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NBA, LeBron James: "Jordan non mi parla perché gioco ancora, che rapporto con Kobe"

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Introduzione

In una lunga intervista con Pat McAfee di ESPN, LeBron James ha parlato di tantissimi argomenti, sia personali che di carriera. A un certo punto ha rivelato di non avere un rapporto così approfondito con Michael Jordan perché lui è ancora in campo: "Sappiamo quanto è competitivo, e fino a quando non avrò finito di giocare non potremo avere un rapporto approfondito. Anche con Kobe è stato così, ma quando sono arrivato a Los Angeles è stato bellissimo". Ecco le dichiarazioni più importanti del Re nella sua apparizione allo show

Quello che devi sapere

75 MINUTI A TUTTO JAMES

Arrivato a questo punto della carriera, è raro che LeBron James si conceda per un’intervista one-on-one, specialmente al di fuori dei suoi canali personali. Nella giornata di martedì ha però fatto un’eccezione, registrando una puntata di 75 minuti del Pat McAfee Show su ESPN, alla vigilia della sua partita contro gli Indiana Pacers. E di temi ne sono stati trattati moltissimi.

75 MINUTI A TUTTO JAMES

SU MICHAEL JORDAN

"Io e Michael non parliamo, perché sto ancora giocando. Sono ancora concentrato sul mio lavoro. Spero che un giorno possa esserci un rapporto quando mi ritirerò. Tutti conosciamo MJ, sappiamo che è uno degli agonisti più feroci che siano mai esistiti. Fino a quando non avrò finito e non dovrà continuare a vedermi andare su e giù con il 23 e vedere il suo nome menzionato ogni volta che c’è il mio, il nostro rapporto dovrà aspettare. Ma quell'incontro a Cleveland nel 2022 per il 75° anniversario è stato figo. Era puro rispetto e ammirazione. Indosso il 23 per lui e per tutta l’ispirazione che mi ha dato da ragazzino a Akron, Ohio, dove non è che ci sia moltissimo a cui ispirarsi".

SU MICHAEL JORDAN

SU KOBE BRYANT

"Neanche con Kobe avevamo un vero rapporto. Lo abbiamo avuto quando ci siamo trovati per le Olimpiadi nel 2008 e nel 2012, ma c’era sempre competizione tra di noi. Io ero la East Coast, lui la West Coast. Anche quando non abbiamo battuto Orlando nel 2009 e non abbiamo avuto l’opportunità di giocare contro di loro alle Finals, c’era sempre una certa frizione competitiva. Poi il nostro rapporto è diventato bellissimo quando sono andato ai Lakers. Mi ha accolto a braccia aperte. 'Qualsiasi cosa di cui abbia bisogno a LA, ci penso io. Sei un Laker adesso, sei parte della famiglia'. Abbiamo parlato molte volte, lo avete visto venire alle partite. Quando l’ho superato nella classifica marcatori a Philadelphia ha scritto su Twitter ‘Continua a trascendere il gioco’ o una cosa del genere. Quella cosa ha voluto dire tantissimo per me".

SU KOBE BRYANT

SU BRONNY

"A me da padre non importa se non segna neanche più un punto per il resto della sua carriera. Sono solo super orgoglioso di lui. Ovviamente da mentore e compagno di squadra voglio vederlo avere successo perché ho visto quanto lavoro ci ha messo, sono super orgoglioso del suo sviluppo da quando è stato scelto al Draft a oggi. L’altro giorno ha segnato 39 punti e quando gli ho parlato era ancora inca…o perché aveva sbagliato un tiro libero che lo avrebbe portato a 40. È fantastico”.

SU BRONNY

SUL DEBUTTO INSIEME

"Quando stavamo per entrare in campo, fisicamente io non ero lì. Stavo fluttuando. Posso solo immaginare cosa stesse provando Bronny. Non ne abbiamo ancora parlato, un giorno lo faremo. Ma ero così contento che potevo essere sul soffitto. Proprio non c’ero. È stato un momento incredibile poter rendere realtà quello che era solo un sogno e poterlo condividere col resto della famiglia. Ho cominciato a pensare a tutto quello che aveva dovuto passare con l’arresto cardiaco e il resto nell’anno precedente".

SUL DEBUTTO INSIEME

SUL POSSIBILE FUTURO CON BRYCE

"Non provateci nemmeno" ha risposto con un sorriso.

SUL POSSIBILE FUTURO CON BRYCE

SU LUKA DONCIC

"Il suo nome è Luka Magic per un motivo, è un giocatore trascendente. Non posso mettermi nei suoi panni perché non sono mai stato scambiato, ma posso capire la sensazione di impegnarsi con una franchigia per sette anni, sentirsi a casa e poi bam, vieni scambiato all’improvviso. Non mi interessa dove giocherà e con chi sarai, ma è uno shock totale. Quando gli ho detto di non adattarsi a noi è perché, per poter raggiungere il nostro pieno potenziale, lui deve essere ‘the guy’. Noi altri troveremo il modo, lui deve solo fare in modo di essere se stesso, perché è quello di cui abbiamo bisogno"

SU LUKA DONCIC

SU GIANNIS NEGLI ANNI ’70

"Volete davvero dirmi che Giannis Antetokounmpo non sarebbe stato in grado di giocare negli anni ’70? Avrebbe segnato 250 punti a partita in quell’era. Senza mancare di rispetto a nessuno, ma sul serio… A quei tempi avrebbero detto a Kyrie Irving di non palleggiare più, dai"

SU GIANNIS NEGLI ANNI ’70