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NBA, Harden è cambiato: le cifre in calo, la partitella in allenamento, il suo messaggio

NBA

A chi gli fa notare di aver segnato solo 5 punti nell'ultima gara, il n°13 dei Nets replica: "E in allenamento l'ultima partitella l'ho chiusa con zero punti. Eppure la mia squadra ha vinto. Non era l'unica cosa che conta?", chiede polemico. Dopo anni di cifre straordinarie ora il successo di squadra è tutto quello che gli interessa: "Il mio ruolo è giocare da leader", dice prima del via dei playoff

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A Oklahoma City, all’inizio della sua carriera, James Harden è stato il miglior sesto uomo NBA (2012); a Houston è stato prima il miglior passatore di tutta la lega (2017), poi il miglior realizzatore (per tre anni in fila, dal 2018 al 2020) e nel frattempo anche l’MVP (sempre nel 2018). Ma neppure essere incoronato come il giocatore NBA più forte o aver chiuso un’intera stagione sopra i 36 punti di media ha dato ad Harden la patente di “giocatore vincente”, l’unica che — è lui stesso ora a dirlo, mentre si prepara al via della sua prima avventura playoff in maglia Nets — gli interessi davvero. Per questo, a chi gli fa notare come non sia sembrato il giocatore di sempre nelle ultime due gare giocate con Brooklyn al suo rientro dopo un mese di inattività (11.5 punti di media e solo 12 tiri complessivi presi), il “Barba” risponde aggiungendo un’altra statistica: “Zero punti. Zero. Nell’ultima partitella che abbiamo fatto in allenamento non ho segnato neppure un punto. Eppure la mia squadra ha vinto”, ha fatto sapere, una “rivelazione” che ovviamente vuole spostare l’attenzione su quello che è il vero focus del giocatore dei Nets. “Pensavo che contasse solo vincere, no?”, ha chiesto quasi in tono polemico, dopo essere stato criticato per anni per cifre fantasmagoriche inutili però a mettergli al dito un anello di campione NBA. “Quando segnavo tantissimo e avevo statistiche impressionanti, non era mai abbastanza. A un certo punto bisogna capire cosa conta davvero: e quel qualcosa è vincere”, dice ora Harden. “E il mio impatto sulla squadra non deve necessariamente tradursi in grandi numeri: il mio compito è giocare da leader ed essere sicuro che ognuno dei miei compagni possa dare il suo meglio. Una volta che ho fatto questo, allora posso anche concentrarmi sul mio gioco, ma questo non è per nulla un problema, per me”.

Un ritornello abusato che però vale per i Nets

Parole che sembrano andare nella direzione di affidare a Kyrie Irving e Kevin Durant il ruolo di primattori nei playoff che stanno per iniziare, senza gelosie o rivalità di sorta. Ma parole che come tali valgono quello che valgono, proprio come sa benissimo lo stesso Harden quando aggiunge: “In tante squadre diverse si sente ripetere il solito ritornello: ‘Dobbiamo solo fare quello che siamo in grado di fare e tutto andrà bene’. Invece a volte non è abbastanza. Per noi sono convinto invece che sia proprio così: se facciamo quello che sappiamo fare — piazzare parziali taglia gambe in attacco, difendere forte per fermare gli avversari — abbiamo realmente delle chance di titolo”. Gli avversari sono avvisati.

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