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NBA, Steph Curry live su Instagram con l'immunologo della Casa Bianca: e spunta Obama

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Un Instagram live di quasi mezz'ora con Dr. Fauci per permettere all'immunologo chiamato a guidare la task force USA contro il coronavirus di raggiungere i 30 milioni di follower (spesso giovanissimi) del suo account. Uno degli assist più belli della carriera di Steph Curry

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Un assist si può fare anche senza giocare a basket: quello dato da Steph Curry al dottor Tony Fauci — l’immunologo più famoso d’America in questo momento, a capo della task force voluta dalla Casa Bianca per combattere il coronavirus — rischia di essere tra i più importanti della sua carriera. Con un Instagram live durato all’incirca una mezz’ora — in cui a un certo punto è intervenuto in ascolto anche l’ex presidente USA Barack Obama — la superstar dei Golden State Warriors ha posto al famoso immunologo una serie di domande generali, ma soprattutto ha offerto la sua piattaforma social — quasi 30 milioni di follower su Instagram, soprattutto di una fascia demografica spesso lontana dai messaggi lanciati dai canali più istituzionali della politica o della medicina — per permettere al Dr. Fauci di raggiungere con le giuste informazioni il maggior numero di persone possibili. Curry ad esempio ha voluto subito fare chiarezza sulla singolarità del Covid-19, comparato a un altro normale virus: “La differenza — è stata la risposta di Anthony Fauci — sta nella facilità di trasmissione e nella serietà delle sue conseguenze. Voglio fare un esempio, per essere chiarissimo: una normale influenza di stagione ha un tasso di mortalità dello 0.1%, il coronavirus raggiunge invece l’1% — e in Cina anche picchi del 2/3%”, ha raccontato. Da lì il passo (breve) è stato quello di sensibilizzare la gente in ascolto a non sottovalutare la pandemia, pur senza cadere nel panico: “La gente deve realizzare che siamo di fronte a un problema serio, qualcosa che modifica le nostre vite di tutti i giorni: non è normale chiudersi in casa, non è normale — per te, Steph — non giocare a basket. Allo stesso tempo, però non è neppure la fine del mondo. È qualcosa nel mezzo, e dobbiamo fare tutto quello in nostro potere per combattere questa pandemia”. Il ritorno alla normalità è qualcosa a cui tutti — Steph Curry e gli Warriors — guardano con grande trepidazione e attesa, e su quando e come questo possa accadere l’immunologo della Casa Bianca ha portato ad esempio i casi esteri, dalla Cina all’Italia: “Il momento in cui si potrà pensare di ritornare a una qual certa normalità è quando la curva dei contagi — e delle vittime — inizierà a scendere con continuità e costanza in tutto il Paese. Abbiamo visto che è successo così in Cina, sta succedendo ora in Corea del Sud, mentre in Europa, e soprattutto in Italia, la situazione è ancora terribile. Negli Stati Uniti dobbiamo far di tutto per impedire ulteriori contagi e poi attendere il calo della curva: solo allora — facendo attenzione a non reintrodurre il virus — si potrà guardare al futuro con ottimismo”.

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