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NBA, Luka Doncic contro gli arbitri: fa il gesto dei soldi uscendo dal campo. VIDEO

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La stella slovena dei Mavs ha da sempre un rapporto conflittuale con gli arbitri e in gara-3 vinta con Phoenix è ricascato in una plateale protesta. Dopo che gli era stato fischiato il 4° fallo a 5 minuti dalla fine del terzo quarto Doncic ha infatti lasciato il campo alzando le mani al cielo e facendo il gesto dei soldi. Un comportamento replicato poi dopo il 5° fallo (nell'ultimo quarto) che non sarà certo piaciuto ai vertici NBA e per il quale potrebbero arrivare sanzioni

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Una partita da protagonista. Non solo i punti (quelli erano arrivati anche nelle prime due gare, 45 e 35), ma anche leadership e voglia di far migliorare i compagni. Luka Doncic (con Jalen Brunson, non a caso) è la copertina dei Mavs che riaprono la serie contro Phoenix, vincendo gara-3 in Texas e ora aspettando un po' meno preoccupati il quarto episodio della serie. Nella vittoria 103-94 di Dallas Doncic ha sfiorato la tripla doppia - 26 punti, 13 rimbalzi, 9 assist - ma hanno fatto parlare anche i suoi problemi di falli (il quarto, appena dopo la metà del terzo quarto, e soprattutto il quinto, arrivato con 8 minuti circa da giocare nell'utimo quarto) e la reazione plateale del campione sloveno. Per ben due volte, infatti, Doncic ha apertamente contestato le decisioni arbitrali compiendo con le mani il gesto dei soldi (strofinando fra loro pollice e indice delle mani, evidentemente gesto universale, buono a ogni latitudine, in Italia, come in Slovenia, come negli Stati Uniti). Il messaggio? Questi arbitri - Marc Davis, John Goble,  Rodney Mott - sono "pagati", un gesto davvero sorprendente da parte di un campione del suo calibro, che con gli uomini in grigio ha sempre avuto un rapporto sì complicato (15 falli tecnici ricevuti in stagione, di cui 2 rescissi, e tante proteste) ma mai sceso in una tale caduta di stile. 

Le parole di Doncic in conferenza stampa

Interrogato in conferenza stampa sul significato di quel gesto ("Era rivolto agli arbitri?"), Doncic non a caso ha provato a minimizzara: "Non lo so. Non voglio essere multato. Non penso che i miei interventi fossero fallosi". L'ultima affermazione è legittima, il gesto (ripetuto due volte) decisamente meno, la speranza che la lega non intervenga con una multa nei suoi confronti forse destinata a infrangersi. 

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