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NBA Sundays, i Magic non sbagliano contro LeBron: Lakers battuti in casa da Orlando

NBA

Dopo l'ottima partenza dei giallo-viola nel primo quarto, sono gli ospiti a fare la partita, guidati dalla quasi tripla doppia di Nikola Vucevic (31 punti, 15 rimbalzi e sette assist). I Lakers si rifanno sotto nel finale, ma non trovano mai il fondo della retina negli ultimi tre minuti

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Los Angeles Lakers-Orlando Magic 104-108

Dopo 12 minuti e un rassicurante +10 di margine conquistato nonostante le troppe palle perse (ben 14 nel solo primo tempo), i Lakers non avrebbero mai pensato di dover faticare e addirittura perdere in casa una partita così ben avviata. Merito del lavoro fatto dai Magic, abili nel portare il match su un binario a loro più congeniale, abbassando il ritmo e mettendo alle corde la difesa dei Lakers grazie ai due giocatori che già dieci giorni fa avevano fatto impazzire i giallo-viola. Nikola Vucevic in primis, autore di 31 punti, 15 rimbalzi e sette assist, soltanto parzialmente rallentato da un JaVale McGee che chiude con sette stoppate (in casa Lakers non si vedevano dai tempi di Bynum nel 2007) e in realtà mattatore della gara. Al suo fianco il fedele DJ Augustin, anche lui letale in entrambe le sfide contro i losangelini: i suoi 12 punti e nove assist incidono non poco nel parziale che a cavallo dei due quarti centrali porta i Magic dal -10 al +15. Un disastro a cui i Lakers pongono rimedio nel quarto periodo, sfruttando i cinque giocatori in doppia cifra e affidandosi poi nel momento del bisogno a James. LeBron segna i punti del pareggio (24 totali, con sette assist e sei perse), ma negli ultimi tre minuti non riesce a trovare il modo di muovere la retina e riportare davanti i suoi Lakers. Orlando quindi, dopo aver fatto ritornare in partita i padroni di casa, trova la lucidità di andarsi a prendere un canestro in penetrazione con Ross, seguito poi da quello in transizione di Gordon. 4-0 di parziale: una cifra che appare irrisoria, ma che basta se i punti arrivano a meno di dieci secondi dalla sirena. I Lakers fermano la rimonta soltanto sul primo ferro e perdono di nuovo contro la loro personale bestia nera di queste ultime due settimana. Una squadra che si ritrova così ad avere lo stesso record dei Celtics a Est, in piena lotta per i playoff. Un successo per un gruppo che vuole lasciarsi alle spalle anni ricchi di sconfitte.

Il racconto del primo tempo

Il protagonista dell’avvio di partita in casa Lakers è Kyle Kuzma, autore di 8 dei primi dieci punti dei losangelini e coinvolto da subito in attacco. L’unico bersaglio diverso dal suo porta in modo indiretto la sua firma, visto che è il n°0 nativo di Flint a trovare una perfetta linea di passaggio per la schiacciata di LeBron. L’inchiodata al ferro arriva anche in casa Magic con il solito Aaron Gordon, che capisce che quello è uno dei pochi modi di essere sicuro per andare a segno. La difesa dei Lakers infatti stoppa in un paio d’occasioni i Magic e non appena Kuzma supera la doppia cifra alla voce “punti segnati”, è già il momento per coach Clifford di chiamare timeout. l +8 diventa +10 in un avvio da 7/8 al tiro per i Lakers, sempre a segno grazie a un super Kuzma. Quando McGee sbaglia una conclusione, provvede subito a mettere a posto le cose con il rimbalzo d’attacco e la seguente schiacciata. I giallo-viola volano sulle ali dell’entusiasmo, anche perché in difesa ci pensa il lungo ex Warriors a stoppare qualsiasi tentativo avversario (5 stoppate di squadra in meno di sei minuti). La doppia cifra di vantaggio resta una costante del primo quarto, con i Lakers che segnano 18 dei primi 22 punti nel pitturato. Tante palle perse banali (falli in attacco, scarichi in angolo fuori misura) non permettono ai giallo-viola di prendere il largo già nei primi dieci minuti di partita, con coach Walton che chiama il secondo timeout nonostante i Magic abbiano realizzato soltanto 14 punti tirando 6/20 dal campo. Una scorribanda dal palleggio di Lonzo regala ai padroni di casa l’ennesimo vantaggio in doppia cifra, in un’oscillazione continua tra +10 e +8, figlia soprattutto delle giocate di Kuzma: per il n°0 a fine primo quarto sono 13 punti, quattro assist, due rimbalzi e una sensazione totale di dominio sul match. La prima tripla della partita dei Magic è anche il primo canestro del secondo quarto e la realizza Mo Bamba, tanto acerbo quanto interessante. I Lakers perdono inevitabilmente un po’ di ritmo (anche perché Kuzma deve tirare il fiato) e i Magic provano a ritornare a contatto. A rimettere le cose a posto è LeBron, che con un paio di virate inventa un parziale da 7-0 in un minuto, facendo anche vedere i muscoli a tutto lo Staples Center. La situazione resta sostanzialmente invariata per tutto il secondo quarto (con McGee che nel frattempo accumula stoppate), senza che i Lakers però riescano a fare il vuoto, anche perché Nikola Vucevic inizia a macinare canestri nonostante le pessime percentuali di squadra raccolte. Il parziale prima dell’intervallo lungo dice 19-6 in favore di Orlando, con i Lakers sotto per la prima volta in questa partita. A rimettere a posto in extremis le cose è come al solito James, che sulla sirena del primo tempo realizza una tripla da oltre dieci metri.

Il racconto del secondo tempo

La seconda frazione riparte con una stoppata di McGee, confermando che la sostanza del match resta la stessa: i Lakers perdono tanti palloni, ma tirando decisamente meglio dei Magic. Il risultato, con le dovute proporzioni dato il numero differente di conclusioni, è che la partita resta in equilibrio. I padroni di casa però perdono lucidità nel trovare punti e così il nuovo parziale porta ancora la firma di Orlando, che piazza un eloquente 14-6 nella prima metà di terzo quarto e si portano sul +7; massimo vantaggio nella mezz’ora iniziale di gara. Dopo il timeout il margine supera la doppia cifra in favore degli ospiti, che arrivano a proprio piacimento al ferro e mettono a nudo la clamorosa sbandata dei Lakers dopo il buon avvio (con coach Walton cosretto a chiamare di nuovo timeout). Visto che la protezione del ferro non funziona al meglio, la mossa è mettere il quintetto piccolo con LeBron da cinque, anche se a guidare una mini-riscossa ci pensa Lance Stephenson con due triple in due possessi. Il ritmo però non cambia, non sale e i Magic restano a +15 grazie a un Vucevic già ben oltre i 20 punti e i 10 rimbalzi con un quarto d’ora ancora da giocare. Alla fine della terza frazione il parziale è 35-19 in favore di Orlando, in controllo dopo il pessimo avvio nei primi 12 minuti. Il letargo dei Lakers in difesa continua anche all’inizio dell’ultimo quarto, anche se Orlando non ne approfitta come potrebbe, lasciando ai padroni di casa di ritornare sul -6 a otto minuti dal termine. Mancano però i pezzi grossi sul parquet (James da una parte, Vucevic dall’altra) per determinare come finirà il match. La capacità del lungo montenegrino di sapere sempre cosa fare è letale per la difesa dei giallo-viola e a togliere le castagne dal fuoco è sempre LeBron, che tiene i Lakers in linea di galleggiamento quando resta da giocare soltanto l’ultima metà di quarto periodo. Il finale è molto divertente, nonostante le forzature e le decisioni non sempre perfette da una parte e dall’altra. I Lakers chiamano timeout per disegnare un attacco, i Magic girano a vuoto lasciano la schiacciata a James e coach Clifford ferma di nuovo il gioco dopo 20 secondi. Orlando davvero non riesce a ritrovare ritmo e così i giallo-viola rimettono in pari il punteggio a 140 secondi dalla sirena. Un pesante rimbalzo d’attacco di Orlando si trasforma in una persa, mentre i Lakers non li puniscono fermandosi sul primo ferro. Timeout a un minuto e mezzo dal termine, ancora parità. Non segna più nessuno, fino a quando Terrence Ross batte il recupero e arriva al +2 lasciando poco più di un possesso sul cronometro. LeBron decide di costruire un tiro da tre punti scaricando su Caldwell-Pope che si ferma soltanto sul ferro, lanciando involontariamente il contropiede del +4 chiuso da Gordon, portando così a casa una vittoria più che meritata.