I Celtics interrompono la striscia di sei successi in fila dei Thunder con una delle rimonte più incredibili della storia NBA. La tripla di Marcus Morris suggella un parziale di 8-1 negli ultimi 20 secondi per i padroni di casa: non era mai successo in 884 tentativi. Agli ospiti non bastano i 27 di Russell Westbrook, mentre Boston si gode i 23 del rookie Jayson Tatum.
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Boston Celtics-Oklahoma City Thunder 100-99
Nella storia della NBA, quando una squadra è arrivata agli ultimi 20 secondi di partita con 5 o più punti di vantaggio ha finito per vincere la gara ben 884 volte. Solamente in una occasione è successo il contrario: purtroppo per gli Oklahoma City Thunder, è successo stanotte sul campo dei Boston Celtics. La tripla di Marcus Morris a 1.2 secondi dalla fine ha suggellato un parziale di 8-1 con cui i padroni di casa hanno vinto una partita rocambolesca, una di quelle che sembra possano accadere solamente al TD Garden di Boston. A 20 secondi dalla fine sul +6 per OKC, il miglior realizzatore dei Celtics Jayson Tatum ha segnato in sottomano gli ultimi due dei suoi 23 punti; quindi Russell Westbrook ha segnato solamente uno dei due liberi a disposizione con 16.8 secondi da giocare; dopodiché Terry Rozier ha segnato una tripla da lontanissimo per il -1; e infine Carmelo Anthony ha apparecchiato la tavola per la tripla di Morris sbagliando due tiri liberi, dopo aver segnato due triple fondamentali nel “crunch time” per costruire il vantaggio dei Thunder. “Avevamo segnato un paio di tiri importanti, creando un po’ di separazione, ma poi ho sbagliato i due liberi che avrebbero potuto chiudere la gara” ha commentato ‘Melo dopo la sua partita da 13 punti con 5/13 al tiro. Non abbastanza per evitare una sconfitta bruciante, perché in casa Thunder la sensazione è quella di aver perso loro la partita più che averla vinta Boston — pur non avendo giocato esattamente una bella pallacanestro, tirando col 41% dal campo e sbagliando 15 delle prime 21 triple tentate. Westbrook ha segnato 12 dei suoi 27 punti (con 8 rimbalzi e 7 assist, interrompendo la striscia di triple doppie) nel solo terzo quarto costruendo il massimo vantaggio sul +9, accompagnato dai 24 con 13 rimbalzi di Paul George e dalle doppie cifre di Steven Adams (14+7) e Corey Brewer (11). Ma alla fine il tiro di Morris e la preghiera non esaudita di Westbrook hanno interrotto la striscia di sei vittorie consecutive nel modo più duro da digerire, anche se dopo la gara George ha cercato di minimizzare quanto accaduto: “Era un tiro difficile, ma possiamo permetterci di lasciarglielo. Lo ha segnato, perciò bravo lui”.
Il tiro di Morris, l’assist di Tatum e il ginocchio di Irving
In casa Celtics, invece, i riflettori sono inevitabilmente puntati su Morris, che ha chiuso con 21 punti e 8/13 dal campo: “È stato probabilmente il tiro più importante della mia carriera: ne avevo segnati un paio per pareggiare una partita, ma mai per vincerla” ha dichiarato il gemello di Markieff. “C’è da dire che hai ricevuto un passaggio perfetto. Bel tiro però!” ha scherzato passandogli vicino Jayson Tatum, autore di una gara splendida (oltre ai 23 punti con 8/12 dal campo anche 11 rimbalzi e +23 di plus-minus) e dell’assist che ha permesso a Morris di prendersi la conclusione con un vantaggio di qualche metro sul difensore in recupero. “Esitazione? Non so neanche come si fa lo spelling di quella parola” ha detto l’ex Pistons quando gli è stato chiesto di descrivere il movimento. “Io non esito mai. Lui è arrivato in recupero, io ho fintato e fatto un passo laterale. È stato un bel tiro, vuol dire moltissimo per me. Non vi dirò perché, ma vuol dire moltissimo” ha continuato Morris, lasciando nell’aria queste ultime parole dicendo solo che è un riferimento a qualcosa successo in passato. Considerato il suo carattere fumantino e le parole di George, c’è da immaginare che ci siano storie tese tra i due, ma se questi sono i risultati ai Celtics va benissimo così. Per i biancoverdi si tratta di una vittoria insperata per come si era messa la partita, in particolare dopo un primo quarto tremendo e dopo ben 18 palle perse nei primi tre quarti. I preziosi contributi dalla panchina di Greg Monroe (17 punti, a un certo punto sverniciando Paul George in campo aperto) e di Shane Larkin (13 punti, fondamentale in chiusura di terzo quarto con un buzzer beater) hanno permesso a coach Stevens di cavare fuori una vittoria nonostante il 41.4% al tiro, rendendola ancora più importante viste le assenze di Jaylen Brown, Marcus Smart e Kyrie Irving. Quest’ultimo in particolare non sarà con la squadra nella trasferta di quattro gare a Ovest che comincerà dalla prossima a Portland: l’All-Star cercherà un secondo consulto per valutare le condizioni del suo ginocchio sinistro, che però non dovrebbero tenerlo fuori dai playoff. “Ha avuto delle ottime giornate recentemente, perciò sono incoraggiato dalle sue condizioni a lungo termine” ha dichiarato Stevens dopo la gara. Per il momento, bisogna continuare a combattere con le unghie e con i denti — cosa che ai Boston Celtics riesce meglio di qualsiasi altra squadra in NBA.