Mercato NBA, sei obiettivi prendibili dalle squadre: chi scende e chi sale
Dopo il primo mese di regular season, diversi giocatori sono rimasti disponibili sul mercato, ma il loro prezzo potrebbe essere salito o sceso in base alle loro prestazioni sul parquet. Ecco le azioni in salita e discesa di sei giocatori prendibili sul mercato secondo Bleacher Report
Già lo scorso anno il lungo non era esattamente contento del suo utilizzo nell’attacco di coach McMillan, e con l’arrivo di Dejounte Murray il suo coinvolgimento è ulteriormente calato (da 20.5 a 16 di Usage Rate) così come le sue statistiche. La squadra sta andando ragionevolmente bene e questo potrebbe sconsigliare un addio tanto a lui quanto alla squadra, anche perché un rendimento in calando significa anche un minor valore sul mercato
Sarà anche tornato sui suoi passi nella richiesta di essere ceduto, ma il rendimento ondivago dei Brooklyn Nets non può davvero lasciare nessuno tranquillo. La possibilità che tutto esploda da un momento all’altro costringendo la franchigia a ricominciare da zero è dietro l’angolo, ma dal canto suo Durant è sempre una superstar: 28 punti di media con il 63% reale da quando Irving è stato sospeso, trascinando i Nets a un record di 5-3 vincendo anche sul campo della miglior squadra a Ovest, i Portland Trail Blazers
Non sembra esattamente felicissimo, come qualsiasi 33enne in una squadra giovanissima che ha perso 12 delle prime 14 partite. La distanza tra lui e il resto del roster (tolto Boban Marjanovic) è di 7 anni, perciò un addio sarebbe più che necessario per tutte le parti coinvolte, come già è andato vicino a fare un anno fa. Houston ha però sempre tenuto duro sulla richiesta di una prima scelta al Draft per cederlo: arriverà qualcuno a soddisfarli, anche se il suo rendimento è leggermente peggiorato rispetto a un anno fa?
Gli Spurs non hanno fatto mistero della sua disponibilità, anche perché è in scadenza di contratto e non sembra che San Antonio voglia puntarci per il futuro. Sta però giocando talmente bene dal punto di vista individuale (anche con una partita da 31 contro Portland) da costringere la squadra a mantenere un prezzo alto, anche per l’utilità che potrebbe avere per una contender un giocatore del genere che non richiede attenzioni e palloni, ma porta tutto quello che serve alla squadra
Sul mercato ci si è messo lui stesso, anche perché da otto anni ormai sembra sempre in procinto di essere ceduto. È in scadenza a fine anno e sta viaggiando ai massimi in carriera da 17.9 punti a partita con un coinvolgimento maggiore in attacco, tirando peraltro col 37% da tre punti. Considerando anche le sue doti a protezione del ferro, farebbe comodo davvero a tante squadre — ma chi soddisferà il prezzo richiesto da Indiana, che è comprensibilmente alto per un giocatore che non compirà 27 anni fino a marzo?
Il prezzo per qualsiasi giocatore dei Jazz è salito dopo questo eccellente inizio di stagione, e hanno talmente tante scelte al Draft da non essere necessariamente costretti a cedere qualcuno. Da Jordan Clarkson a Mike Conley fino a Malik Beasley, Kelly Olynyk, Jarred Vanderbilt e Talen Horton-Tucker, tutti sono disponibili al giusto prezzo — ma quel giusto prezzo sta salendo ogni partita e ogni improbabile vittoria che passa. Ah, scordatevi Lauri Markkanen: lui sta giocando troppo bene per essere ceduto ora