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NBA, Steph Curry, rientro amaro in campo: infortunio al ginocchio, playoff a rischio

NBA

Dura 25 minuti la partita di Steph Curry, al rientro dopo i problemi alla caviglia e costretto a uscire a causa di un infortunio traumatico al ginocchio sinistro. La prima diagnosi è distorsione al legamento mediale, ma soltanto gli esami delle prossime ore daranno un quadro definitivo sui tempi di recupero

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Si complicano i piani in questo finale di regular season per i Golden State Warriors che ritrovano Steph Curry sul parquet soltanto per meno di tre quarti. Dura infatti 25 minuti la gara della point guard numero 30 – tornato dopo sei partite d’assenza a causa della quarta distorsione alla caviglia in pochi mesi – e costretto nuovamente a uscire in anticipo sempre per un infortunio. Stavolta però il problema è al ginocchio sinistro, colpito da JaVale McGee franatogli addosso al termine di uno dei suoi tanti voli nel tentativo di stoppare un avversario. Il lungo degli Warriors salta ad una parte all’altra dell’area, colpisce Kevon Looney perdendo l’equilibrio e rotola sulla gamba di Curry, che subisce in maniera evidente, zoppica prima verso la panchina e poi direttamente negli spogliatoi. Un infortunio che ricorda quello subìto da Kevin Durant nella sua Washington la scorsa stagione. La dinamica è sempre quella: la caduta fortuita di un compagno di squadra nella lotta a rimbalzo (in quel caso fu Gortat a spintonare Pachulia), che frana sul ginocchio del giocatore accanto al quale resta il piede bloccato sotto il peso del corpo. “Vedremo cosa ci diranno gli esami domani, al momento non c’è molto da fare o da prevedere”, è il laconico commento di coach Kerr, che per una volta non ha davvero voglia di scherzare. "Tutti hanno una TV e hanno visto quanto è accaduto – racconta McGee, salito sul banco degli imputati nel post-partita -. Stavo provando a stoppare un tiro e sono finito contro il suo ginocchio. È ovvio che mi dispiace di essere stato protagonista di un episodio del genere, di aver infortunato la nostra star. Nelle ultime settimane è come se ci fosse una maledizione: non mi era mai capitato di giocare in una squadra dove si fanno male tutti, soprattutto i titolari e gli All-Star". L’ormai nota Chelsea Lane, la fisioterapista degli Warriors e in particolare di Curry, ha iniziato a trattare e lavorare sul ginocchio già in panchina, prima di prendere la via degli spogliatoio con il due volte MVP vistosamente claudicante e dolorante. La prima diagnosi è distorsione al legamento mediale, ma soltanto ulteriori esami potranno fissare i tempi di recupero.

Una partita iniziata nel migliore dei modi da Curry, voglioso di riprendersi in mano la squadra, anche vista la concomitante assenza degli altri tre All-Star del roster. Il numero 30, nonostante il termine anticipato della sfida, chiude con 29 punti e 10/18 al tiro. La paura adesso è quella di dover rinunciare a lungo ai suoi canestri, di sicuro in regular season e forse anche all’inizio dei playoff. “È come se il fato e il destino si fosse accanito contro di noi – prosegue Kerr -. Ha lavorato nelle ultime due settimane per rimettere a posto la caviglia, è tornato in campo più forte di prima e a cedere per un caso fortuito adesso è il ginocchio. Adesso incrociamo soltanto le dita”. Al suo posto Quinn Cook tornerà dunque a ricoprire il ruolo da protagonista che gli era stato affidato negli ultimi dieci giorni, sperando soprattutto che quando si incomincerà a fare sul serio Curry sarà della partita: "Non è cambiato nulla nel modo in cui ci alleniamo rispetto alle stagioni scorse - risponde l'allenatore di Golden State a chi punta il dito contro lo staff tecnico -. Tutti siamo in ansia per Steph, ma adesso dobbiamo pensare a spingere sull'acceleratore. Gli ho parlato, era ovviamente molto frustrato dalla situazione. Soltanto dopo gli esami però ne capiremo di più".