In attesa di iniziare la sua seconda, attesissima stagione in NBA, Victor Wembanyama si è concesso una intervista con “Sports Illustrated”. E la giovane stella degli Spurs, parlando delle impressioni maturate durante l’annata da rookie, non ha lesinato una critica diretta a quelle stelle che, secondo il francese, non lavorano abbastanza duramente
L’annata d’esordio di Victor Wembanyama in NBA ha lasciato a tifosi e addetti ai lavori una convinzione piuttosto solida: il francese non è un giocatore come gli altri sul campo, ma anche davanti a un microfono. La prima stagione dell’ex Metropolitans 92 a San Antonio è stata caratterizzata da prestazioni del tutto eccezionali sul parquet e da dichiarazioni molto spesso fuori dall’ordinario. E anche l’intervista concessa a “Sports Illustrated” in vista dell’inizio della nuova regular season contiene momenti poco usuali per una stella della NBA, tra cui un lungo passaggio dedicato a una delle grandi passioni di Wemby: la fantascienza. Quando si è trattato di rispondere a domande un po’ più pepate, però, il centro degli Spurs non si è tirato indietro, mostrando l’ormai abituale onestà intellettuale.
Wemby e l’etica del lavoro
Quando gli è sato chiesto cosa l’avesse sorpreso nella sua annata da rookie in NBA, Wembanyama ha rivolto l’attenzione agli avversari. “Nel bene e nel male, penso sia stato scoprire come sono davvero i migliori giocatori al mondo”, ha risposto Wemby, “alcuni di loro mi hanno davvero ispirato per il modo in cui approcciano ogni partita”. Il francese, poi, ha però anche ammesso di essere stato deluso da altre stelle incontrate durante la stagione: “Altri che mi piacevano davvero molto mi hanno invece deluso. Non sono sicuro che si meritino il successo e la fama, perché non credo che lavorino quanto mi aspettavo che facessero”.