Senza più Jimmy Butler ma con Robert Covington e Dario Saric osservati speciali, i T'Wolves della coppia Towns-Wiggins sfidano i nuovi/vecchi Grizzlies: i soliti MikeConley&Marc Gasol stanno guidando una nuova versione di Memphis verso un inizio molto incoraggiante
Qualcuno ha definito la gara giocata dai Timberwolves contro i Pelicans — e vinta — “il primo giorno della loro nuova vita”. Senza essere blasfemi, nel Minnesota è iniziata una nuova era, A.B. e D.B. se si vuole — Avanti e Dopo (Jimmy) Butler. Fuori l’All-Star pupillo di coach Thibodeau, dentro tutta la sostanza della coppia Robert Covington e Dario Saric arrivata da Philadelphia — da integrare nel roster dei Timberwolves, il primo all’interno del quintetto, il croato (almeno per il momento) in un interessante ruolo da sesto uomo. “Mi hanno impressionato — ha detto coach Thibs dopo il loro esordio — perché giocano duro. Anche se ovviamente sono ancora tibutanti, di sicuro vogliono lottare — e lottando in questo lega è davvero importante”. Meno talento, più giocatori funzionali alla costruzione di una squadra, di un gruppo più unito che — attorno al talento innegabile di Karl-Anthony Towns e Andrew Wiggins — deve trovare in fretta un’identità fin qui impossibile da definire, alle prese con tutte le distrazioni del caso Butler. Dopo le prime due uscite stagionali nel nuovo assetto — che in Covington accoglie un giocatore All-NBA difensivo necessario come acqua nel deserto, visto che Minnesota ha il secondo peggior rating dietro di tutta la lega — il terzo banco di prova dei nuovi Timberwolves si chiama Memphis Grizzlies, una squadra (forse) sorprendentemente titolare di un record abbondantemente positivo nella terribile Western Conference. Il ritorno in campo – dopo un anno quasi completamente trascorso ai box – di Mike Conley ha avuto senza dubbio un ruolo importante nel buon avvio di stagione vissuto in Tennessee. Oltre 19 punti di media lo consacrano il top scorer di questi nuovi Grizzlies, che hanno sempre nell’asse Conley-Gasol il fondamento di ogni loro successo ma che per il resto presentano in quintetto tre facce nuove rispetto al passato, quelle di Garrett Temple (gli ultimi due anni a Sacramento), Kyle Anderson (arrivato da San Antonio) e Jaren Jackson Jr. (4^ scelta assoluta all’ultimo Draft, che sta mantenendo le aspettative legate al suo esordio nella lega). Non è certo l’attacco il punto forte dello starting five dei Grizzlies (meglio fa la second unit di coach J.B. Bickerstaff, che segna oltre 42 punti a sera, con percentuali vicine al 50%), ma in difesa la Memphis edizione 2018-19 ha fatto rispolverare dalla soffitta il famoso slogan del “Grit&Grind”. I Grizzlies infatti giocano a ritmo basso – ultimi in tutta la lega per Pace, con circa 96 possessi a partita (Atlanta che è prima ne gioca 107) – difendono forte (quarti per defensive rating) e sono ai primi posti per forzare palle perse agli avversari (dettaglio che regala punti facili a una squadra che fatica quando deve attaccare a difese schierate).
Al Target Center e su Sky Sport NBA
A Minneapolis sperano che l’aver risolto finalmente il caso Butler, telenovela che aveva alienato le simpatie di gran parte del pubblico, aiuti a riportare gente sugli spalti del Targer Center (che fatica a toccare le 14.000 presenze di media): la sfida contro Memphis può essere un buon test per capire se i nuovi Timberwolves possono tornare a recitare da protagonisti, confermando la qualificazione ai playoff ottenuta lo scorso anno dopo un lungo digiuno. Appuntamento alle 21.30 su Sky Sport NBA per la consueta diretta domenicale in prima serata.