NBA, fotografo fa causa a LeBron James per una foto su Facebook: chiesti 150.000 dollari
LA STORIAIl fotografo Steve Mitchell ha citato in giudizio la stella dei Los Angeles Lakers, rea di aver utilizzato su Facebook la foto tagliata di una sua schiacciata contro i Miami Heat sulla quale non deteneva i diritti di copyright. Un post su Facebook che potrebbe costargli fino a 150.000 dollari
La legge del copyright non concede niente a nessuno, neanche se ti chiami LeBron James. Secondo quanto scritto in grande dettaglio da Michael McCann, analista legale di Sports Illustrated e avvocato, la stella dei Los Angeles Lakers è alle prese con una causa legale per l’utilizzo improprio di una foto sul suo profilo Facebook. A dare inizio alla questione è stato Steve Mitchell, fotografo di lunga data che lo scorso 13 dicembre, in occasione della sfida dei Miami Heat proprio contro i Lakers, ha scattato una splendida fotografia mentre James schiaccia di prepotenza a canestro. Uno scatto talmente bello da meritarsi la condivisione su Facebook e Instagram da parte del Re (o da uno del suo team), tagliandola in modo tale che risaltasse la giocata del 23 dei Lakers. Mitchell però detiene i diritti su quella fotografia avendola scattata (ed essendo il suo quindi un lavoro “creativo”), e li ha ulteriormente protetti registrando le sue foto all’ufficio Copyright degli Stati Uniti. Un passaggio che gli permette di notificare ufficialmente la proprietà di quella foto (così che chi infrange non può sostenere di non poterlo sapere) e, in alcuni casi, la prospettiva di ottenere ulteriori danni monetari in caso di giudizio in aula. La richiesta di danni presentata al tribunale del Southern District di New York lo scorso 17 marzo è per tutti i guadagni, profitti e altri benefit avuti da James e dalle due compagnie che lo assistono (la Uninterrupted Digital Ventures e la LRMR Ventures, anche loro citate in giudizio) oppure, in alternativa, fino a 150.000 dollari.
Il diritto di pubblicità e la possibile difesa degli avvocati di LeBron
Il fatto che James sia il protagonista principale della foto di Mitchell non gli dà il permesso di utilizzarla da altre parti, perché — in assenza di un rapporto contrattuale che implichi il contrario — Mitchell ha il possesso dei suoi lavori creativi, incluse le foto e le sue riproduzioni, come ad esempio la pubblicazione sui social media. Di fatto, James si è appropriato di un lavoro che non è suo e non ha provveduto a toglierlo dal suo account Facebook. James gode del “diritto di pubblicità” per la protezione della sua immagine, nel senso che il suo nome o le sue fattezze non possono essere utilizzate per scopi commerciali non autorizzati. Ma come da accordi nel contratto collettivo tra l’Associazione giocatori e la NBA, i fotografi accreditati possono scattare durante le partite e poi utilizzare come meglio credono il loro lavoro, anche proteggendolo come nel caso di Mitchell. La difesa di James potrebbe appellarsi al “giusto uso” della foto, sostenendo che lo scopo del post su Facebook fosse di celebrare la schiacciata di LeBron con i suoi tifosi e dare loro la “notizia” che fosse accaduta, senza l’obiettivo di lucrare su di essa visto che tutti potevano vederla gratuitamente su Internet. Oltretutto non si tratta di un lavoro immaginativo o unico, né una storia o il testo di una canzone, ma semplicemente la testimonianza di qualcosa che era già successo. Oltretutto Mitchell ha messo il copyright su una versione “allargata” di quella foto che comprendeva anche arbitri e altri giocatori in campo, e a meno di una dimostrazione che Mitchell abbia realmente perso dei soldi per quel post su Facebook, la difesa di James potrebbe insistere che la condivisione sui social di una porzione di quella foto non abbia avuto un impatto sul mercato.
La contro-risposta degli accusatori e la possibile conclusione della vicenda
Mitchell e la sua squadra di avvocati hanno però molte carte da poter giocare per contro rispondere, a partire dal fatto che James usa i suoi social per accrescere il suo brand con fini commerciali, alternando foto delle sue giocate ma anche pubblicità per altri marchi a lui collegati. L’utilizzo di quella foto di James che schiaccia, quindi, poteva aiutarlo a guadagnare ulteriori like e followers, aumentando così la sua audience e mantenendo l’attenzione di quelli che già lo seguivano, espandendo la sua “potenza”. Ci sono poi altri cavilli sulla riproposizione tecnica della foto senza filtri o altri lavori che rendono la posizione di James traballante: McCann scrive che potrebbe volerci ancora diverso tempo prima che la questione si risolva (visti anche i rallentamenti dovuti al coronavirus), ma anche che entrambe le parti si aspettano di arrivare a un patteggiamento monetario in favore del fotografo. Se davvero la compensazione sarà nell’ordine delle centinaia di migliaia di dollari, diventerà davvero una delle foto più costose di tutti i tempi.