Il duo di Houston - in passato compagni di squadra in maglia Thunder - sono i nuovi protagonisti della copertina americana di GQ magazine. E in una lunga intervista toccano tanti temi interessanti, dallo stile di gioco in isolamento di Harden alle prospettive dei Rockets, dai loro inizi a Los Angeles alla passione comune per la moda
LA COVER DI GQ | “Il duo più ‘stiloso’ della NBA”. Così la nuova copertina del mensile GQ definisce Russell Westbrook e James Harden, i nuovi protagonisti in prima pagina. Sullo sfondo di una bandiera USA a stelle e strisce in versione bianco&nero, le due superstar dei Rockets concedono una lunga intervista al giornalista Mark Anthony Green che contiene parecchi passaggi interessanti. Li riassumiamo qui di seguito
GLI INIZI, WESTBROOK | “Abbiamo iniziato assieme, nei Boys & Girls Club di Los Angeles: il fatto di venire dalla stessa città ci ha unito da subito. Chi era più forte al tempo? Lui, senza dubbi [opinione confermata dallo stesso Harden: “Chi era più forte? Io”]. James ha sempre avuto tantissimo talento. Ed era anche più giovane di me. C’è da dire però che era un po’ cicciottello, da ragazzo”
SPESE PAZZE | Sia Harden che Westbrook non sono finiti sulla copertina di GQ per caso. La loro passione per la moda è risaputa, ed entrambi – visto che sono titolari di ricchi contratti – non lesinano sulle spese per avere sempre il look migliore. Quanto? “Secondo me James spende almeno mezzo milione di dollari all’anno”. La stima di Harden sulle spese folli di Westbrook, invece, si ferma un po’ più sotto: “Russ? Per me spende tra i 300 e i 350.000 dollari all’anno”.
FASHION WEEK | Nelle loro escursioni nel mondo dell’alta moda, i due riconoscono una certa difficoltà iniziale comune: “Quella di essere riconosciuti dai grandi nomi di quell’ambiente”, ammette Russell Westbrook. Timore confermato da Harden: “Non per essere arroganti, ma io e Russ non siamo due atleti qualunque. Di solito se ci troviamo al tavolo con qualcuno, tutti sanno chi siamo. Invece in quelle occasioni mi sentivo chiedere: ‘Per che squadra giochi?’. OK, li capisci che non hanno neppure idea di chi sei, ed è un bel bagno di umiltà”. “Un anonimato che è pure bello – aggiunge Westbrook – per una volta…”.
DRAFT LOOK, HARDEN | Restando a parlare di look, né Westbrook né Harden rimpiangono le scelte fatte la sera del Draft, al loro ingresso ufficiale nella lega: “Anzi, il mio look era fantastico: vi ricordate il farfallino?”, dice Harden
DRAFT LOOK, WESTBROOK | “Certo, il farfallino è un classico per James. Io non mi lamento della mia scelta: forse la parte oggi cambierei la parte sopra del vestito, era troppo larga, un po’ troppo baggy”, afferma Westbrook
EQUIVOCI, HARDEN | “L’equivoco più grande quando si parla di Russ è l’idea che la gente ha che lui sia pazzo, solo per l’intensità con cui gioca in campo. Pensano sia così anche fuori, e invece no: è tranquillo, rilassato, un vero padre di famiglia che ama stare coi suoi amici del liceo”
EQUIVOCI, WESTBROOK | “La cosa più assurda che la gente dice di James è che il suo gioco non sia di beneficio ai suoi compagni. Io invece capisco benissimo quali sono le sue intenzione quando è in campo e qual è la sua idea di pallacanestro. Se sei un realizzatore fantastico e sai di poter segnare a volontà, devi essere messo nelle condizioni di farlo. Se si chiede in giro per la lega tutti dicono che marcare Harden è impossibile: è così, ed è per questo che va fatto giocare esattamente come gioca”
NIPSEY HUSSLE, HARDEN | “Un paio di giorni prima della sua morte io avevo affittato una villa a Los Angeles e lui era passato a trovarmi, senza guardie del corpo, senza seguito, solo lui. Ci fu una cena, e io, lui e il suo manager parlammo a lungo della sua idea di fondare un’agenzia di agenti sportivi sotto il suo brand The Marathon. Poi un paio di giorni dopo sono a Las Vegas, e mi arriva la notizia: non potevo crederci. Ancora oggi voglio trovare il modo per rendere realtà quella sua idea di fondare un’agenzia”
NIPSEY HUSSLE, WESTBROOK | “Quando ho saputo della sua morte – racconta Westbrook parlando del rapper losangelino, suo fraterno amico da sempre – una delle prime persone che ho chiamato è stato James. Non ci ho dovuto neppure pensare, perché noi avevamo capito l’impatto che Nipsey poteva avere, quello che stava facendo e perché lo stava facendo. Capivamo chi fosse, uno che non faceva finta, uno vero. Ora lo capisce anche il resto del mondo”
OKLAHOMA CITY, HARDEN |James Harden e Russell Westbrook sono d’accordo su una cosa: se non fosse arrivata la trade del 2012 (quella che ha mandato Harden a Houston) oggi i Thunder avrebbero un titolo NBA: “Certamente”, afferma Harden; “Facile”, gli fa eco Westbrook. “Il Barba” la spiega così: “Sono stato a OKC tre anni: abbiamo sempre perso contro la squadra che poi è diventata campione NBA. Il mio terzo anno solo in finale [contro gli Heat dei Big Three, ndr]. E quando ci siamo ritrovati assieme con Team USA abbiamo vinto una medaglia d’oro. Il titolo NBA era nel nostro destino. Ma a volte le cose vanno in un altro modo…”
STILE DI GIOCO, HARDEN | Le critiche sullo stile di gioco – con troppi isolamenti – di James Harden lasciano indifferente il diretto interessato che anzi, al riguardo ha una sua teoria: “Shaquille O'Neal, Tim Duncan, Michael Jordan: anche loro giocavano tutti in isolamento, no? Duncan e Shaq lo facevano in post perché erano dei lunghi, ma l’isolamento resta isolamento, che sia fatto in post o in ala. Il punto è attirare un raddoppio e scaricare per creare un vantaggio alla tua squadra. Io faccio esattamente questo, solo in una zona diversa del campo. Oggi le squadre ci raddoppiano, ci triplicano addirittura, fanno di tutto per provare a limitarci. Quando raddoppiavano Duncan e lui scaricava, tutti a dire che quella degli Spurs era un’ottima pallacanestro. Ma quello che facciamo noi è uguale”
HOUSTON ROCKETS, WESTBROOK | “L’unico obiettivo dei nostri Rockets che possa considerarsi un successo per noi è il titolo. Individualmente abbiamo vinto tutto, centrato ogni traguardo, più di chiunque altro. Perché il nostro nome venga inserito quando si parla dei più grandi giocatori di sempre manca solo una cosa: e quella cosa è l’anello”
HOUSTON ROCKETS, HARDEN | “Quest’anno non siamo mai stati tutti in salute, ma se e quando succederà sono convinto che sarà difficile batterci. I record individuali non ci interessano: ne abbiamo già stabiliti tanti che potrebbero addirittura durare per sempre. L’unica cosa che vogliamo fare è vincere: a me non interessa segnare 40 punti così come a lui non importa finire in tripla doppia. Siamo pronti a farlo quando serve, ma appena il roster sarà in salute, al completo, non sarà più necessario farlo”