Dennis Smith Jr. è protagonista (in positivo) nel finale per i Mavs, mentre ai Thunder non bastano i 36 punti di Paul George. Sconfitta senza appello per i Sixers, con Joel Embiid che resta a guardare causa infortunio. Super Karl-Anthony Towns chiude con 35-18-7-6 e domina nel successo a Miami, Toronto soffre ma vince contro Chicago
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Dallas Mavericks-Oklahoma City Thunder 105-103
Successo fondamentale per i Mavericks in ottica playoff, arrivato 48 ore dopo quello sfiorato contro i Pelicans contro cui Smith Jr. Decise di prendersi l’ultimo tiro, dimenticandosi di Doncic al suo fianco. Stavolta è arrivata la rivincita per il 21enne dei Mavs, che segna il lay-up del sorpasso, sfruttando con una penetrazione la svagata concentrazione della difesa Thunder, per poi chiudere la porta a protezione del ferro a uno scatenato Paul George. “Sto provando a conquistare il rispetto in questa Lega”, sottolinea Smith Jr., facendo chiaramente riferimento a Luka Doncic che in meno di tre mesi si è già preso lo scettro del comando nella squadra texana e tutti gli oneri che questo comporta. Per il rookie sloveno sono 25 punti e sette assist (il suo 20esimo ventello in stagione; il primo rookie nelle ultime 30 stagioni a raccoglierne così tanti prima dell'inizio dell'anno nuovo); uno dei cinque giocatori in doppia cifra in casa Mavericks. I Thunder invece sono - come al solito in questa regular season - soprattutto Paul George, autore degli ultimi 13 punti di OKC in una partita da 36 totali, con tanto di errore a due secondi dalla sirena a causa della già citata super difesa di Smith Jr. Non l’ultima chance per OKC, che sulla sirena potrebbe portare a casa il successo con il tentativo sulla sirena di Russell Westbrook, che sbaglia l’ottava tripla su altrettante conclusioni della sua gara. Alla sirena finale sono soltanto nove punti per il n°0, che tira 4/22 dal campo e aggiunge nove rimbalzi e otto assist. Per la prima volta dal 12 aprile 2017 a oggi, Westbrook non riesce a toccare la doppia cifra in nessuna delle tre principali categorie statistiche: “Resto il miglior rimbalzi tra quelli che giocano nella mia posizione. Sono anche il miglior difensore e il miglior passatore: devo davvero preoccuparmi per una partita storta?”. No, per Westbrook non sarà davvero un problema tirare altre 22 volte la prossima gara (sempre con Dallas, ma alla Chesapeake Energy Arena).
Portland Trail Blazers-Philadelphia 76ers 129-95
Sconfitta pesante e senza appello per i Sixers, impegnati in trasferta su un campo complicato come quello di Portland, arrivata senza poter disporre del miglior giocatore della squadra in questa regular season. Joel Embiid infatti per precauzione resta a guardare: il problema al ginocchio sinistro che lo aveva tenuto fuori dall’ultimo allenamento è tornato a riaffacciarsi e lo staff medico di Philadelphia ha preferito lasciarlo a riposo. La pessima serata della franchigia della Pennsylvania però prosegue anche sul parquet, dove i Sixers segnano i primi quattro tiri della loro gara e poi devono tentarne altri 27 dal campo per raddoppiare il bottino. Philadelphia in sostanza non fa mai canestro, concedendone 39 nel solo secondo quarto ai padroni di casa: per Portland è un gioco da ragazzi andarsi a prendere il +10, poi il +20, grazie ai canestri di un CJ McCollum da 35 punti e 13/18 dal campo (dopo un paio di settimane complicate al tiro). A inizio ripresa il vantaggio tocca anche le 39 lunghezze in favore dei Blazers, che a quel punto svuotano la panchina e si godono il 6° posto a pari merito con i Los Angeles Lakers.
Toronto Raptors-Chicago Bulls 95-89
Se devi giocare una partita mediocre in attacco, ti conviene farlo contro una pessima difesa come quella dei Bulls per garantirti almeno con il minimo sforzo l’ennesimo successo. Lo sanno bene i Raptors che grazie ai 27 punti di Kawhi Leonard e i 20 con 12 rimbalzi di Pascal Siakam si sono presi la settima vittoria consecutiva contro Chicago. “Sono stati molto furbi a rendere la partita nervosa, sporca e lenta”, sottolinea VanVleet commentando il nuovo atteggiamento difensivo voluto da coach Boylen. “Bisogna riconoscergli dei meriti, ma siamo in grado all’occorrenza di inventarci anche altri modi per vincere partite del genere”. Dopo il rumoroso passaggio a vuoto contro i Magic (solo 28 canestri di squadra, tirando con il 29.5% - entrambi minimo in stagione), i Raptors hanno realizzato soltanto 14 punti nel primo quarto. Una miseria che ha tenuto a galla i Bulls fino alla fine, colpiti e messi a tappeto da un Leonard da 12 punti nell’ultima frazione (con tanto di 8/8 dalla lunetta). Ancora senza Kyle Lowry (settima gara delle ultime otto saltata), Toronto si riavvicina ai Bucks, con Milwaukee che resta avanti data la miglior percentuale di qualche centesimo, nonostante i canadesi abbiano già conquistato due vittorie in più di Milwaukee.
Miami Heat-Minnesota Timberwolves 104-113
Senza Jimmy Butler, è tutto un altro Karl-Anthony Towns. Il lungo dei T’wolves, rigenerato dall’assunzione di responsabilità da oltre un mese a questa parte, gioca forse la sua miglior partita dell’anno a Miami, chiusa con 34 punti, 18 rimbalzi, sette assist e sei stoppate. Towns diventa il primo giocatore della storia NBA a mettere assieme cifre del genere dal 14 novembre 1975 a oggi - quando a riuscirci fu Kareem Adbul-Jabbar in un Lakers-Suns. Una prova di forza pronta a intervenire in soccorso di Minnesota, che controlla a lungo la partita, ma poi vedere ridursi il suo vantaggio dal +11 al +2 nel giro di pochi minuti nel quarto periodo. In quel momento è ancora una volta Towns a scuotere i suoi dal torpore, segnando prima un canestro in gancio (sì, serata “alla Kareem” in tutto) e poi due triple consecutive per rimettere la doppia cifra di vantaggio sul tabellone. A quel punto gli Heat alzano bandiera bianca, nonostante i 21 punti in uscita dalla panchina di un convincente Dwyane Wade, in una partita in cui restano in vantaggio per 25 miseri secondi in totale.