NBA, risultati della notte: Gallinari travolge Portland, Curry ne fa 41 e Pelicans ko

NEW ORLEANS PELICANS-GOLDEN STATE WARRIORS 108-123 | Una gara spartiacque, un’ultima chiamata mancata dai Pelicans, una sfida che fa tirare un grosso sospiro di sollievo agli Warriors ormai praticamente certi dell’accesso al play-in. Golden State stravince il testa a testa più delicato della notte, dominando sin dalla palla a due (39-21 il parziale nel primo quarto) e non permettendo a New Orleans di accorciare in classifica - che attualmente sono all'11° posto a Ovest e a 3 partite di distanza con 7 ancora da giocare

Se cercate i nomi dei protagonisti del successo Warriors, non sbagliate certo facendo quelli dei soliti noti - a partire da Steph Curry, autore di un’altra clamorosa partita in questa regular season da incorniciare: 41 punti - che gli permettono di guadagnare vantaggio su Bradley Beal nella corsa al titolo di miglior realizzatore - raccolti grazie a un mortifero 8/18 da tre punti, a cui aggiunge 8 assist. Nei 35 minuti in cui resta sul parquet, i Pelicans (che dovranno giocare altre due volte contro Golden State) vengono spazzati via

Al resto invece pensa Draymond Green che raccoglie la 29^ tripla doppia in carriera (28-1 il record degli Warriors, migliore all-time tra tutti i giocatori con almeno 10 triple doppie): 10 punti, 13 rimbalzi e soprattutto 15 assist; la settima volta in regular season con almeno 15 passaggi vincenti, record per un giocatore che non sia una guardia in una singola stagione. Assist che armano la mano di Andrew Wiggins, autore di 26 punti con 10/19 dal campo

“Dovessi scegliere un giocatore dell’intera NBA per provare a contenere Zion, selezionerei Draymond”, ha raccontato coach Steve Kerr a fine gara. Nonostante l’ottima prestazione di Green, il giovane talento dei Pelicans è stato l’unica vera spina nel fianco degli Warriors: 32 punti, 12/24 al tiro, 8 rimbalzi, un paio di stoppate e diverse giocate di intensità. Nei 37 minuti trascorsi sul parquet da Williamson, New Orleans è andata sotto di un solo punto: peccato che nei restanti 11 sia sprofondata, lasciando i Pelicans ancora una volta fuori dai playoff

LOS ANGELES LAKERS-DENVER NUGGETS 93-89 | I Lakers vincono la partita più importante della loro regular season, ritrovando il successo in un match giocato senza LeBron James - a riposo dopo il riacutizzarsi del problema alla caviglia destra - reduci da sei sconfitte nelle ultime sette gare e chiamati ad affrontare una squadra di primo livello come i Nuggets. I gialloviola toccano anche il +14 nella ripresa, stringono i denti grazie alla difesa, non segnano mai nel finale e trovano un paio di giocate decisive che li portano momentaneamente al 5° posto a Ovest

Con sei minuti trascorsi senza segnare mai nell’ultimo quarto e i Nuggets ormai a un solo possesso di distanza, il canestro più pesante lo realizza Talen Horton Tucker - 10 punti in uscita dalla panchina, li stessi di un Marc Gasol da 3/4 dall’arco e fondamentale nei 17 minuti sul parquet (chiusi non a caso con +17 di plus/minus): il giovane talento dei Lakers si butta in penetrazione, tira volgendo le spalle al canestro, approfitta del rimbalzo mancato da Jokic e da sotto realizza il +4 a 15 secondi dalla fine

A protezione del ferro invece il sigillo lo mette Anthony Davis, con la stoppata da leader purissimo su Facundo Campazzo, che nel giro di pochi decimi di secondo ha visto letteralmente volare sulla sua potenziale tripla del -1 l’All-Star dei Lakers, autore alla sirena finale di 25 punti con 9/19 al tiro, 7 rimbalzi, tre stoppate e un paio di canestri pesantissimi che permettono ai Lakers si lasciarsi alle spalle sia Dallas che Portland, con altre sette gare ancora da giocare

I Nuggets invece festeggiano con una sconfitta l’aritmetica certezza di partecipare ai playoff - arrivata dopo la sconfitta dei Blazers settimi: non basta a Denver un Nikola Jokic da 32 punti con 12/28 al tiro, 9 rimbalzi e 5 assist, a cui si aggiungono anche i 19 punti di Michael Porter Jr. - unici in doppia cifra assieme a JaVale McGee, che celebra con 10 punti in uscita dalla panchina la serata in cui riceve l’anello NBA dalla sua ex squadra

WASHINGTON WIZARDS-INDIANA PACERS 154-141 | Prestazione leggendaria di Russell Westbrook, che trascina ancora una volta al successo gli Wizards che si scrollano sempre più dalle spalle i Raptors e avvicinano il 9° posto in classifica di Indiana - con il tiebreaker a favore e il terzo scontro diretto da giocare sabato notte a Indianapolis. I Pacers concedono ben 154 punti a Washington (massimo in stagione), che nei due quarti a cavallo dell’intervallo lungo ne segna 86 e scappa via senza più voltarsi indietro

Terza gara all-time nella storia NBA in cui un giocatore chiude con almeno 20 rimbalzi e 20 assist a referto: per Westbrook sono 21 rimbalzi (nuovo massimo in carriera) e 24 passaggi vincenti (massimo in carriera eguagliato), conditi con 14 punti che permettono al n°4 degli Wizards di salire a quota 32 triple doppie in stagione e 178 complessive in carriera - a -3 da Oscar Robertson con sette partite di regular season ancora da giocare

Impressionante alla sirena finale per Washington anche il conto degli assist: sono 50 totali di squadra su 63 canestri, 11 dei quali portano la firma di Bradley Beal che segna 26 punti con 11/24 al tiro. Meglio di lui fa Rui Hachimura, sempre più a suo agio nell’attacco capitolino con il passare delle gare: 27 punti, 12/19 altro, a cui aggiunge 7 rimbalzi in un match da +20 di plus/minus in 31 minuti

Paradossale invece come ai Pacers non basti una grande prestazione realizzativa di squadra per giocarsela contro gli Wizards: otto dei nove giocatori scesi in campo - con l’eccezione di Kelan Martin, schierato per qualche secondo nel finale - chiudono in doppia cifra, guidati dai 32 punti, 14 rimbalzi e 9 assist di un Domantas Sabonis che sfiora la tripla doppia, a cui si sommano i 33 punti realizzati da Caris LeVert (modesto però al tiro con 11/28 dal campo, ritoccato in parte dal 9/10 dalla lunetta)

CHICAGO BULLS-PHILADELPHIA 76ERS 94-106 | Massimo risultato, minimo sforzo per i Sixers che battono i Bulls, li condannano a rinunciare alla corsa di un posto al play-in e si tengono stretti il primo posto a Est grazie ai 21 punti di Tobias Harris, ai 20 di Seth Curry, ai 15 di Ben Simmons, 14 di Danny Green e i 13 di un tranquillo Joel Embiid - ormai fuori dai giochi nella corsa al titolo di MVP. Avanti di 23 lunghezze nel terzo quarto, Philadelphia chiude i conti dopo la rimonta di Chicago nell’ultima frazione senza ritrovarsi mai in svantaggio per 48 minuti

I Bulls incassano così la settima sconfitta in fila contro la bestia nera Sixers e, non potendo contare su Zach LaVine e Nikola Vucevic per la seconda gara consecutiva, non vanno oltre i 23 punti di Coby White con 8/19 dal campo e 5/10 dall’arco. Chicago, non ancora aritmeticamente condannata, è 12^ a Est con ben quattro partite da recuperare sui lanciatissimi Wizards (e con Toronto da dover scavalcare): un’impresa disperata con sole sette partite ancora da giocare

MEMPHIS GRIZZLIES-NEW YORK KNICKS 104-118 | Vittoria storica per i Knicks che non solo conservano con merito il 4° posto a Est - allontanando nuovamente gli Hawks - ma conquistano l’aritmetica certezza di chiudere la stagione con un record con più del 50% di successi per la prima volta negli ultimi otto anni: merito dei 28 punti, 6 rimbalzi e 6 assist con 5/8 dall’arco del solito Julius Randle, a cui si aggiungono i 25 punti (11/15 al tiro) nuovo massimo in stagione di Derrick Rose in uscita dalla panchina

Memphis invece, sprofondata anche sul -17 nel secondo tempo, ha provato a riportarsi in corsa nell’ultima frazione, non riuscendo però ad andare oltre -5 a 5 minuti dalla sirena. Dillon Brooks è il migliore dei suoi con 25 punti e 5/9 dall’arco, mentre sono 22 con 4/7 dalla lunga distanza per Desmond Bane. Doppia espulsione nel finale per coach Jenkins, seguita pochi istanti dopo da quella di un impreciso Ja Morant che chiude con 8 punti e 2/14 al tiro

UTAH JAZZ-SAN ANTONIO SPURS 110-99 | Tornano in vetta alla Western Conference i Jazz, che controllano per 48 minuti la sfida contro gli Spurs e vincono nonostante l’assenza di Donovan Mitchell, trascinati dai 25 punti con 10/17 al tiro di Bojan Bogdanovic e dai 24 con 15 rimbalzi e 3 stoppate di Rudy Gobert. Al resto pensa Jordan Clarkson che ne mette 16 a gara in corso con 6 rimbalzi e 5 assist, con Utah che conquista così mezza partita di margine su Phoenix: stesso numero di sconfitte (18) e al momento una gara e una vittoria in più

Bastano 40 secondi a coach Popovich per annusare l’aria, chiamare il primo timeout della sua partita e provare invano a invertire la tendenza di una gara già segnata in avvio: non bastano agli Spurs i 22 punti di DeMar DeRozan (10/17 al tiro con 6 assist), i 15 di Dejounte Murray e i 17 in uscita dalla panchina di Rudy Gay. Gli Spurs sono al 10° posto a Ovest, con due gare e mezza di vantaggio sui Pelicans come margine rassicurante per conservare la qualificazione al play-in

DETROIT PISTONS-ORLANDO MAGIC 112-119 | Un Mo Bamba da massimi in carriera - autore di 22 punti e 15 rimbalzi - trascina al successo in trasferta i Magic a Detroit, portando Orlando ad avere così il quarto peggior record NBA (21-44), al momento nella corsa alla Lottery alle spalle di Thunder, T’Wolves e soprattutto Pistons, che forti di un'infinita lista di assenti (paragonabile a quella dei Magic) non vanno oltre i 26 punti di Saddiq Bey. Orlando festeggia con una vittoria la guarigione di coach Clifford dal COVID-19, che sarà in panchina contro Boston

Questa dunque la situazione a meno di due settimane dalle fine della regular season, giunta ormai agli sgoccioli e con i playoff a un passo