È il sogno di chiunque abbia mai preso un pallone da basket in mano: prendersi l'ultimo tiro di una partita, sulla sirena, mandarlo a segno e dare la vittoria alla propria squadra. Nella notte Seth Lundy (Atlanta) e Craig Porter Jr. (Cleveland) si sono ritrovati proprio in questa situazione. Con risultati opposti: eroici per uno, tragici per l'altro
In America la chiamano "hero ball", ovvero quando un singolo giocatore sceglie di prendere in mano le sorti di una partita e decidere lui, in prima persona, successi e/o eventuali fallimenti. Nel primo caso, si diventa (appunto) eroi, ma nel secondo si finisce spesso per venire additati come i responsabili della sconfitta. Un po' quello che è successo nella notte di preseason NBA in due gare entrambe terminate all'ultimo secondo. Sul campo di Atlanta, Seth Lundy si è preso - e ha mandato a bersaglio - il tiro che ha dato agli Hawks, sotto di due punti negli ultimi secondi di partita, il successo sugli Indiana Pacers, lasciando sul cronometro soltanto tre decimi di secondo. A Cleveland, invece, con i Cavs anch'essi sotto nel punteggio di due (112-114) ma con l'ultimo possesso della gara a disposizione, la matricola di Cleveland Craig Porter Jr. ha pensato di fare tutto da solo (ignorando più volte l'aiuto dei compagni, e scegliendo di giocarsi un ambizioso isolamento) convinto di poter diventare l'eroe di serata e magari conquistarsi così le attenzioni di coach Atkinson. Solo che il suo tiro da tre frontale, preso vicinissimo alla sirena finale, non è arrivato neppure a toccare il ferro...