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NBA, risultati della notte: sconfitte interne per Toronto (contro i Clippers) e Golden State

NBA

A Ovest fondamentale la vittoria dei Clippers sul campo di Toronto per continuare a sperare nei playoff; la tripla doppia di James Harden guida Houston su Atlanta mentre Golden State senza i suoi 4 All-Star perde in casa contro Utah. A Est vincono Boston e Cleveland (al quinto successo in fila con un "King" James da 37 punti, 10 rimbalzi e 8 assist con 14/19 al tiro), Indiana centra i playoff, suicidio Wizards sconfitti in casa da New York

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Toronto Raptors-L.A. Clippers 107-116

TABELLINO

Con Jonas Valanciunas scatenato in avvio (suoi 12 dei primi 14 punti di Toronto, saranno 16 con 10 rimbalzi alla fine), i padroni di casa aprono la gara con un break di 27-9: replicano subito i Clippers con un parziale di 19-8 andando al primo mini-riposo sotto di 7 punti. Nel terzo quarto per la prima volta i californiani mettono il naso avanti, ma la gara è in parità a quota 80 quando L.A. trova la mano caldissima del solito Lou Williams e confeziona un parziale di 16-2 che decide la gara. I canadesi infatti riescono a rientrare fino al -5 a tre minuti dalla fine ma ancora Williams li tiene a distanza segnando 18 dei suoi 26 punti nel quarto periodo con 7/11 al tiro e una serie di 12 punti consecutivi. Dopo tre sconfitte in fila in Canada, i Clippers tornano alla vittoria e conquistano un successo fondamentale (solo il secondo nelle ultime 7 gare) per mantenere vive le speranze di playoff, che li vedono inseguire a una gara di distanza i Denver Nuggets (noni) e a 2.5 gare i Minnesota Timberwolves e gli Utah Jazz (settimi e ottavi, ma con lo stesso record). Coach Doc Rivers ha 20 punti anche da un sempre positivo Tobias Harris, 19 con 9/12 al tiro dalla dinamo di energia dalla panchina Montrezl Harrell e 15 da Milos Teodosic, mentre DeAndre Jordan contribuisce con 14 rimbalzi ma manca di un solo punto la doppia doppia. Per Toronto serata no delle due stelle di squadra: Kyle Lowry si rovina il compleanno con una prestazione da 11 punti e 8 assist e solo 4/9 al tiro, ma ancora peggio fa DeMar DeRozan fermato a 11 punti con 3/12 dal campo. “Per la prima volta in un sacco di tempo la nostra panchina oggi non ha giocato bene”, ammette coach Casey, e difatti – nonostante Fred Van Vleet chiuda con 16 punti e Pascal Siakam ne aggiunga 15, i due sfoggiano net rating fortemente negativi (-38.4 il primo, -18.5 il secondo, ma ci sono anche i -33 di C.J. Miles e – 25.8 di Jakob Poeltl). Si tratta della terza sconfitta nelle ultime 5 per Toronto, che mantiene però tre gare e mezzo di vantaggio su Boston per il primo posto a Est. 

Golden State Warriors-Utah Jazz 91-110

TABELLINO

Per la seconda volta in stagione coach Steve Kerr è costretto a far senza tutti e quattro i suoi All-Star e come accaduto anche contro San Antonio ad attendere i campioni NBA in carica c’è una sconfitta, maturata nel terzo quarto contro degli Utah Jazz capaci di mandare in doppia cifra tutto il quintetto base, guidato dai 21 punti di Donovan Mitchell, oltre a Jae Crowder e Dante Exum dalla panchina. Kerr deve mandare in campo il 23° quintetto base diverso della stagione degli Warriors (ne aveva usati soltanto 14 lo scorso anno) ma è tutto sommato soddisfatto della prestazione dei suoi: “Siamo rimasti in partita – dice – ma non avevamo abbastanza potenziale offensivo per giocarcela”, come testimoniato dal fatto che il top scorer dei californiani è Quinn Cook a quota 17 punti (con anche 8 assist). In attesa del ritorno già dalla prossima gara di Draymond Green e Kevin Durant (con Curry fuori fino ai playoff e Thompson alle prese con una micro-frattura al pollice), Golden State non può nulla contro i 17 punti e 15 rimbalzi di Rudy Gobert e un terzo quarto che vede gli ospiti doppiare i padroni di casa, 36-18, assicurandosi così una preziosa vittoria esterna che consolida l’ottavo posto a Ovest (preparandoli a un rematch di playoff proprio contro gli Warriors). Ottima per i Jazz anche la gara di Joe Ingles, che chiude con 14 punti, 8 assist e 6 rimbalzi. 

Brooklyn Nets-Cleveland Cavaliers 114-121

IL TABELLINO

I primi tre quarti della sfida tra Nets e Cavs procedono esattamente come ci si potrebbe aspettare da un matinée newyorkese: ritmi blandi, difese allegre, poca voglia di farsi troppo male. Ci pensa giusto LeBron James a scuotere il Barclays Center con una schiacciata tonante, parente stretta di quella clamorosa mandata a segno contro i Portland Trail Blazers una decina di giorni fa. Nonostante i suoi 30 punti in tre quarti, però, i Cavs rimangono a lungo sotto nel punteggio, complice la serata quasi perfetta di un ex dal dente avvelenato come Joe Harris, eccellente con il suo 11/14 dal campo per 30 punti. I Cavs mettono brevevemente la testa avanti nell'ultimo quarto trovando un po' di energia da un quintetto formato da quattro guardie insieme a Kevin Love, reinserendo James solo a 6:17 dalla fine dell'ultimo quarto. Con il suo rientro e un suo alley-oop i Cavs producono immediatamente un parziale di 6-0 con cui forzano il timeout di Brooklyn, scivolata velocemente a -5. Al ritorno in campo però George Hill e James combinano per un altro spettacolare alley-oop, Cleveland arriva a toccare il +10 e, nonostante un breve ritorno a -5 dei padroni di casa, il Re manda tutti i titoli di coda alla sfida: tripla da otto metri per il +8 a 39 secondi dalla fine, chiudendo con 37 punti, 10 rimbalzi e 8 assist con 14/19 dal campo. Insieme a lui chiudono in doppia cifra anche Kevin Love (20+15), Jordan Clarkson (18), Hill (17) e Rodney Hood (16). Per i Nets oltre a Harris ci sono i 18 di DeMarre Carroll, 16 di Spencer Dinwiddie, 15 di Rondae Hollis-Jefferson e 12 di D'Angelo Russell.

Indiana Pacers-Miami Heat 113-107 OT

TABELLINO

Prima di chiudere la serata con una vittoria e la certezza della settima partecipazione ai playoff negli ultimi otto anni gli Indiana Pacers se la vedono davvero brutta contro i Miami Heat, andando sotto anche di 14 nel primo tempo e poi rischiando il ko quando James Johnson va in lunetta nei secondi finali dei tempi regolamentare per due liberi, con gli Heat sotto di un solo punto. Johnson segna il primo ma sbaglia il secondo, graziando i Pacers, che ne approfittano disputando un overtime da antologia, chiuso con il 66.7% al tiro e segnando a un certo punto 11 punti di fila, decisivi per chiudere la gara. Il migliore tra i padroni di casa è ancora una volta Victor Oladipo, a quota 23 alla sirena, ma 22 con 9 rimbalzi e ben 5 recuperi li porta in dote anche Thaddeus Young e altri 18 con 8 rimbalzi arrivano da Bojan Bogdanovic. Miami – con coach Erik Spoelstra per la prima volta in carriera assente per restare vicino alla moglie durante la nascita del loro primogenito – perde l’undicesima gara in trasferta delle ultime 12 disputate, nonostante le cinque triple e i 19 punti di Tyler Johnson, i 15 di James Johnson e i 14 di Sam Adebayo. Gli Heat vengono così superati dai Bucks (vincenti contro San Antonio) e scivolano all’ottavo posto a Est. 

Houston Rockets-Atlanta Hawks 118-99

TABELLINO

Sessanta vittorie a Houston in una sola regular season non le aveva mai viste nessuno. E si andrà avanti così nelle prossime tre settimane scarse, ad aggiornare record di una stagione che promette davvero bene per i Rockets. Certo, battere questi Hawks era davvero l’ultimo dei problemi, considerata la differenza di valori tecnici, organizzativi e di fiducia sul parquet. James Harden non toglie mai le ciabatte, si diverte a cambiare ritmo a proprio piacimento e chiude con la tripla doppia da 18 punti, 15 assist e dieci rimbalzi in tre quarti di gioco (la quarta messa a referto quest’anno, la 35^ in carriera). Canestri e assist che bastano e avanzano per battere Atlanta, che senza Dennis Schröder si affida ai 28 punti di Taurean Prince e i 26 di Isaiah Taylor. “È dura, ma è una sensazione molto piacevole averne vinte 60”, commenta coach D’Antoni, a cui fa eco anche Eric Gordon: “Siamo a 60 e abbiamo altre otto partite da giocare. Per una volta siamo noi una di quelle squadre che mettono insieme un bel po’ di vittorie in regular season”. Il numero 10 dei Rockets parte in quintetto al posto di un Chris Paul ai box causa un fastidio al ginocchio: alla sirena sono 22 i punti di Gordon, tre in meno rispetto a quanto raccolto da Gerald Green, che tira 10/15 dal campo e 5/10 dall’arco. Per una volta il sesto uomo (con grande profitto) lo ha fatto lui.

Sacramento Kings-Boston Celtics 93-104

TABELLINO

Boston non ha mai vinto a Sacramento negli ultimi cinque viaggi nella capitale californiana e al termine del primo tempo si ritrova ancora sotto di 8 punti. Un parziale di 18-2 nel terzo quarto propiziato da tre triple di Terry Rozier porta i Celtics avanti, in un terzo quarto dominato 28-18, prima che i biancoverdi completino l’opera con un ultimo periodo vinto 24-15 (52-33 il parziale del secondo tempo) e segnato dai canestri del rientrante Jaylen Brown, subito positivo con 19 punti. La serata però appartiene di diritto a Terry Rozier, che contro i Kings migliora di un punto il suo massimo in carriera toccando quota 33 (ne aveva messi 32 a inizio febbraio contro Altanta): la riserva di Kyrie Irving promossa in quintetto dall’infortunio della star risponde ancora una volta presente e trova una serata da 8/12 da tre punti, fermandosi a una tripla realizzata di distanza dal record di franchigia, detenuto a quota 9 centri da Isaiah Thomas e Antoine Walker. Per Boston ci sono anche 14 punti di Al Horford e 12 con 7 rimbalzi di Jayson Tatum, per la quarta vittoria nelle ultime cinque gare disputate. Sacramento, senza il proprio veterano Zach Randolph, ha 24 punti da Buddy Hield e 14 a testa da Willie Cauley-Stein e Skal Labissiere, ma crolla nel finale e incassa il terzo ko nelle ultime quattro gare giocate. 

Washington Wizards-New York Knicks 97-101

TABELLINO

In una NBA in cui la lista delle squadre che puntano al fondo della classifica è bella lunga, i New York Knicks sono riusciti nella difficile impresa di provare a essere la peggiore di tutte negli ultimi due mesi. Così perdenti senza Kristaps Porzingis che alle volte non bastano neanche i 39 punti di Tim Hardaway Jr. per farcela (come contro i T’wolves 48 ore fa). Washington però quando deve farsi del male da sola è seconda a poche squadre. Gli Wizards infatti, ancora senza John Wall tornato ad allenarsi da poco, perdono in casa contro i Knicks che non volevano vincere, scivolano al sesto posto a Est e rischiano uno spiacevole incrocio al primo turno contro i Cavaliers. Colpa degli otto giocatori che New York manda in doppia cifra e della modesta serata di Bradley Beal (14 punti, 5/17 al tiro), che condanna Washington alla terza sconfitta in fila (soltanto la seconda volta che succede in stagione). “Abbiamo sbagliato tanti tiri facili. Lay-up, contropiedi, schiacciate. Queste sono cose che paghi in una partita tirata”, è il commento di coach Brooks a fine gara.