sicurezza nei propri mezzi non è mai mancata a IT, che però sa bene quanto incerto sia il suo destino in maglia gialloviola. A Los Angeles infatti stanno facendo spazio per accogliere uno o più contratti di top free agent tra qualche mese. Magic Johnson ha iniziato il suo corteggiamento già da un po’, sottolineato anche durante un timeout nel quarto periodo in cui è andato a bordocampo (davanti a tutte le telecamere) a salutare Rich Paul, l’agente di James, e Maverick Carter, storico business partner di LeBron. La lunga scalata per arrivare al Re passa anche da questi piccoli gesti.