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NBA, 4 luglio di sangue: la reazione dei Chicago Bulls alla sparatoria di Highland Park

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Il (ricco) sobborgo un'ora a nord di Chicago dove è andata in scena l'ennesima tragedia legata all'uso di armi da fuoco è ed è stato casa per anni di diversi membri dei Chicago Bulls, giocatori e staff. Per questo la franchigia dell'Illinois ha voluto far sentire tutto il suo supporto alla comunità di fronte al nuovo episodio di violenza che è costato la vita a 6 persone

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È stato un 4 luglio di sangue negli Stati Uniti. È di 6 morti e una trentina di feriti il bilancio, ancora provvisorio, di una sparatoria avvenuta durante la tradizionale parata per festeggiare la festa dell'Indipendenza USA a Highland Park, un sobborgo a nord di Chicago, distante circa un'ora dalla città dei Bulls. L'ennesimo folle gesto di violenza ha portato per il momento al fermo di una persona, Robert E. Crimo, sospettata di essere il killer che alle 10 di mattina circa della giornata di ieri ha iniziato a sparare a caso sulla folla da un tetto di un palazzo che si affacciava sulla via della parata. I Chicago Bulls hanno voluto diramare un comunicato ufficiale per testimoniare la loro vicinanza alla comunità di Highland Park e alle famiglie delle vittime. "Quello che è successo oggi a Highland Park è orribile e senza il minimo senso", si legge. "Highland Park è stata per anni la casa di molti membri della Bulls Nation, tra giocatori e staff. Per questo la connessione che sentiamo con questa comunità è personale e ha un posto speciale nel nostro cuore". 

Il messaggio della franchigia dell'Illinois poi continua riconoscendo tristemente l'inutilità delle parole, ripetute mille volte, di fronte a tragedie che continuano a ripetersi: "Ci siamo trovati fin troppe volte in situazioni come queste, a ripetere le stesse parole ed esprimere gli stessi sentimenti. Come organizzazione i Bulls si impegnano a fare di tutto per usare ogni risorsa in nostro possesso per aiutare a risolvere questa epidemia di violenza legato all'uso delle armi da fuoco". 

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