Gli Spurs reduci da sei vittorie consecutive interrompono la loro striscia sul campo dei Milwaukee Bucks, complice una doppia doppia da 25+10 di Giannis Antetokounmpo al rientro dopo una partita di assenza. Ai texani non bastano i 34 di LaMarcus Aldridge e ben 20 rimbalzi offensivi per evitare la sconfitta
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Di riffa o di raffa, dominando e poi soffrendo, Milwaukee porta a casa un successo che in condizioni normali non doveva neanche essere in discussione, ma che lo diventa quando davanti c'è una squadra come i San Antonio Spurs. Dopo aver toccato il massimo vantaggio sul +15, infatti, i padroni di casa hanno visto evaporare il loro tesoretto possesso dopo possesso, concedendo il rimbalzo offensivo numero 20 della partita a Pau Gasol (22 punti e 13 rimbalzi, di cui 7 in attacco) e il -3 agli avversari. La successiva tripla sbagliata da Bledsoe ha quindi lasciato il tiro del pareggio agli ospiti, ma Dejounte Murray ha peccato di inesperienza prendendosi un tiro folle che non ha toccato nemmeno il ferro, con il solo risultato di beccarsi una lavata di capo davanti a tutti da parte di coach Gregg Popovich. San Antonio lascia così per strada una partita importante in ottica playoff, pur avendo ancora un vantaggio rassicurante sul nono posto occupato da Denver, ma visto l'andamento della partita è già incredibile che siano arrivati a giocarsela nell'ultimo minuto. Gli Spurs sono sembrati inermi davanti alla fisicità e all'atletismo dei Bucks, trascinati da un Giannis Antetokounmpo da 25 punti e 10 rimbalzi dai 23 di Bledsoe e dai 19 di Khris Middleton. Un dominio talmente soverchiante che nel secondo quarto Popovich si è visto costretto a schierare un’inusuale difesa a zona 2-3, con l’effetto sperato di mandare in tilt l’attacco di Milwaukee e tornando in gara rimontando dal -12 con cui si era concluso il primo quarto. San Antonio ha però fatto estremamente fatica al tiro, convertendo solo 4 delle 17 triple tentate e rimanendo in partita quasi esclusivamente per le prove dei lunghi: oltre al già citato Gasol, a fare la voce grossa è stato soprattutto LaMarcus Aldridge, protagonista con 34 punti e autore di buona parte dei 25 punti da seconda opportunità segnati dagli Spurs. Il 25-2 con cui si è concluso lo scontro nei punti in contropiede, però, racconta bene della differenza di atletismo tra le due squadre, determinando infine il 106-103 con cui Milwaukee ha agganciato i Miami Heat con un record di 39 vittorie e 34 sconfitte. Per gli Spurs invece si tratta della 31^ sconfitta stagionale, la 23^ in trasferta, mantenendone però ancora due di vantaggio sui Denver Nuggets noni.
Primo tempo
Non c'è Kawhi Leonard, ma la buona notizia per gli appassionati è che c'è Giannis Antetokounmpo, nonostante la distorsione alla caviglia che gli aveva fatto saltare la sfida con Chicago. I quintetti sono entrambi "piccoli": tre guardie da una parte e dall'altra con il candidato MVP dei Bucks e Kyle Anderson ad affiancare i lunghi di ruolo John Henson e LaMarcus Aldridge. Antetokounmpo trova quattro punti in transizione e Gregg Popovich decide di averne abbastanza dopo poco più di tre minuti di partita, chiamando prestissimo il primo timeout secondo tradizione del capo-allenatore degli Spurs. Il coach cinque volte campione NBA deve fermare la partita un'altra volta a meno di 4 minuti dalla fine perché i Bucks arrivano al ferro come e quando vogliono, segnando 14 dei loro 17 punti nel pitturato concedendone invece solo 9 a tutto l'attacco degli ospiti. I Bucks volano anche sul +13 complici gli ingressi di Jabari Parker e Thon Maker, attaccando il più velocemente possibile la difesa degli Spurs e forzando ben 5 palle perse a un attacco solitamente diligente come quello dei texani, che chiudono il primo quarto sotto 27-15.
Popovich rinuncia a marcare uno-contro-uno gli avversari costringendoli a ragionare contro una zona 2-3 estremamente fastidiosa: la mossa paga dividendi perché Milwaukee inizia a fare fatica e gli Spurs rientrano fino alla parità, capitalizzando sui tanti errori dal'arco dei padroni di casa. L'allenatore dei Bucks ha bisogno di due timeout per far capire ai suoi come attaccare la difesa degli avversari, ma senza grandi risultati: gli ospiti mettono la testa avanti sul 37-35 rigirando una partita che sembravano destinati a perdere e neanche di poco. Gli Spurs in attacco non sono bellissimi da vedere, ma fanno la voce grossa a rimbalzo e spostano fisicamente i Bucks, specialmente con Aldridge che chiude il primo tempo a quota 16. Una schiacciata sbagliata sotto canestro da Gay scatena in contropiede Antetokounmpo che svernicia tutti e poi va a prendersi altri due liberi a rimbalzo d'attacco, mandando i suoi all'intervallo sul 47-47.
Secondo tempo
Popovich ci mette addirittura 12 secondi a chiamare il primo timeout del secondo tempo, perché il primo possesso dei suoi non gli è piaciuto per niente, dando tempo agli spettatori ritardatari di riprendere posto sugli spalti - oltre a una lavata di capo per i suoi. I Bucks però non si fanno impietosire e segnano nove punti in fila, con il solo Aldridge ad avere ad avere puni nelle mani per gli speroni. Jabari Parker si inventa due passaggi di tocco per cinque punti dei suoi, che con una tripla di Middleton e due canestri di Henson costruiscono il massimo vantaggio a quota 14. A Eric Bledsoe bastano due accelerazioni per trovare cinque punti per il +15, con la difesa a uomo degli Spurs che fa acqua da tutte le parti. Pau Gasol di esperienza e di fisico fa quello che vuole sotto il canestro di Milwaukee e diventa rapidamente il terzo miglior realizzatore dei suoi. Shabazz Muhammad scova 8 punti nella spazzatura della partita e la tripla di Brandon Jennings sulla sirena del terzo quarto manda i padroni di casa all'ultimo riposo avanti di 13.
Nonostante gli sforzi di Gasol, San Antonio sembra aver mollato gli ormeggi davanti a due zingarate di Middleton che mandano Milwaukee avanti di 15, nuovo massimo vantaggio della gara che costringe Popovich all'ennesimo timeout. Il rientro di LaMarcus Aldridge produce immediatamente un parziale di 6-0, anche perché procurandosi i primi due tiri liberi rifila una gomitata sul naso di Antetokounmpo, costringendo la stella dei Bucks ad andare in panchina per farsi medicare. Quando Giannis ritorna, però, la vallata torna ad oscurarsi per gli Spurs, che rimangono in svantaggio pur arrivando negli ultimi due minuti sotto solamente di 7 punti. Dejounte Murray si inventa un grande canestro per il -5 ma poi non recupera un rimbalzo difensivo, venendo graziato da Bledsoe che butta via un pallone sanguinoso a 58 secondi dalla fine. Gasol recupera l'ennesimo rimbalzo offensivo e riporta i suoi a -3, e San Antonio ha l'ultimo possesso della partita per pareggiarla: Murray però non cede il pallone a un tiratore e si prende una tripla pazza che non tocca neanche il ferro, provocando le ire di coach Popovich. Milwaukee, pur soffrendo, porta a casa la partita e rimane in scia a Miami per il settimo posto a Est.