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NBA, a New York scatta l'allarme Porzingis: la sua prossima stagione è a rischio?

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Sono le parole del proprietario James Dolan a gettare nel panico i tifosi blu-arancio: "Sui suoi tempi di recupero ho sentito di tutto: potrebbe tornare a dicembre così come saltare tutta la prossima stagione". Mentre un nuovo documentario racconta il suo recupero

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“Il ritorno di Porzingis” diventa un documentario da ieri lanciato sul canale YouTube del giocatore lèttone, con tanto di hashtag (#porzingiscomeback) e slogan che mette in guardia da facili entusiasmi (“Non sarà facile”). Ma un conto sono gli strumenti di comunicazione e marketing dei giocatori NBA, che anche lontani dai riflettori cercano un modo di restare visibili, vicino ai propri tifosi, un conto le realtà di una squadra – i Knicks – che ha mancato i playoff nelle ultime cinque stagioni (o anche, se si vuole, in 11 delle ultime 14) e che sul ritorno della propria superstar conta tantissimo per rientrare nel giro che conta nella Eastern Conference. Per questo, le parole del proprietario dei Knicks James Dolan rilasciate in un’intervista al New York Post hanno fatto tremare in tanti, tra i tifosi blu-arancio. “In Kristaps [Porzingis] abbiamo un grande giocatore e il nostro compito è costruire attorno a lui”, ha dichiarato. Ma alla domanda sul suo ritorno in campo a seguito dell’infortunio subito lo scorso 6 febbraio nella gara contro Milwaukee, la risposta di Dolan è stata alquanto ambigua: “Ho sentito di tutto, chi mi dice che potrebbe tornare già a dicembre [10-12 mesi infatti la prima diagnosi, che individuerebbe il ritorno tra fine 2018 e inizio 2019, ndr] e chi mi dice che potrebbe saltare anche tutta la prossima stagione”. Un’evenienza, questa, mai prima contemplata né tanto meno discussa pubblicamente da nessun membro dei Knicks, e neppure dal giocatore stesso e dal fratello Janis, anche suo agente. Uno scenario, poi, che complicherebbe assai non solo i destini futuri dei Knicks ma anche la loro attuale ricerca di un nuovo capo allenatore con cui rimpiazzare Jeff Hornacek, licenziato in tutta fretta appena terminata l’ultima deludente regular season. Un conto infatti è offrire una squadra con Porzingis come fulcro del progetto, un’altra immaginare i Knicks per un intero anno ancora costretti alla mediocrità dall’assenza della propria superstar. “Non so cosa aspettarmi – conclude Dolan relativamente ai tempi di recupero – ma una cosa è certa: dobbiamo rimboccarci le maniche e sviluppare una squadra capace di integrarlo al meglio appena potrà tornare in campo”. 

L’infortunio, i dubbi sul recupero e quelli sul contratto

Il documentario che segue il recupero fisico del giocatore lèttone permette uno sguardo intimo nel lungo processo di riabilitazione che segue necessariamente un infortunio grave come la rottura del legamento crociato anteriore. “È stata una giocata sfortunata, maledetta. Ho tagliato in backdoor su Giannis [Antetokounmpo] e sono andato a schiacciare”, ricorda KP. “Dal lato ho sentito un colpo al ginocchio, e ricadendo a terra mi è sembrato che cedesse. Il dolore è stato intenso, ma non ho pensato ai legamenti”, racconta Porzingis. “Quando invece abbiamo ricevuto la diagnosi mi sono sentito da schifo”, le parole dell’altro fratello Martins. “È stato uno shock che ci è rimasto addosso almeno per un giorno e mezzo”, conferma Janis. “Una volta incassata la notizia, però, ho sentito subito dentro la certezza che Kristaps tornerà più forte di quanto già sia oggi. Non ho dubbi al riguardo, perché in questi mesi avrà la possibilità di studiare il gioco, lavorare sulla parte superiore del proprio corpo per tornare un giocatore migliore”. Una scommessa che riguarderà il giocatore ma riguarderà ugualmente gli stessi Knicks, che prima che il giocatore diventi restricted free agent nell’estate del 2019 hanno la chance di estendergli un rinnovo contrattuale. Sarà al massimo possibile, ovvero attorno ai 150 milioni di dollari? Oppure la sua storia clinica raffredderà gli entusiasmi della dirigenza blu-arancio? Il presidente dei Knicks Steve Mills ha fatto sapere di non voler affrontare ora l’argomento, ma la possibilità che New York voglia aspettare la prossima estate a dare il nuovo contratto al lèttone esiste (da un lato per potergli anche offrire di più tramite un eccezione al salary cap ma dall’altro, pensano i maligni, per vedere come reagisce un corpo di 220 centimetri alla rottura di un crociato).  

Dolan a ruota libera, su Phil Jackson, Jeff Hornacek e sul prossimo allenatore

Oltre che di Porzingis, James Dolan ha poi accettato di raccontare il suo punto di vista sugli altri temi spinosi dell’ennesima stagione perdente della sua squadra (“Non so come ringraziare i tifosi, fantastici. Anche all’ultima gara interna il Garden era pieno, e abbiamo sconfitto i Cavs. Quello che voglio fare per meritarmi tutto questo entusiasmo è costruire una squadra che possa vincere il titolo. Questo è il nostro obiettivo ultimo”, dice). Dai dissidi con Phil Jackson al licenziamento di Jeff Hornacek, come al solito a New York non sono mancati titoli di giornali e polemiche. Dolan le racconta così: “Sia uno che l’altro si sono scontrati con lo stesso problema: non hanno capito quanto siano diverse le nuove generazioni di giocatori, nel modo in cui pensano e nel modo in cui si relazionano con il management e lo staff tecnico. Jeff sotto questo punto di vista era molto indietro. Gli allenatori old school non funzionano più, ma Hornacek è un buon allenatore e sono sicuro che in un altro contesto, quando avrà la prossima chance, potrà far bene”. Parole più ironiche, invece, quelle usate per descrivere la relazione finita male con Phil Jackson: “Vogliono tutti che io parli di Jackson, oggi. Quando l’ho assunto tutti lo volevano e tutti si congratulavano con me per la scelta. Mi consigliavano soltanto di non interferire col suo lavoro, di non mettere becco. Tre anni più tardi era tutto cambiato, e tutti mi imploravano di intervenire e far qualcosa, qualsiasi cosa pur di risolvere la questione Phil. Quello che penso io è che lui abbiamo sottovalutato la complessità del suo posto di lavoro”.