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NBA, Jokic prende 27 rimbalzi: ma che tipo di rimbalzi? L'analisi di Flavio Tranquillo

NBA

Vietato farsi ingannare tanto dai 27 rimbalzi catturati nella notte da Nikola Jokic quanto dalla sua assenza tra i primi cinque migliori rimbalzisti NBA. La superstar dei Nuggets è o no uno dei migliori giocatori della lega quando si tratta di recuperare palloni sotto i tabelloni? E cosa vuol dire, oggi, essere un gran rimbalzista? Chi sono "realmente" i migliori? Nell'ultima puntata di "Basket Room Daily" lo ha spiegato Flavio Tranquillo

Rimbalzo. Sì, ma cosa vuol dire rimbalzo? Nell'ultima puntata di "Basket Room Daily" Alessandro Mamoli e Flavio Tranquillo - anche loro impressionati dai 27 palloni catturati da Nikola Jokic contro Charlotte, in una tripla doppia da 40 punti e 10 assist - hanno voluto mettere la lente d'ingrandimento proprio su cosa vuol dire oggi andare a rimbalzo nella NBA, su come leggere le cifre del semplice boxscore (che non fa altro che dividere i palloni recuperati in rimbalzi d'attacco o difensivi) e su come servano in realtà strumenti, anche statistici, migliori per poter davvero capire chi è un buon rimbalzista e chi invece (magari anche a fronte di eccellenti cifre) non lo è poi così tanto. Fondamentale allora partire dalle opportunità di rimbalzo che ogni giocatore ha in una gara (perché non potrà mai recuperare un pallone che non ha chance di catturare), categoria che infatti oggi viene inclusa quando si parla di percentuali di rimbalzi (ovvero quella che conta i palloni catturati tra quelli "disponibili" al giocatore). 

Ci sono rimbalzi e rimbalzi: opportunità e posizione, due voci da tenere in conto

Poi Flavio Tranquillo - su dati ricavati dalla Sloan Conference, simposio che da anni ormai analizza l'impatto della statistica avanzata nel mondo sportivo - passa a introdurre tre nuove fasi, per capire cosa è importante per catturare un rimbalzo

 

1) Il posizionamento (chi è più/meno vicino all'area di atterragggio del pallone)

2) L'attacco (ovvero l'attività del giocatore per mettere le mani sulla palla)

3) La conversione (l'effettivo possesso finale del pallone)

 

Ci sono giocatori che fanno bene una fase e magari non altrettanto altre due, e chi magari non eccelle in nessuna ma si dedica a tutte e tre. Ecco perché allora le squadre NBA raccolgono i dati anche su ognuna di queste tre voci, e i ranking che ne derivano danno vita a classifiche che si discostano (e anche non di poco) da quella classica dei "migliori rimbalzisti", con nomi magari anche sorprendenti. 

Chi fa meglio in ognuna delle tre fasi in cui si "scompone" un'azione di rimbalzo

Utilizzando una formula matematica (se siete curiosi, la trovate nel video), è possibile partire dalla classifica classica dei rimbalzisti come la conosciamo abitualmente (per media palloni catturati a partita) e arrivare invece a una classifica "avanzata" che tiene conto anche di tutto quanto detto finora. Capitanata - guarda un po' - da una vecchia conoscenza del mestiere come Andre Drummond, seguito da due giocatori dei Milwaukee Bucks e poi - appena ai piedi del podio - c'è proprio lui, Nikola Jokic. Da cui tutto è partito. 

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