NBA, le 10 multe più costose di sempre: da Latrell Sprewell ai Minnesota Timberwolves
Dai pugni in campo alle aggressioni tra allenatori e giocatori della stessa squadra, fino ad arrivare a veri e propri sabotaggi del salary cap NBA: sono diverse le ragioni per cui alcune squadre o giocatori hanno ricevuto sanzioni da centinaia di migliaia di dollari, fino ad arrivare a chi è stato costretto a versare 3.5 milioni: il motivo? Scopriamolo insieme
5° POSTO | SAN ANTONIO SPURS - MULTA DA 250.000 DOLLARI | IL MOTIVO: NON AVER SCHIERATO I GIOCATORI PER SCELTA
Una decisione controversa, soprattutto considerando che tenere a riposo i propri campioni è una pratica molto diffusa in NBA: nessuno però è maestro in questo quanto Gregg Popovich, che nel 2012 decise di lasciare i titolari a guardare in un match contro i Miami Heat (le due finaliste di quell’anno, con la gara in TV in diretta nazionale). Una scelta che David Stern non digerì e volle punire con 250.000 dollari di multa
Una frattura alla mano decisamente cara per il talentuoso e fumantino per l’allora giocatore dei Knicks, che si ruppe una mano durante una rissa scoppiata in vacanza sul proprio yacht. Ragione tenuta nascosta - per poco - alla squadra di New York, che quando lo venne a sapere decise di andare giù duro a livello economico e di togliergli 250.000 dollari
5° POSTO | DAMON STOUDEMIRE, PORTLAND TRAIL BLAZERS - 250.000 DOLLARI DI MULTA | IL MOTIVO: ARRESTATO TRE VOLTE PER POSSESSO DI MARIJUANA
In quel 2003 il soprannome della squadra dell’Oregon era “Portland Jail Blazers”, con chiaro riferimento alle tendenze poco raccomandabili dei propri giocatori: quell’anno finì in modo particolare nell’occhio del ciclone Damon Stoudemire, arrestato tre volte nel giro di poche settimane per possesso di marijuana e a quel punto squalificato dalla sua franchigia che lo multò di 250.000 dollari e soprattutto lo aiutò a trovare dei centri specializzati per provare a risolvere la dipendenza
5° POSTO | AUBREY MCLENDON, SEATTLE SUPERSONICS - 250.000 DOLLARI DI MULTA | IL MOTIVO: AVER DIVULGATO IL PIANO DI TRASFERIMENTO DELLA FRANCHIGIA DA SEATTLE A OKLAHOMA CITY
Nel 2007, l’ex proprietario dei Sonics riuscì in un colpo solo a farsi nemica non solo un’intera città, ma tutto il popolo degli appassionati NBA con la scelta di spostare la franchigia da Seattle a Oklahoma City. Una decisione legittima, ma la lega non apprezzò particolarmente il fatto che a divulgare i dettagli della scelta e tutto il resto fu proprio McClendon e per questo decise di multarlo per 250.000 dollari
Anno 1984, Hakeem Olajuwon e Patrick Ewing erano due giocatori collegiali dall’enormi prospettive: i Blazers allora non riuscirono a resistere ed entrarono in contatto con loro, venendo poi scoperti dalla NBA e sanzionati di 250.000 dollari (una cifra ancora più ingente se consideriamo che la multa risale a quasi 40 anni fa). Il destino poi ha punito Portland in quel Draft: il nigeriano andò ai Rockets e i Blazers invece virarono su Sam Bowie, lasciando libero a disposizione dei Bulls alla n°3 un certo Michael Jordan
5° POSTO | MICKY ARISON, MIAMI HEAT - 250.000 DOLLARI DI MULTA | IL MOTIVO: AVER TWITTATO OFFESE NEI CONFRONTI DELLA NBA
Il proprietario dei Miami Heat è stato uno delle prime vittime dell'era dei social network: nel 2011 durante il lockout sottolineò come la decisione di tenere chiusa la NBA fosse una decisione presa "da bastardi avidi che fanno delle scelte stupide" - senza rendersi conto della potenza di quel mezzo di comunicazione. Risultato? Ben 250.000 dollari di multa
2° POSTO | VLADIMIR RADMANOVIC, LOS ANGELES LAKERS - 500.000 DOLLARI DI MULTA | IL MOTIVO: ESSERSI LUSSATO UNA SPALLA MENTRE FACEVA SNOWBOARD
Di gran lunga il più ridicolo dei modi per perdere causa multa 500.000 dollari: nel 2007 l’allora giocatore dei Lakers si lussò una spalla facendo snowboard - uno degli sport banditi dalla NBA ai propri giocatori nelle attività lontano dal parquet. Fare una corsetta al parco può fare bene, ma mettere a repentaglio la propria salute e rischiare così tanto venne vista come una provocazione per la quale Lakers non hanno voluto transigere
16 dicembre 2006, Madison Square Garden: Denver sta umiliando i Knicks che decidono di vendicarsi in campo commettendo nel finale di gara un fallo durissimo su JR Smith che accende il parapiglia sul parquet. Una decina di giocatori si scagliano uno contro l’altro in quella che è stata la peggior rissa NBA dopo i fatti del Palace di Auburn Hills del 2004. Il risultato fu una sanzione da record, tutti i giocatori sospesi - con 7 di loro che accumularono un totale di 47 gare senza poter scendere in campo
2° POSTO | MARK CUBAN, DALLAS MAVERICKS - 500.000 DOLLARI DI MULTA | IL MOTIVO: AVER CRITICATO IN MANIERA OFFENSIVA GLI ARBITRI
Mark Cuban non è mai stato un esempio di fair play e le sue esternazioni sono state sanzionate in due separate occasioni con multe da 250.000 dollari: la prima nel 2001 dopo una sconfitta Mavericks contro i Pistons, mentre la seconda nel 2006 dopo gara-5 delle NBA Finals (quelle che Dallas si lasciò sfuggire contro gli Heat di un giovanissimo Wade)
1° POSTO | MINNESOTA TIMBERWOLVES - 3.5 MILIONI DI DOLLARI DI MULTA | IL MOTIVO: AVER RAGGIRATO IL MECCANISMO LEGATO AL SALARY CAP PER ARRIVARE AD ACQUISTARE UN GIOCATORE
Nel 2000 i Minnesota Timberwolves provarono ad accordarsi con Joe Smith, facendo firmare al giocatore un contratto al di sotto del suo valore di mercato (per non avere problemi con il salary cap), promettendogli poi un accordo multi-milionario in futuro che l’avrebbe ripagato dei mancati guadagni iniziarli. Una mossa che permise alla squadra di Minneapolis di prendere altri giocatori di talento, prima che la NBA scoprì il raggiro e decise di colpire la truffa con la più grande multa mai comminata nella storia della lega