Erano compagni di squadra, Thomas Bryant e LeBron James, lo scorso 7 febbraio, nella sfida dei loro Lakers agli Oklahoma City Thunder. La gara passata alla storia per il sorpasso di "King" James a Kareem Abdul-Jabbar, per il primo posto nella classifica dei realizzatori NBA. Ma Thomas Bryant, racconta oggi, non si era accorto di nulla. E quel pallone lo voleva lui...
Avversari nella notte (nella sfida tra Heat e Lakers), compagni lo scorso anno, Thomas Bryant e LeBron James condividono uno dei momenti più iconici della storia della NBA: l'azione in cui "King" James ha superato Kareem Abdul-Jabbar ed è diventato il miglior marcatore nella storia della lega. E proprio Bryant, oggi centro di riserva ai Miami Heat, ha raccontato la sua divertente (e divertita) prospettiva di quello storico momento, nella sfida dello scorso 7 febbraio contro gli Oklahoma City Thunder. "Mi ricordo che ho dato uno sguardo al tabellone e ho visto che gli mancavano sei punti al record. C'è ancora tempo ho pensato, perché cercavo di restare il più possibile concentrato sulla partita", dice Bryant. Che evidentemente però tanto concentrato non lo era, visto che non si era accorto che non erano sei i punti mancanti perché LeBron superasse Jabbar, ma solo due. "Vedevo tutta la gente tra il pubblico tirare fuori i loro telefonini e non capivo. A marcarmi era finito un piccolo avversario [Shai Gilgeous-Alexander, ndr] e allora, proprio come mi diceva di fare LeBron, tagliai deciso in mezzo all'area. Ero lì in post, a chieder palla, ma non capivo perché tutti avevano in mano il telefonino. Poi vidi LeBron andare al tiro e realizzai: 'Mio Dio, questo è il tiro!'". L'unico a non essersene accorto in un arena con oltre 19.000 persone, tutte a loro modo testimoni della storia. Tranne una, Thomas Bryant: che chiedeva palla in post basso.