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NBA Finals 1998: perché guardare gara-5 su Sky Sport NBA

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©Getty

Allo United Center di Chicago è tutto pronto per festeggiare il sesto titolo dei Bulls, ma gli Utah Jazz hanno altri piani. Jerry Sloan cambia partita e serie con una mossa a sorpresa e Michael Jordan non arriva neanche al ferro con l’ultimo tiro disperato, con la serie che torna a sorpresa nello Utah

Primo match point sulla racchetta dei Chicago Bulls, e in più davanti al pubblico di casa, ultima gara interna della serie con la possibilità di festeggiare il titolo insieme ai propri tifosi. Sembra tutto apparecchiato per una festa trionfale, compresi 90 chili di coriandoli pronti a depositarsi sul parquet al suono della sirena di gara-5 dal tetto dello United Center — anche perché i Bulls non perdono una partita di finale NBA in casa dal 1993, dalla serie contro i Phoenix Suns. Ma gli Utah Jazz non ci stanno a giocare il ruolo delle vittime sacrificali e anche gara-5 si rivela l’ennesima battaglia difensiva, in una serie che nelle prime quattro gare non ha visto nessuna delle due squadre toccare quota 100 punti. Dopo il primo quarto della quinta nessuna tocca neppure quota 20, con i giocatori nervosi e con le mani fredde: Scottie Pippen liberissimo confeziona un air ball sul primo possesso della gara, Jeff Hornacek (quasi infallibile dalla lunetta) sbaglia due liberi in fila e Howard Eisley colleziona due palle perse. L’unico a salvarsi è Toni Kukoc, ispiratissimo fin dall’inizio e anche l’ultimo ad arrendersi (sua la tripla a 5.5 secondi dalla fine che riporta i Bulls a -1). Il croato sbaglia due tiri in tutta la partita e si prende lo sfizio di finire davanti a Jordan tra i marcatori di Chicago (30 lui, 28 MJ) ma dal punto di vista tattico la mossa più interessante di gara-5 la fa Jerry Sloan.

Antoine Carr, il protagonista che non ti aspetti

All’inizio del secondo tempo l’allenatore dei Jazz cambia ancora e piazza Antoine Carr da centro, dopo che nella posizione nella serie si sono alternati Greg Ostertag, Adam Keefe e Greg Foster. L’impatto di Carr nella seconda metà di partita è notevole: il n°55 dei Jazz è l’unico a chiudere in doppia cifra a fine gara oltre a Karl Malone, che domina sotto canestro sfiorando la doppia doppia e i 40 punti. I Bulls accusano la pessima partita al tiro di Scottie Pippen: il tuttofare di Chicago non fa mancare il suo apporto in termini di rimbalzi (11) e anche assist (altrettanti), ma non segna davvero mai e chiude con 6 punti e 2/16 al tiro. La banda di Phil Jackson tira sotto il 39% dal campo mentre i Jazz chiudono sopra il 50% e così i coriandoli restano sul soffitto dello United Center e una serie che sembrava chiusa e pronta per passare in archivio di colpo si riapre, perché gara-6 e l’eventuale settima si giocano di nuovo al Delta Center di Salt Lake City. Ma i Bulls viaggiano nello Utah comunque avanti nella serie, 3-2.