In una lunga intervista concessa a “Sports Illustrated”, il fresco campione NBA ripercorre le tappe che l’hanno portato dagli esordi fino al trionfo dello scorso giugno contro Dallas. E a proposito dell’altra stella dei Celtics ammette di aver il rimpianto di non aver difeso pubblicamente il compagno quando le voci di mercato volevano Boston tentata dal sacrificarlo all’interno di una possibile trade
Come è successo nella carriera di qualsiasi altra stella finalmente giunta ad alzare il Larry O’Brien Trophy, la vittoria del titolo ha cambiato la prospettiva presente, passata e futura di Jayson Tatum. Il trionfo dello scorso giugno contro i Mavericks, infatti, ha rappresentato il coronamento di un percorso che a soli 26 anniè già piuttosto lungo, ma che allo stesso tempo si preannuncia ancora pieno di tappe da percorrere. E l’ala dei Celtics ha quindi provato a fare il punto della sua situazione in una corposa intervista concessa a “Sports Illustrated”, nella quale ha ripercorso la folle cavalcata che nel giro di sette anni l’ha portato dal Draft alla vetta della NBA. E uno dei passaggi più interessanti e significativi Tatum l’ha riservato a Jaylen Brown, compagno d’avventura fin dal primo giorno e al quale sente di dovere se non delle scuse, almeno delle spiegazioni.
Tatum e una voce da far sentire
“Gliel’ho detto spesso: avrei dovuto far sentire di più la mia voce in pubblico” ha rivelato Tatumnell’intervista parlando dei momenti in cui Brown è stato coinvolto da voci più o meno fondate di una possibile trade che l’avrebbe potuto portare altrove. “Ho sempre detto: io non mi faccio coinvolgere in questioni di mercato, e infatti non sono mai andato dal front office dei Celtics a fare richieste o a dare indicazioni”. Nel caso del compagno, MVP delle ultime Finals, però, l’ex Duke crede che avrebbe potuto e dovuto fare di più: “Avrei dovuto essere più chiaro e dichiararlo pubblicamente: no, non vogliamo nessun altro giocatore, vogliamo solo Jaylen Brown”. Ad ogni modo, pur in assenza di un intervento diretto da parte di Tatum, i Celtics non hanno mai davvero provato a scambiare Brown per qualche altro giocatore e la storia, così come il campo, ha infine dato ragione a Brad Stevens e soci. Con buona pace di Tatum e dei suoi rimorsi postumi.