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NBA, All-Star Game: LeBron non c’è, vince il Team di Shaq e Curry è eletto MVP

NBA

Introduzione

Per la prima volta negli ultimi vent’anni, l’All-Star Game ha dovuto fare a meno di LeBron James, costretto a saltare la partita delle stelle per un problema alla caviglia e al piede sinistro. Nel nuovo format deciso dalla NBA e che prevedeva un quadrangolare, ad avere la meglio è stato il Team OGs, rappresentato da Shaquille O’Neal, e Steph Curry si è guadagnato il premio di MVP della manifestazione tra gli applausi dei tifosi di casa al Chase Center di San Francisco

Quello che devi sapere

LA NUOVA FORMULA DELL’ALL-STAR GAME

Per la prima volta l'All-Star Game è caratterizzato da un mini-torneo con quattro squadre e tre partite. Due squadre si incontrano in una semifinale e le restanti due squadre si incontrano nell'altra semifinale. Le squadre vincitrici delle due partite avanzano per affrontarsi nella gara che vale il titolo. Per ogni partita non si gioca con il tradizionale cronometro, ma vince la prima squadra a raggiungere o superare quota 40 punti

LA NUOVA FORMULA DELL’ALL-STAR GAME

COME SONO STATE FORMATE LE SQUADRE

Ogni squadra ha otto giocatori ed è guidata da uno dei volti di riferimento dell’emittente TNT. Le 24 selezioni NBA All-Star sono state divise uniformemente in tre squadre, con i roster selezionati da Charles Barkley, Shaquille O'Neal e Kenny Smith. La quarta squadra è invece il Team Chris, guidato da Chris Mullin, la squadra vincente del Castrol Rising Stars, per cui il volto di TNT e leggenda della WNBA Candace Parker funge da GM onorario

COME SONO STATE FORMATE LE SQUADRE
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KENNY’S YOUNG STARS

La prima squadra a scendere in campo è quella scelta da Kenny Smith, che ha optato per un roster molto giovane — non a caso soprannominato le "Young Stars":

  • Anthony Edwards (Minnesota Timberwolves)
  • Jalen Brunson (New York Knicks)
  • Jaren Jackson Jr. (Memphis Grizzlies)
  • Jalen Williams (Oklahoma City Thunder)
  • Darius Garland (Cleveland Cavaliers)
  • Evan Mobley (Cleveland Cavaliers)
  • Cade Cunningham (Detroit Pistons)
  • Tyler Herro (Miami Heat)

KENNY’S YOUNG STARS

CHUCK’S GLOBAL STARS

La leggenda Charles Barkley ha invece optato per un gruppo proveniente in larga parte fuori dai confini degli Stati Uniti, con ben sei giocatori “internazionali” su otto — e sarebbero stati sette se Giannis Antetokounmpo, infortunato, non avesse dovuto lasciare spazio allo statunitense Trae Young:

  • Nikola Jokić (Denver Nuggets)
  • Trae Young (Atlanta Hawks)
  • Shai Gilgeous-Alexander (Oklahoma City Thunder)
  • Victor Wembanyama (San Antonio Spurs)
  • Pascal Siakam (Indiana Pacers)
  • Alperen Sengun (Houston Rockets)
  • Karl-Anthony Towns (New York Knicks)
  • Donovan Mitchell (Cleveland Cavaliers)

CHUCK’S GLOBAL STARS
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SHAQ’S OGs

La squadra messa assieme da Shaquille O’Neal sembra invece una riproposizione del Team USA capace di vincere l’oro olimpico a Parigi 2024. Tornano assieme LeBron, Curry e Durant, accompagnati da Tatum (anche lui membro della squadra, come Anthony Davis che però è fuori per infortunio) e altri super veterani come Harden, Irving e Lillard. Chiude il tutto l’MVP delle ultime Finals Jaylen Brown:

  • LeBron James (L.A. Lakers)
  • Stephen Curry (Golden State Warriors)
  • Kyrie Irving (Dallas Mavericks)
  • Jayson Tatum (Boston Celtics)
  • Kevin Durant (Phoenix Suns)
  • Damian Lillard (Milwaukee Bucks
  • James Harden (LA Clippers)
  • Jaylen Brown (Boston Celtics)

SHAQ’S OGs

CANDACE’S RISING STARS

La leggenda della WNBA eredita da Chris Mullin la squadra capace di vincere un analogo quadrangolare lo scorso venerdì, superando in finale la selezione della G League. Al gruppo da 7 giocatori vincitore del Rising Stars viene aggiunto Amen Thompson per pareggiare i roster delle tre squadre formate dagli All-Star:

  • Stephon Castle (San Antonio Spurs)
  • Dalton Knecht (L.A. Lakers)
  • Jaylen Wells (Memphis Grizzlies)
  • Keyonte George (Utah Jazz)
  • Zach Edey (Memphis Grizzlies)
  • Trayce Jackson-Davis (Golden State Warriors)
  • Ryan Dunn (Phoenix Suns)
  • Amen Thompson (Houston Rockets)

CANDACE’S RISING STARS
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LEBRON E LA PRIMA ASSENZA IN CARRIERA

La notizia arriva a meno di due ore dalla palla a due dell’All-Star Game e a darla è il diretto interessato: “Speravo di sentirmi meglio stamattina” dichiara LeBron James parlando del dolore provato negli ultimi giorni al piede e alla caviglia sinistra, “ma non è così”. Da lì la decisione di non partecipare alla partita delle stelle e di tornare a Los Angeles per prendersi cura dell’infortunio. James interrompe così una striscia di 20 partecipazioni consecutive all’All-Star Game e la tempistica della sua rinuncia non permette al Team OGs guidato da Shaquille O’Neal di sostituire il super-veterano

LEBRON E LA PRIMA ASSENZA IN CARRIERA

LA PRIMA SEMIFINALE: GOLBAL STARS-YOUNG STARS 41-32

La squadra selezionata da Kenny Smith deve fare a meno di Anthony Edwards, primissima scelta nel Draft operato per decidere le squadra del quadrangolare dell’All-Star Game, presente in panchina ma sofferente per un problema all’inguine. A compensare l’assenza della stella dei T’Wolves ci provano Evan Mobley, Tyler Herro e Darius Garldand, autori di 6 punti a testa. Dall’altra parte, però, le Global Stars hanno nel candidato MVP Shai Gilgeous-Alexander il vero protagonista: per il playmaker dei Thunder 12 punti e il canestro nel finale che chiude i conti

LA PRIMA SEMIFINALE: GOLBAL STARS-YOUNG STARS 41-32
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LA SECONDA SEMIFINALE: OGS-RISING STARS 42-35

Le giovani stelle in rampa di lancio dimostrano di non essere arrivate all’All-Star Game con l’intenzione di recitare una parte da vittime sacrificali e, guidati dall’MVP del torneo Rising Stars Stephon Castle, danno del filo da torcere ai veterani scelti da Shaquille O’Neal. La guardia degli Spurs chiude con 6 punti, il rookie dei Suns Ryan Dunn, che si trova di fronte il compagno di squadra e mentore Kevin Durant, ne aggiunge 8 e agli OGs servono un Damian Lillard da 9 punti con 3/4 da tre, compresa la tripla decisiva nel finale, e 8 punti a testa da Steph Curry e Jaylen Brown per arrivare in finale

 

GUARDA LA TRIPLA DECISIVA DI LILLARD 

LA SECONDA SEMIFINALE: OGS-RISING STARS 42-35

LA FINALE: GLOBAL STARS-OGS 25-41

È la chimica a fare la differenza nella finale dell’All-Star Game, perché, come detto la squadra selezionata da Shaq può vantare diversi compagni reduci dall’avventura olimpica di Parigi la scorsa estate e la loro abitudine a giocare insieme emerge nella sfida ai ragazzi di BarkleyJayson Tatum segna con una schiacciata i due punti che regalano la vittoria agli OGs e chiude da miglior marcatore con 15 punti, seguito da Steph Currycon 12. Alle Global Stars non basta nemmeno un Victor Wembanyama da 11 punti e fedele all’intento dichiarato di voler giocare buttandosi su ogni pallone e su ogni rimbalzo

 

GUARDA I CANESTRI DECISIVI DI CURRY E TATUM

LA FINALE: GLOBAL STARS-OGS 25-41
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CURRY ELETTO MVP

Il Chase Center è, come ovvio, casa sua, e dopo aver vinto il nuovo quadrangolare con gli OGs selezionati da ShaqSteph Curry viene anche premiato come MVP della manifestazione, intitolato alla memoria di Kobe Bryant. Per la leggenda degli Warriors si tratta del secondo premio di MVP della partita delle stelle dopo quello vinto nel 2022 a Cleveland

 

GUARDA LA PREMIAZIONE DI CURRY COME MVP DELL'ALL-STAR GAME 2025

CURRY ELETTO MVP
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