Introduzione
Crescere, migliorare, consacrarsi. Non vuol dire per tutti la stessa cosa. ESPN ha individuato 11 giocatori attesi a un deciso passo in avanti nella prossima stagione e li ha suddivisi in quattro categorie: i giocatori di ruolo che diventano giocatori d'impatto, quelli che andranno a guadagnarsi un ruolo più importante, quelli quasi a livello All-Star e quelli che invece (sono soltanto due) potrebbero benissimo già essere in campo alla partita delle stelle a febbraio al Chase Center
Quello che devi sapere
MAGGIORI RESPONSABILITÀ
Prima si mette un piede all'interno delle rotazioni di una squadra, poi - dimostrando di poter contribuire e di meritarsi maggior spazio - si cerca di ottenere minuti e responsabilità maggiori. Tre giocatori (due nella loro squadra di appartenenza, uno in un nuovo contesto) hanno l'opportunità di veder crescere il proprio ruolo già al via di questa stagione. Ecco chi sono
TYUS JONES (SUNS)
Jones è diventato un titolare NBA solo lo scorso anno (a Memphis, nei quattro precedenti, era sempre uscito dalla panchina). Ma un conto è essere in quintetto nei disastrati Wizards, un altro al fianco di Booker, Beal e Durant a Phoenix. Coach Budenholzer, però, ha già annunciato che il ruolo di playmaker titolare dei Suns è suo, anche a costo di retrocedere Grayson Allen in panchina per far spazio al neo-arrivato. Altruista, ordinato, regista puro, Jones sembra proprio quello che serve per far funzionare i Suns
TERANCE MANN (CLIPPERS)
Ha disputato in quintetto ai Clippers 71 gare già lo scorso anno ma il nuovo contratto (un'estensione triennale per 47 milioni di dollari) cementa il suo status a L.A. e rafforza la sua posizione all'interno delle rotazioni di coach Lue. Le partenze di Paul George e Russell Westbrook (così come le incertezze sulla condizione fisica di Kawhi Leonard) non fanno che spalancare minuti e opportunità per Mann, forte delle sue doti di buonissimo difensore, sagge decisioni di gioco e capacità di far male anche in attacco
KEON ELLIS (KINGS)
All'inizio della sua carriera Ellis non è stato considerato neppure buono abbastanza per un'università di Division I NCAA (ha fatto due anni in un junior college); poi nessuno lo ha scelto al Draft. Oggi in NBA non solo ci gioca, ma le sue doti di gran difensore rischiano di proiettarlo in quintetto base per i Sacramento Kings, se Monk verrà confermato come sesto uomo dalla panchina, anche in attesa del ritorno alla piena forma di Kevin Huerter. Perché Fox, DeRozan e Sabonis sanno tutti metter punti a tabellone, ma coach Brown ha bisogno di qualcuno che fermi gli avversari dal fare lo stesso
PIÙ SPAZIO, PIÙ MINUTI
Anche in questo caso, due giocatori in crescita nelle proprie squadre e uno che - dal trasferimento estivo - dovrebbe trarne benefici in termini di importanza del proprio ruolo. Si tratta di nomi che già sono stati capaci di affermarsi, a volte anche in maniera forse sorprendente (visto la giovane età): ora però l'estate ha liberato ulteriori spazi e il ruolo di questi giocatori non può che crescere ulteriormente
CAM THOMAS (NETS)
All'inizio il suo nome sembrava quasi una curiosità: uno "sconosciuto" capace di toccare (già al secondo anno nella lega) quota 40 punti in tre gare consecutive. Poi l'anno scorso Thomas ha confermato di avere talento offensivo in abbondanza (forse da disciplinare un po'...) e in effetti allora ci si è ricordato che già al college a LSU era tra i migliori realizzatori di tutta America. Ora ai Nets se n'è andato Mikal Bridges e in una squadra in ricostruzione Thomas rischia di essere la prima opzione offensiva. C'è da aspettarsi di vederlo spesso tra i top scorer di serata...
JOSH GIDDEY (BULLS)
Passare da una contendente al titolo a una squadra in totale ricostruzione non è certo un passo avanti. Però per l'australiano l'approdo ai Bulls può essere l'occasione per tornare a recitare un ruolo importante (ai Thunder divenuto troppo marginale nell'ultima stagione). Se le condizioni fisiche di Lonzo Ball non garantiscono certezze, Giddey sembra il passatore perfetto per armare la mano di due attaccanti e realizzatori naturali come Zach LaVine e Coby White, in una squadra che può giocare a un ritmo (alto) che è quello preferito anche dall'ex giocatore di OKC
BRANDIN PODZIEMSKI
Steve Kerr ancora non si è sbilanciato a incoronare Podziemski titolare nei nuovi Warriors, ma l'addio di Klay Thompson libera un posto in quintetto e tutte le indicazioni portano al giocatore al secondo anno da Santa Clara. Che può giocare al fianco di Steph (liberando la superstar dai compiti di regia) o anche al suo posto, prendendo in mano la squadra. Intensità, ritmo, difesa e voglia di sacrificare il suo corpo (n°1 in tutta la NBA per sfondamenti incassati) garantiscono a Podziemski un ruolo sempre più importante a Golden State
ALLE PORTE DEL PARADISO
Che questi tre giocatori possano avere spazio e ruoli importanti nelle loro rispettive squadre (per tutti e tre le stesse in cui hanno già militato lo scorso anno) non c'è nessun dubbio. Ma quello che ci si aspetta da loro è il salto di livello successivo: ovvero candidarsi - se non già quest'anno, nel prossimo futuro - a un ruolo di All-Star. Sono giovani, ma sembrano in grandissima ascesa: se sapranno confermarsi il weekend di metà febbraio preso lo trascoreranno in campo
JALEN WILLIAMS (THUNDER)
I Thunder hanno un candidato MVP (Gilgeous-Alexander), una giovane superstar in rampa di lancio (Holmgren) ma acconto a loro per completare la versione OKC dei "Big Three" c'è proprio Williams, che al terzo anno nella lega può già candidarsi a un futuro da All-Star (se continuerà a progredire). Nel suo anno da rookie solo Banchero ha fatto meglio di lui, e la sua seconda stagione l'ha visto segnare 5 punti in più migliorando le percentuali al tiro (che sono sontuose: il 54% dal campo e quasi il 43% da tre punti)
JALEN JOHNSON (HAWKS)
Un altro Jalen, un altro giocatore che l'anno prossimo potrebbe diventare un nome di primo piano nella lega. Ad Atlanta (in attesa che la prima scelta assoluta all'ultimo Draft, Zacharie Risacher, emerga in tutto il suo talento), dietro a Trae Young è Jalen Johnson il giocatore destinato a essere la seconda opzione degli Hawks. Titolare già in 52 gare lo scorso anno, chiuso con 16 punti di media, la sua versatilità, il suo atletismo e anche i suoi centimetri sono doti che possono proiettarlo in orbita All-Star
JALEN GREEN
Terzo Jalen del gruppo (!) e terzo giocatore che potrebbe imporsi all'attenzione di tutti nella lega. Lo ha già fatto sul finire della scorsa stagione, quando ha trascinato i Rockets giocando a livelli mostruosi (27 punti di media con il 49% al tiro nel mese di marzo). Se non rinnova prima, il suo è anche quello che in America chiamano "contract year" per cui le motivazioni per far bene, e guadagnarsi un nuovo, ricchissimo contratto, ci sono tutte. Il futuro di Houston potrebbe appartere a lui (o ad Alperen Sengun): solo il campo darà la risposta
DESTINAZIONE SAN FRANCISCO
Al Chase Center, la casa dei Golden State Warriors, il 16 febbraio prossimo si svolgerà la 74^ edizione dell'All-Star Game NBA. Potrebbe essere la prima per un paio di giocatori che appaiono ormai maturi per la definitiva consacrazione a superstar NBA. Vediamo chi sono
FRANZ WAGNER (MAGIC)
Deve migliorare il tiro da tre punti (33% in carriera, ancora peggio - il 28% - lo scorso anno), ma il tedesco ha il vantaggio di poterl migliorare giocando all'ombra di Paolo Banchero, che oggi ai Magic ha le responsabilità e le pressioni maggiori. Per il resto Wagner è già oggi giocatore tra i più completi, versatile tatticamente, ottimo tecnicamente e competitivo anche dal punto di vista fisico-atletico; in più gioca in una squadra diventata (anche grazie a lui) vincente, e quando c'è da fare le convocazioni per l'All-Star Game questo è un fattore che conta. Molto.
EVAN MOBLEY (CAVS)
Il suo (nuovo) allenatore ai Cavs, Kenny Atkinson, era sulla panchina della Francia alle ultime Olimpiadi, e non ha esitato a paragonare Mobley addirittura a Wembanyama. "Tanto talento e grandissima presenza difensiva", dice il coach. Che il lungo sia destinato a essere un punto fermo di Cleveland lo conferma il contratto al massimo da 224 milioni di dollari per cinque anni firmato in estate: se migliora la sua intesa (e il suo fit tecnico) con Jarrett Allen, facendo crescere le sue cifre offensive, a Est tra i lunghi un posto all'All-Star Game potrebbe diventare difficile negarglielo
- MAGGIORI RESPONSABILITÀ
- TYUS JONES (SUNS)
- TERANCE MANN (CLIPPERS)
- KEON ELLIS (KINGS)
- PIÙ SPAZIO, PIÙ MINUTI
- CAM THOMAS (NETS)
- JOSH GIDDEY (BULLS)
- BRANDIN PODZIEMSKI
- ALLE PORTE DEL PARADISO
- JALEN WILLIAMS (THUNDER)
- JALEN JOHNSON (HAWKS)
- JALEN GREEN
- DESTINAZIONE SAN FRANCISCO
- FRANZ WAGNER (MAGIC)
- EVAN MOBLEY (CAVS)