Olimpiadi, a chi va l'ultimo posto nel quintetto di Team USA? Le alternative
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Arrivati quasi al termine del training camp di Team USA a Las Vegas, ci si interroga su quali saranno le scelte di coach Steve Kerr per il quintetto titolare. Quattro giocatori sembrano certi del posto tra i primi cinque, anche se uno è in dubbio per un infortunio. Per il quinto posto invece ci sono diverse alternative, tutte di altissimo profilo: ecco quali
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- Dopo la debacle agli ultimi Mondiali, Team USA ha messo assieme un roster di tutto rispetto in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024, potendo contare su 12 giocatori di altissimo profilo, tra cui quattro MVP, quattro MVP delle Finals, sette campioni NBA, e solo un giocatore che non ha raggiunto almeno le finali di conference in carriera. A pochi giorni dal debutto contro il Canada a Las Vegas, coach Steve Kerr ha un grosso dubbio da dover risolvere per quanto riguarda il quintetto titolare. Ma partiamo dalle certezze
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- Dopo dieci anni di assenza, Steph Curry non è certamente tornato in nazionale per partire dalla panchina. Il miglior tiratore del mondo è un’arma tattica troppo importante per poterne fare a meno, in grado di aprire il campo a dismisura per gli altri fenomeni della squadra
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- Non ci sono dubbi anche che James sarà in campo per la prima palla a due dell’avventura a cinque cerchi, la quarta della sua carriera dopo quelle nel 2004, 2008 e 2012. A quasi 40 anni LeBron vuole aggiungere un ultimo oro olimpico al suo già ricchissimo palmares di successi, e anche se il suo minutaggio può fluttuare, il posto in quintetto è suo per meriti acquisiti in 20 anni sul campo
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- Si può immaginare che, nelle trattative per strapparlo alla corte della Francia, il capo di Team USA Grant Hill abbia messo sul tavolo la possibilità di essere titolare nel quintetto base per gli Stati Uniti. L’MVP in carica è la miglior opzione possibile in termini di chili e centimetri sotto canestro, aspetti sotto i quali Team USA ha faticato negli ultimi anni
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- Il quarto titolare sicuro per Team USA è Kevin Durant, che va a caccia del suo quarto oro olimpico consecutivo dopo quelli del 2012, 2016 e 2021. L’unico dubbio è legato alle sue condizioni fisiche, visto che il due volte MVP delle Finals non ha preso parte al training camp di Las Vegas precauzionalmente per un problema a un polpaccio
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- Lasciando un attimo da parte la questione Durant, si apre il casting per il quinto posto a disposizione attorno ai mammasantissima della NBA, i quattro giocatori capaci di vincere l’MVP della regular season attualmente presenti nel roster. Ecco quali sono le varie opzioni a disposizione dello staff di coach Kerr
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- Un anno fa Kerr cominciò il percorso di avvicinamento ai Mondiali facendo uscire Edwards dalla panchina, ma è rapidamente tornato sui suoi passi dandogli le redini della squadra. “Ant-Man” lo ha ripagato giocando dei grandi Mondiali, tanto da venire inserito nel quintetto ideale della competizione, e nell’ultima stagione a Minnesota è cresciuto ulteriormente. Lui si sente “la prima opzione offensiva” della squadra ed è il più naturale dei “2” a disposizione, anche per quello che può dare difensivamente
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- Non è un caso se uno dei primi nomi fatti da Grant Hill per la nuova squadra è Jrue Holiday. Il fresco campione NBA con i Boston Celtics è la miglior opzione possibile per marcare il principale portatore di palla avversario, mettendo una pressione folle in grado di far difendere meglio tutti i suoi compagni. Se si dovesse privilegiare la difesa (ad esempio contro Shai Gilgeous-Alexander), lui sarebbe l’opzione migliore
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- Aprire il campo è sempre uno dei must in area FIBA, e per questo Devin Booker rappresenta un’opzione più che concreta nella posizione di 2. Con la sua prolificità dalla lunga distanza e la sua capacità di gestire un attacco quando il pallone finisce nelle sue mani, darebbe le maggiori opzioni e la maggior varietà alla fase offensiva di Team USA, anche scalando verso il basso le sue tendenze a prendersi tanti tiri dalla media distanza
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- Con un frontcourt formato da James, Durant ed Embiid, a Team USA non mancano certamente chili e centimetri per potersi opporre a qualsiasi avversario. Ma quando si ha a disposizione un giocatore del calibro di Kawhi Leonard, perché non sfruttarlo? L’altro MVP delle Finals presente a roster oltre a Curry, LeBron e KD sarebbe una minaccia gigantesca per gli avversari, prendendosi cura dell’attaccante perimetrale più pericoloso rendendogli la vita impossibile
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- Beata la squadra che può permettersi di lasciare in panchina il miglior giocatore della squadra campione NBA in carica (nonché quella che può anche non convocare l’MVP delle ultime Finals in Jaylen Brown). Tatum ha scelto il numero 10 come il suo idolo Kobe Bryant e con tutto questo talento sarebbe disposto anche a sobbarcarsi il “lavoro sporco” in termini di difesa, rimbalzi e playmaking, lasciando per il momento da parte le velleità realizzative. La sua combinazione di centimetri e talento è tutt’altro che da scartare
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- Difficile fare delle scelte quando si ha un roster così profondo, ma ora come ora questi sembrano i giocatori su cui Kerr farà affidamento, scegliendo uno tra Anthony Davis (favorito) e Bam Adebayo (al momento indietro) come lungo di riserva alle spalle di Embiid per completare una rotazione a dieci. Resta fuori dai giochi Tyrese Haliburton, che ha giocato bene ai Mondiali come riserva di Jalen Brunson ma appare un po’ chiuso al momento, soprattutto per motivi difensivi rispetto alle alternative