Il rookie dei Jazz ha spaventato tutti quando ha zoppicato dopo un pestone ricevuto, ma quando è stato richiamato in panchina ha chiesto a gran voce di rientrare in campo dicendo che stava solo fingendo: "Mi stavo comportando come un bambino ma non mi sono fatto niente, era solo una botta". La sua presenza per Gara-2 è confermata
La sconfitta in Gara-1 contro Oklahoma City sarebbe già una brutta notizia di per sé, ma sarebbe potuta andare decisamente peggio per gli Utah Jazz se Donovan Mitchell si fosse fatto male per davvero. L’intera panchina dei Jazz ha passato momenti di puro terrore quando hanno visto il loro rookie zoppicare a seguito di un pestone ricevuto da Corey Brewer nel primo quarto, e quando lo hanno visto zoppicare nel corso dell’ultima frazione lo hanno sostituito immediatamente per sincerarsi delle sue condizioni. Mitchell però era visibilmente confuso quando è tornato in panchina, cercando di spiegare a tutti che stava bene e che non si era fatto nulla, spingendo per rientrare in campo il prima possibile. Coach Quin Snyder e lo staff medico, però, non si sono fatti impietosire e prima di correre ulteriori rischi lo hanno mandato negli spogliatoi per effettuare una veloce radiografia al piede, e solo quando i risultati sono stati negativi (e confermati anche dalla risonanza magnetica dopo la gara) lo hanno rimesso in campo. “Stavo zoppicando, ma quando mi hanno visto farlo hanno pensato che avessi bisogno di uscire” ha spiegato Mitchell dopo la gara. “In realtà mi stavo solo comportando da bambino: ho sbattuto l’alluce del piede, non mi sono fatto niente di che”. Sarà anche così, ma Snyder è sbiancato quando lo ha visto in quelle condizioni: “I dottori hanno detto che era a posto e per quello l’ho rimesso in campo, ma quando l’ho visto aveva la faccia di uno dolorante” ha spiegato coach Snyder sull’incomprensione con la sua guardia. Tutto è bene quel che finisce bene, verrebbe da dire: Mitchell sarà regolarmente in campo per Gara-2, cercando di espugnare Oklahoma City per tornare in parità nella serie e giocarsi le proprie carte a Salt Lake City. Ma che spavento per gli Utah Jazz…