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NBA, Russell Westbrook, le 9 palle perse e tiri sbagliati: "Fanno parte del gioco"

le parole
©Getty

Il n°0 dei Lakers ha giocato un'altra partita tutta energia e voglia, sbagliando tanto ma permettendo a suo modo ai Lakers di vincere la terza gara delle ultime quattro giocate. Errori che non sono passati inosservati, ma che Westbrook prova a contestualizzare: "Posso sbagliare tiri e perdere palloni come tutti gli altri sul parquet, ma l'impatto di un giocatore di pallacanestro si giudica da altre cose"

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Russell Westbrook è così, prendere o lasciare. Non tanto e non solo per la striscia di quattro triple doppia in fila interrotte, ma perché anche in una partita vinta non si pone il problema di sporcare il foglio: il n°0 dei Lakers è sempre pronto a caricarsi sulla spalle la squadra, a mettere energia e fare un sacco di cose sul parquet - con il rischio di andare fuori giri e di sbagliare anche tanto, senza mai perdere convinzione e abbassare la mira rispetto all’obiettivo di fronte a sé. Per quello non potevano che far discutere le sue nove palle perse contro Minnesota, così come il modesto 7/16 al tiro senza bersagli dalla lunga distanza (0/5 da tre punti). Stoccate a cui Westbrook questa volta ha deciso di replicare in maniera diretta, senza fronzoli: “Sono parte del gioco”, ha spiegato, provando a scrollarsi di dosso le continue critiche rispetto al suo inseguire ossessivamente statistiche per riempiere il boxscore.

Concetto ribadito con una replica articolata a chi sosteneva che la partita gli fosse sfuggita di mano a causa delle tante forzature ed errori: “Non sono per nulla d’accordo con te”, ha spiegato Westbrook in conferenza. “La mia partita non è certo condizionata da errori al tiro o da palle perse: se sbaglio una conclusione, so che è qualcosa che fa parte del gioco. Sono autorizzato a commettere qualche errore al tiro, so che posso farlo come qualsiasi altro giocatore sul parquet. E lo stesso discorso vale per le palle perse. Ma se guardi nel suo complesso una prestazione e una partita di pallacanestro, ti rendi conto che ci sono tante altre cose che determinano l’impatto di un giocatore sul match: i rimbalzi, la capacità di fare la scelta giusta, aiutare i compagni, fare un taglia-fuori, leggere la difesa avversaria. È solo questione di essere un atleta in grado di giocare a pallacanestro, non di contare le palle perse”. Discorso chiuso? Difficile immaginare che la polemica si fermi qui, per un gruppo che deve ancora crescere e migliorare tanto.

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