NBA, Paul George ai Clippers è stato l’affare peggiore di sempre? Intanto OKC gongola
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L’avventura di Paul George a Los Angeles è ufficialmente terminata. Un’avventura cominciata nel 2019, quando i Clippers a caccia dell'accoppiata con Kawhi Leonard mettevano in piedi una trade con Oklahoma City che, vista ora, ha generato esiti disastrosi. E mentre il quinquennio di George in California si chiude con risultati mediocri, con quanto ricevuto in cambio i Thunder hanno costruito e potranno continuare a costruire una squadra da titolo
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- La rottura tra i Clippers e George era nell’aria ormai da diversi giorni, con le posizioni del giocatore e della dirigenza irrimediabilmente distanti, e l’ufficializzazione del divorzio è arrivata nella notte con un comunicato ufficiale diramato proprio dalla franchigia. Dopo cinque stagioni si chiude l’avventura di PG13 a Los Angeles, ad attendere l’ex Indiana ci sono Joel Embiid, Tyrese Maxey e una Philadelphia che sogna il titolo
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- Nel 2019 i Clippers, spinti dalla volontà del vulcanico proprietario Steve Ballmer, puntano dritti al titolo. Kawhi Leonard, diventato free agent dopo aver condotto Toronto al trionfo, accetta di andare a Los Angeles, ma il patto è che il front office gli affianchi il compagno di reparto desiderato: Paul George. La trade messa in piedi con Oklahoma City, di fatto, è quindi una trade che i Clippers devono fare per portarsi a casa sia l’ex Indiana che il due volte campione NBA con Raptors e Spurs
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- Consapevole del fatto che i Clippers siano in pratica costretti a tentare il tutto per tutto per George, Sam Presti riesce a ottenere una contropartita di portata storica. Oltre al veterano Danilo Gallinari, che in Oklahoma si fermerà per una sola stagione, e alla giovane promessa Shai Gilgeous-Alexander, che invece diventerà un candidato MVP e la faccia della franchigia, i Thunder portano a casa un tesoretto di scelte al Draft che cambierà il loro destino
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- Nella trade per George, Oklahoma City ottiene: una prima scelta al Draft 2021 (via Miami), una prima scelta al Draft 2022, una prima scelta al Draft 2023 (via Miami, Lottery-protected), uno swap di una prima scelta al Draft 2023, una prima scelta al Draft 2024, uno swap di una prima scelta al Draft 2025, una prima scelta al Draft 2026
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- Forti di una collezione di prime e seconde scelte ai futuri Draft acquisite anche all’interno di altri scambi, i Thunder nel corso di questi cinque anni hanno disposto di quelle arrivate dai Clippers seguendo le loro esigenze e mettendo a segno almeno un colpo clamoroso
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- 18° scelta al Draft 2021, sacrificato tre anni più tardi nella trade con Charlotte che porterà Gordon Hayward (e il suo contratto in scadenza) a OKC
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- 12° scelta al Draft 2022, vero gioiello a sorpresa generato finora dall’affare George per Presti. Nell’arco di sole due stagioni il prodotto di Santa Clara si è rivelato un potenziale All-Star e oggi come oggi è già un uomo chiave, forse l’uomo chiave a tutti gli effetti, degli ambiziosissimi Thunder
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- Prima del Draft 2023 i Thunder decidono di perfezionare un accordo con Miami, rimandando la scelta del 2023 al 2025 (sempre Lottery-protected) oppure al 2026 (senza alcuna protezione). OKC sposta così in avanti l’orizzonte della sua crescita e gli Heat piazzano il colpo Jaime Jaquez Jr.. Forti della loro scelta in Lottery (che poi porterà a OKC Cason Wallace), i Thunder decidono di non effettuare lo scambio di scelta con i Clippers
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- Oltre al possibile scambio con Miami di cui sopra (da effettuare nel 2025 o nel 2026), OKC ha infatti ancora uno scambio di scelte possibile con i Clippers al Draft 2025 e la prima scelta dei Clippers al Draft 2026. Ammesso e non concesso che nel frattempo Presti non utilizzi queste risorse per allargare ancora di più l’orizzonte temporale della squadra, i benefici della trade originaria del 2019 avranno quindi una durata complessiva di ben 7 anni
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- Oltre al tesoretto di scelte, in gran parte ancora nella mani di Presti e che potrebbe valere ai Thunder la possibilità di effettuare ulteriori scambi per rafforzare una squadra già più che competitiva, il lascito più concreto della trade con i Clippers è senza dubbio rappresentato da Gilgeous-Alexander. Arrivato a OKC nel 2019 con l’etichetta di giocatore promettente, il canadese si è trasformato in un candidato MVP e pare destinato a rimanere tale anche per gli anni a venire
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- Il bilancio del quinquennio trascorso da George ai Clippers è piuttosto magro. I tanti problemi fisici, suoi e soprattutto di Leonard, non hanno mai permesso a quella che avrebbe dovuto essere la coppia d’oro di trovare il giusto affiatamento. Dal punto di vista di squadra, il risultato migliore ottenuto sono state le finali di Conference arrivare nel 2021, peraltro proprio con George a trascinare i compagni in assenza di Leonard
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- In cinque stagioni, tra regular season, playoff e play-in, George ha giocato 302 partite con la maglia dei Clippers chiudendo a 23.1 punti, 6 rimbalzi e 4.6 assist di media. Cifre di tutto rispetto, che però non hanno avuto l’impatto sui risultati di squadra che era lecito attendersi e che ora, cinque anni dopo, lasciano i Clippers a mani sostanzialmente vuote
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- La risposta più semplice e stringata sarebbe: niente. Di fatto, decidendo di non esercitare la player option sull’ultimo anno del suo contratto e diventando free agent, George ha lasciato i Clippers nell’impossibilità di tentare anche una trade (abbozzata e mai riuscita con Golden State, pare) che quantomeno avrebbe concesso alla franchigia qualcosa in cambio della perdita di una delle sue stelle
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- Viceversa, la decisione del giocatore ha avuto solo l’effetto di liberare dello spazio salariale, peraltro già utilizzato per confermare James Harden e ingaggiare Derrick Jones Jr.. Dopo aver sostanzialmente ipotecato il loro futuro nel 2019, perdendo anche un candidato MVP, i Clippers si ritrovano a mani vuote e senza essere andari nemmeno vicini a conquistare il tanto agognato Larry O’Brien Trophy