I Celtics hanno cambiato passo: per il titolo si passerà ancora da Boston?

Ogni stagione NBA rappresenta un microcosmo dove succedono tante, spesso tantissime cose e il rischio è quello di perdersi nel ritmo forsennato di partite, dichiarazioni, movimenti di mercato e colpi di scena assortiti. Fare un riassunto di quanto successo dallo scorso ottobre a oggi risulta quindi complicato, ma in estrema sintesi si può affermare che la regular season 2024-25 sia stata fin qui caratterizzata dalla supremazia netta di Oklahoma City a Ovest e di Cleveland a Est, così come dalla trade che ha portato Luka Doncic da Dallas ai Lakers e, in second’ordine, da quella che ha posto fine all’avventura di Jimmy Butler a Miami e aperto una nuova fase a Golden State. Come al solito, insomma, i motivi d’interesse non sono mancati, e in maniera quasi inevitabile qualcosa è passato un po’ sottotraccia. Chiedere a Boston per conferme, dove i Celtics, reduci da una stagione trionfale e dominata come poche nella storia del gioco, sono quasi spariti dalle prime pagine e dalle discussioni tra addetti ai lavori e tifosi. Nel turbinio creato dalle grandi prestazioni di Shai Gilgeous-Alexander e compagni, dal salto di qualità effettuato dai Cavs sotto la guida di Kenny Atkinson e dai fuochi d’artificio di una trade deadline a dir poco scoppiettante, si sono persi di vista i campioni in carica. Campioni in carica che per larghi tratti hanno dato l’impressione di affrontare la regular season con le marce basse, intuendo evidentemente di poterselo permettere, ma che nelle ultime settimane paiono aver alzato il livello con l’intenzione di mostrare a tutta la NBA e a chi la segue da ogni parte del mondo di essere più che pronti a difendere quel titolo conquistato travolgendo ogni avversario meno di un anno fa. NASCOSTI IN PIENA VISTA Quando, come nel caso di Boston, si arriva da una stagione eccezionale dal punto di vista statistico, chiusa tra le altre cose con il miglior offensive rating di sempre, il confronto anno su anno diventa quasi inevitabile e, libri di storia del gioco alla mano, nella maggior parte dei casi finisce con il registrare un calo forse inevitabile. Così, rispetto alla regular season 2023-24, dove avevano staccato la concorrenza in quasi tutte le categorie più significative, fin qui i Celtics sono passati dall’avere il miglior offensive rating della lega ad avere il 4°, più o meno la stessa sorte subita dal defensive rating, dove un anno fa avevano chiuso al 2° posto e ora sono al 5°. Calo simile i ragazzi guidati da coach Joe Mazzulla l’hanno fatto registrare al tiro, dove sono passati dal 1° all’8° posto per percentuale di true shooting e dal 2° al 6° per percentuale effettiva dal campo. Quello vissuto da Boston assomiglia quindi al più classico dei processi di ‘normalizzazione’ di medie insostenibili sulla lunga distanza, ma che comunque mantiene i biancoverdi nell’élite della NBA. Forse anche per questo si è poco badato ai Celtics durante tutta la prima parte di stagione, ma il filotto di vittorie registrato a cavallo della tradizionale pausa per l’All-Star Game pare aver cambiato un po’ le cose. Boston, infatti, è reduce da 10 successi nelle ultime 12 partite, con lo stop contro Dallas, arrivato a causa di un crollo verticale nel 4° quarto, e quello dell’altra notte a Detroit, maturato contro una delle squadre più in forma al momento, come uniche sconfitte fatte registrare nel mese di febbraio. Tra le vittorie ottenute nelle ultime settimane ce ne sono poi alcune che pesano più di altre, come le due nettissime contro New York, teorica terza forza a Est, e quella ottenuta in volata sul campo di Cleveland. Proprio in quelle sfide, infatti, i Celtics hanno confermato di non temere affatto la concorrenza della Eastern Conference e, anzi, di essere in grado di alzare a piacimento il livello delle loro prestazioni. Si tratta di una caratteristica che accomuna tutte le grandi squadre, in particolare quelle che hanno già bagnato con un trionfo il loro cammino. E se le statistiche non sono fuori dall’ordinario come accaduto lo scorso anno ma rimangono eccellenti, a celare il reale valore di Boston prima dell’accelerata data a febbraio è stata più che altro la miopia di chi li ha osservati con troppa superficialità o magari dandone per scontata la costanza di rendimento. A ben vedere, insomma, i Celtics non si erano rintanati in un angolo per lasciare il palcoscenico ad altri e più semplicemente sono rimasti dove sono ormai da almeno cinque anni: al vertice della NBA, pur risultando per qualche motivo, come si dice in questi casi, nascosti in piena vista. LA PRIMAVERA A BOSTON Tutto sommato, quindi, non si può nemmeno sostenere che i Celtics nel corso delle ultime partite abbiano davvero cambiato marcia, quanto che il filotto di vittorie conquistato a cavallo della tradizionale pausa per l’All-Star Game ne abbia modificato la percezione tra gli avversari, gli appassionati e gli addetti ai lavori. Quello della percezione del valore reale della squadra, d’altronde, è un tema che a Boston si portano dietro già dalla scorsa stagione, di fatto dominata eppure oggetto di celebrazioni e analisi tutto sommato modeste in confronto a quanto mostrato sul campo dai ragazzi di Mazzulla. Pesa, senza alcun dubbio, l’assenza di una vera e propria superstar alla LeBron James o Steph Curry, o anche alla Giannis Antetokounmpo e Nikola Jokic, giusto per citare gli uomini simbolo delle squadre che hanno trionfato poco prima dei Celtics, in grado catalizzare l’attenzione, di far scatenare la fantasia dei tifosi e di incidere sulla narrazione che accompagna le vittorie. In teoria, quel ruolo spetterebbe a Jayson Tatum, ma per tutta una serie di motivi che hanno a che fare con il suo stile di gioco tutto sommato ‘asciutto’ e spesso poco spettacolare e con la sua personalità forse troppo ordinaria, la stella di Boston non è ancora riuscita a reclamarlo come proprio, ammettendo anche di recente di sentirsi per questo sottovalutato.Tutte le questioni relative alla percezione da parte del mondo esterno, però, torneranno a importare molto poco quando dalla primavera sarà più che mai il verdetto del campo a contare. E, oggi come oggi, appare del tutto logico ipotizzare che chi vorrà alzare il Larry O’Brien Trophy dovrà ancora una volta passare da Boston.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

I Celtics hanno cambiato passo: per il titolo si passerà ancora da Boston?

Dario Costa