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Draft NBA, le squadre che sono finite a una pallina di distanza da Victor Wembanyama

NBA
©Getty

Una inconsueta sequenza di combinazioni delle palline della Lottery del Draft ha lasciato ben sei squadre con la possibilità di vincere la prima scelta assoluta al Draft se solo l’ultima delle quattro palline estratte avesse dato un numero diverso da quello uscito. A esultare alla fine sono stati i San Antonio Spurs, ma c’è una franchigia in particolare che aveva addirittura sei possibilità su 11 di vincere, rimanendo però con un pugno di mosche

14-5-8-2. Se siete tifosi dei San Antonio Spurs, è molto probabile che questi numeri siano già entrati nel vostro cuore o nelle vostre password per fissarle indelebilmente nella vostra memoria. È questa infatti la combinazione delle palline che ha premiato i texani facendo vincere loro la Lottery del Draft, permettendo di selezionare Victor Wembanyama con la prima scelta assoluta al Draft del prossimo 22 giugno rinverdendo una linea dinastica che parte dalla prima scelta del Draft 1987 (David Robinson) e arriva al francese passando per sua maestà Tim Duncan (Draft 1997). Per una squadra che esulta, però, ce ne sono altre cinque che si mangiano le mani e inveiscono contro il cielo per essere andate a una pallina di distanza dal vincere la Lottery: grazie alla ricostruzione di Zach Lowe di ESPN — uno dei 19 membri dei media presenti per l’effettiva estrazione della Lottery, che si tiene circa due ore prima della messa in onda in cui vengono svelati i risultati in una stanza segregata in "conclave", con i presenti all’interno che non possono comunicare con il resto del mondo esterno fino a quando non vengono svelati i risultati in diretta televisiva — sappiamo quanto siano andate vicine a Victor Wembanyama.

Come funziona la lottery del Draft NBA

Prima di procedere oltre, per capire bene quanto accaduto conviene ripassare il funzionamento della Lottery del Draft. A parteciparvi sono le 14 squadre rimaste fuori dai playoff, tra le quali vengono suddivise 1001 combinazioni di quattro numeri in una percentuale inversa all’ordine di classifica. Per fare un esempio concreto: le tre squadre col peggior record della regular season, Detroit (17-65), Houston e San Antonio (22-60) avevano il 14% di possibilità di vincere la prima scelta assoluta, quindi ciascuna aveva 140 combinazioni, e così a scendere le altre squadre (Charlotte 125, Portland 105 e via così fino a New Orleans che ne aveva appena 5). Una volta suddivise le combinazioni tra le 14 squadre, un macchinario procede all’estrazione di quattro palline, che hanno numeri che vanno dall’1 al 14, a distanza di 10 secondi l’una dall’altra. In totale vengono sorteggiate le prime quattro scelte, mentre dalla 5 in poi si procede con l’ordine inverso della classifica. Sembra complicato, ma non è così distante dal funzionamento della tombola a cui tutti giochiamo nelle feste natalizie — solo che nel caso della Lottery si decidono i destini delle multimiliardarie franchigie della NBA.

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Quando il primo numero estratto è stato il 14, all’interno della stanza si è immediatamente accesa l’eccitazione di tutti i presenti. Le 1001 combinazioni, infatti, sono suddivise in ordine numerico, perciò le peggiori squadre (Detroit, Houston e San Antonio) hanno quasi tutte quelle che cominciano con il numero 1 e il 2. L’estrazione del 14, invece, metteva in gioco pressoché tutti, anche quelle con meno combinazioni come Dallas (3%) che terrorizzava tutti i presenti per la prospettiva di vedere Wembanyama imbeccato da Luka Doncic.

 

Dieci secondi dopo il 14, è uscito il numero 5. Anche qui, quasi tutte le squadre erano ancora in corsa, facendo correre un brivido lungo la schiena dei Mavericks, che avrebbero perso la loro decima scelta al Draft se sopravanzate da una tra Chicago, OKC, Toronto o New Orleans, rendendo vano il loro tanking spudorato nelle ultime partite di regular season che è costato una multa da 750.000 dollari. Nel frattempo, tutti i rappresentanti delle squadre giravano tra le otto pagine di combinazioni davanti a loro alla ricerca di quella giusta, sperando che fosse in loro possesso.

 

La terza pallina ha quindi sputato il numero 8, lasciando ben sei squadre ancora in corsa — ma una in grande vantaggio rispetto alle altre. Gli Washington Wizards, infatti, avevano ben sei combinazioni in loro possesso sulle 11 ancora possibili (14 meno le tre palline già estratte), e avrebbero vinto la Lottery se fosse uscito il 7, il 9, il 10, l’11, il 12 o il 13. Sei su 11, più del 50% di possibilità di arrivare a Wembanyama pur partendo da sole 67 combinazioni in tutto, pari quindi al 6.7%. Se fosse uscito il numero 4, invece, sarebbero stati di nuovo gli Orlando Magic a vincere la Lottery un anno dopo aver vinto quella che ha dato loro Paolo Banchero; con il 6 la prima scelta assoluta sarebbe finita nelle mani degli Indiana Pacers, che nella loro storia non hanno mai scelto alla 1; con il 3, sarebbero stati i Portland Trail Blazers a vincere Wembanyama, cambiando le sorti della propria franchigia; con il numero 1, infine, Houston si sarebbe portata a casa il primo premio.

 

Come ben sappiamo invece a uscire è stato il numero 2 in possesso degli Spurs, che potranno quindi costruire il loro futuro attorno a un talento generazionale come quello di Wembanyama. Brian Wright, general manager della squadra, però non si era immediatamente reso conto di essere in possesso della combinazione vincente: mentre stava controllando i suoi fogli, è stato Clay Allen, consulente e rappresentante degli Houston Rockets, a fargli notare di aver vinto la Lottery. Quando un dirigente della NBA ha confermato il successo, Wright a malapena ha mosso un muscolo, rimanendo in silenzio con lo sguardo verso il basso fino a quando gli altri non sono andati a congratularsi con lui. “È rimasto fin troppo calmo, dai!” ha detto Bryson Graham, rappresentante dei New Orleans Pelicans. “Io sarei saltata in piedi e avrei corso per tutta la stanza” ha detto invece Teresa Resch, chiamata a rappresentare i Toronto Raptors, mentre un altro dirigente rimasto anonimo ha detto che, se avesse vinto, avrebbe gridato così forte da farsi portare via a braccia dalla sicurezza. Wright, invece, è rimasto impassibile, al contrario del proprietario Peter J. Holt che nella diretta televisiva ha cominciato a esultare non appena la busta con la seconda scelta ha mostrato il logo degli Charlotte Hornets, dando l’ufficialità della vittoria degli Spurs. A San Antonio, invece, poche ore dopo è partita la festa, con auto in giro per strada a strombazzare per l’arrivo in città di un fenomeno come Wembanyama.

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