NBA, risultati della notte: Denver festeggia contro i Lakers, Phoenix passa a Golden State
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Nella prima notte di regular season i campioni in carica dei Denver Nuggets battono i Los Angeles Lakers, trascinati dalla tripla doppia da 29 punti, 13 rimbalzi e 11 assist di Nikola Jokic per guidare un quintetto tutto in doppia cifra. Ai gialloviola non servono i 21 punti alla 21^ stagione di LeBron James, rimasto in campo solo 29 minuti. I Golden State Warriors rimontano da -15 all’intervallo ma Phoenix nel finale vince coi 32 punti e 8 assist di Devin Booker
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- La cerimonia della consegna degli anelli non distrae i campioni in carica: i Nuggets prendono presto possesso della partita toccando anche il +18 nel primo tempo e nonostante i tentativi di rimonta dei Lakers (tra cui un parziale di 13-0 tra terzo e ultimo quarto) non permettono mai di tornare sotto il possesso di distanza. A chiudere i conti è un parziale di 10-3 di Denver quando i Lakers erano tornati sotto di 7 a 5 minuti dalla fine, col pubblico di casa che schernisce i rivali a fine match
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LA PARTITA DI JOKIC
- Nikola Jokic ricomincia come aveva lasciato, firmando la sua 106^ tripla doppia in carriera (29 punti, 13 rimbalzi e 11 assist con 12/22 al tiro in 36 minuti) e guidando un quintetto tutto in doppia cifra in cui anche Jamal Murray (21), Kentavious Caldwell-Pope (20) e Aaron Gordon (15) tirano sopra il 60% dal campo, a cui si aggiunge la doppia doppia di Michael Porter Jr. (12+12). "Ci sono state tante emozioni stasera, ma tutte positive" ha detto coach Malone, che ha raccontato di aver pensato al padre Brendan recentemente scomparso
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- I Lakers non sono riusciti a tenere il passo nonostante un quintetto tutto in doppia cifra guidato dai 21 punti, 8 rimbalzi e 5 assist di LeBron James, il cui numero del tabellino più chiacchierato sono i soli 29 minuti disputati. "Voglio essere sempre in campo, specialmente quando hai l’opportunità di vincere. Ma immagino che ci sia un sistema da seguire e lo seguirò" ha spiegato James, seguito dai 18 di Prince all’esordio coi Lakers e i 17 di Davis (ma zero nel secondo tempo). I gialloviola non vincono la prima in regular season dal 2016
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- In campo non ci sono né Draymond Green né Bradley Beal, ma tra Warriors e Suns è sfida tirata fino all’ultimo. A deciderla è la maggiore lucidità e capacità di esecuzione degli ospiti, che riscattano un pessimo terzo quarto (nel quale gli Warriors con un 40-19 di parziale avevano cancellato il -15 con cui erano andati all’intervallo) con un’ultima frazione da 28-18, trovando giocate importanti da Josh Okogie (17 punti), Jusuf Nurkic (14+14) e Eric Gordon (10) al fianco delle due stelle
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- Kevin Durant non è in grande serata al suo primo ritorno da avversario con il pubblico sugli spalti contro Golden State, omaggiato dalla sua ex squadra con un video tributo. Gli servono infatti 22 tiri (7 a segno) per chiudere con 18 punti e 10 rimbalzi, percentuali decisamente non da KD, ma poco male: ci pensa Devin Booker a farne le veci con 32 punti, 6 rimbalzi e soprattutto 8 assist, di cui gli ultimi tre nei 69 secondi finali del match dopo che aveva realizzato 7 punti in fila per tenere i suoi avanti
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- La notizia migliore per i Suns è però la tenuta difensiva, concedendo agli Warriors appena il 35.6% al tiro di squadra. Steph Curry sbaglia 10 delle 14 triple tentate pur chiudendo a quota 27 punti, seguito dai 15 di Klay Thompson (ma anche lui tira 3/11 dall’arco) e i 14 con 6 rimbalzi e 9 assist di Chris Paul, che però litiga col canestro (4/15 di cui 0/6 da tre). Le doppie cifre di Kuminga (12), Moody (11) e Wiggins (10) non sopperiscono però alle cattive percentuali della squadra di coach Kerr